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Spazio fisico
Morfologia. Il territorio della Russia è per gran parte formato da superfici orizzontali, corrispondenti alle strutture continentali più antiche dell'Eurasia, le stesse che costituivano il cosiddetto blocco laurasiatico della primordiale Pangea. L'immenso territorio tuttavia non costituisce fisicamente un tutto uniforme, ma risulta articolato in molteplici unità, delle quali due possono essere considerate come fondamentali: la regione che si stende a ovest degli Urali, cioè la sezione europea cui si aggancia la regione caucasica e la Siberia occidentale e orientale, con l'appendice montuosa che chiude a nord il Pacifico (Estremo Oriente Russo).
Sezione europea. La regione che si estende nell'Europa orientale sino agli Urali è sostanzialmente formata da un'unica grande pianura (Pianura Russa o Sarmatica) che è la continuazione di quella polacco-germanica. Geologicamente la vasta terra russa poggia su un substrato cristallino rigido, precambriano. Tale imbasamento tuttavia non è integro, ma fratturato, fagliato e quindi diviso in blocchi che sono all'origine dei "rialti" e dei bassopiani coperti da terreni sedimentari diversi, paleozoici e mesozoici; al di sopra di tali formazioni si stende una coltre di depositi quaternari, d'origine glaciale e fluviale. A tale morfologia si collegano le basse e sabbiose lande della Carelia, con i numerosi laghi formatisi per le difficoltà del drenaggio dovute ai depositi morenici abbandonati dai ghiacciai quaternari. I rilievi che movimentano, nella sezione centrale, le pianure russe sono il Rialto del Valdaj, il Rialto Centrale Russo e le Alture del Volga. Si tratta in generale di basse colline tondeggianti che si elevano di alcune centinaia di metri al massimo e che terminano verso est con delle scarpate che corrispondono ad antiche superfici di faglia. Questi rilievi sono sostanzialmente i resti di antichi penepiani che si estendono dal piede dei Carpazi, attraverso l'Ucraina, sino alla linea del Volga, al di là della quale si hanno superfici paleozoiche incluse nella regione degli Urali , il limite convenzionale tra Europa e Asia. La regione gradualmente si deprime a sud verso il Mar Nero e il Mar Caspio coprendosi di terreni lössici e di depositi alluvionali lungo i corsi dei fiumi che l'attraversano (il Don, il Volga, l'Ural). Le conche del Mar Caspio e del Mar Nero, che nell'Era Cenozoica costituivano un unico mare continentale, sono dominate dalla Catena del Caucaso.
Sezione asiatica. La regione della Siberia , di circa 12,8 milioni di km², costituisce la maggior porzione territoriale della Russia. Essa corrisponde alle terre che si estendono a est degli Urali sino all'Oceano Pacifico e dal Mar Glaciale Artico agli allineamenti montuosi che orlano gli altopiani della Mongolia e la Manciuria (Cina). Dal punto di vista naturale la regione ha una sua relativa unità solo quanto a condizioni climatiche, ma morfologicamente è molto varia. Le divisioni di massima, da questo punto di vista, corrispondono alla Siberia Occidentale o Bassopiano Siberiano Occidentale, all'Altopiano della Siberia Centrale e alla sezione più orientale o Estremo Oriente Russo. La Siberia Occidentale è costituita fondamentalmente da un eccezionale, ininterrotto bassopiano, praticamente orizzontale per circa 2.000 km, delimitato a ovest dagli Urali, a sud dalle Alture del Kazakistan (la "soglia kazaca"), dalle Catene dell'Altaj e dei Monti Saiani , a est dalle scarpate dell'Altopiano della Siberia Centrale. In quest'unica piatta pianura le alluvioni recenti si sovrappongono a enormi pile di strati sedimentari, che rivelano come il bacino sia stato occupato dal mare per periodi lunghissimi. Oggi è percorso da grandi fiumi, in particolare dall'Ob e dai suoi affluenti (fra cui l'Irtys) e dallo Jenisej. Ma lo scorrimento delle acque, data anche la conformazione del bacino (che tende a sollevarsi sul bordo artico per il progressivo innalzamento delle zone costiere dopo il ritiro dei ghiacciai quaternari), è estremamente difficile; ciò deriva fondamentalmente dal fatto che i fiumi sgelano a monte prima che a valle, dato che il loro corso è diretto da sud a nord. Ne conseguono gigantesche inondazioni e si può dire che tutto il bacino sia un'unica distesa di paludi. Nella fascia pedemontana e montana meridionale l'orogenesi ercinica ha formato cospicui bacini carboniferi (è qui il famoso bacino del Kuzbass) e un belt minerario che continua fino alle alture settentrionali del Kazakistan. La sezione che si stende a est del Bassopiano Siberiano presenta una conformazione del tutto diversa. Essa è infatti montagnosa, variamente articolata, pur configurandosi a grandi linee e come un vasto altopiano delimitato a sud da possenti fasce montagnose che orlano le strutture irrigidite dei tavolati mongoli. Nell'insieme si tratta di un ambiente aspro, esasperato dalla nordicità, di difficile penetrazione e ancor oggi quasi spopolato, benché esso pure assai ricco di risorse minerarie (per esempio i giacimenti di carbone, nichel e rame di Norilsk). Strutturalmente l'Altopiano della Siberia Centrale (o anche Altopiano Siberiano) rappresenta un frammento dell'antichissimo continente dell'Angara, sezione della primordiale Laurasia. È formato infatti da rocce archeozoiche che affiorano su vaste superfici; l'immensa zolla però ha subito i contraccolpi delle successive orogenesi avvenute nella fascia più meridionale ed è stata pertanto fratturata e divisa in rialti e bassopiani.
Clima della regione europea. La rigidezza dell'inverno è il carattere saliente del clima delle pianure russe. Il gelo le interessa quasi per intero e in una misura che, nella parte più settentrionale, è testimoniata dai terreni gelati (merzlota ) che risalgono al Pleistocene. Nella Russia europea si ha un lembo di terre climaticamente miti solo nella sezione più meridionale affacciata al Mar Nero. Per il resto le temperature medie annue sono molto basse, ma soprattutto bassi sono i valori invernali, dato il grande peso che ha la continentalità nel determinare le condizioni termiche. A Mosca le medie di gennaio sono di -10 °C; a San Pietroburgo, più a nord ma con una continentalità più attenuata, -7 °C. Sulla costa del Mare di Barents le medie scendono di norma a - 20 °C. D'estate, nuovamente per effetto della continentalità, si possono avere valori massimi anche elevati, ma le medie raggiungono a Mosca, di luglio, 17 °C, a San Pietro burgo 16 °C; sulle coste artiche si hanno valori di poco inferiori ai 10 C°. Nella depressione caucasica e sulle coste del Mar Nero la mitezza subtropicale del clima si misura con le medie di gennaio di 4 °C e quelle di luglio di 25 °C. Alla continentalità si connette anche la relativa povertà delle precipitazioni, che ovunque non superano gli 800 mm annui e che raggiungono, a Mosca, i 600 mm; esse in generale decrescono verso est e sud-est: sulle coste del Mar Nero si hanno meno di 400 mm annui. All'allentarsi delle alte pressioni, col disgelo primaverile, l’elemento caratteristico del suolo russo è il fango - presente ovunque – la cui presenza è dovuta alla rapida fusione delle nevi e del ghiaccio del suolo, con i fiumi in piena che straripano largamente, con le prime precipitazioni, che saranno più intense d'estate. Nel sud, soggetto al regime subtropicale o mediterraneo, si verifica però l'inverso, prevalgono cioè le precipitazioni invernali e autunnali mentre le estati sono secche.
Flora della regione europea. Ai regimi delle precipitazioni, ai suoli e in genere al clima si deve il succedersi delle diverse fasce pedologiche e vegetali da sud a nord. Sulla facciata artica si ha la tundra , con le magre coperture di muschi e licheni - pascolo stagionale per le renne - cui succede la fascia forestale (la taiga) di pini, abeti e betulle, diffusa sui suoli grigi, o podsol , e più a sud la più ampia zona della foresta mista di latifoglie e conifere. Dal Rialto Centrale Russo fin oltre le Alture del Volga si ha poi la fascia delle praterie, delle steppe su suoli neri, o cernozèm, attivate dalle piogge primaverili ed estive e quindi ottime per la cerealicoltura. Le terre che si affacciano sul Mar Caspio e sul Mar Nero, seppure aride, hanno un clima che consente l'esistenza di specie subtropicali, mediterranee.
Clima e flora della sezione asiatica. La regione siberiana ha la sua più spiccata caratteristica proprio nel clima, che è nordico, rigidissimo. Sull'Altopiano Siberiano, nelle zone di Verhojansk e Ojmjakon, si ha il "polo del freddo", dove si registrano cioè le più basse temperature del globo (fino a -65/-70 °C) esclusa l'Antartide dove le medie di gennaio sono di -48 °C. Ciò si deve non solo alla latitudine, ma anche all'accentuata continentalità; le medie di luglio nella stessa zona raggiungono i 13 °C e quindi si hanno escursioni termiche annue persino di oltre 80 °C. Nel Bassopiano Siberiano, data la minore altitudine, le temperature sono relativamente meno rigide e a Novosibirsk, sul suo margine meridionale, le medie di gennaio sono di -25 °C. Più a sud si entra in una fascia più temperata che consente la cerealicoltura, possibile in tutte le pianure del Kazakistan: valori particolari si hanno inoltre nella regione intorno al Lago Bajkal, che con la sua enorme massa d'acqua riesce a creare condizioni climatiche più miti. La maggior parte dell'area siberiana rientra nel dominio della foresta boreale di conifere, in prevalenza del genere Picea, e betulle (la taiga), che nelle aree paludose e montagnose assume adattamenti particolari. La foresta digrada verso nord lasciando il posto via via alla tundra di muschi e licheni (ma al di là del Circolo Polare Artico i terreni sono gelati per 9 mesi all'anno).
Idrografia della Russia europea. Il territorio è solcato da un ventaglio di fiumi poderosi ed è diviso, dal punto di vista idrografico, in diversi bacini, il più esteso dei quali è quello che tributa al Mar Caspio, soprattutto attraverso il Volga; il secondo è quello del Mar Nero, il terzo quello del Mare Glaciale Artico. Il Volga, che si origina dal Rialto del Valdaj, il principale nodo idrografico russo (vi nascono anche il Dnepr e la Dvina Occidentale), raccoglie la maggior parte delle acque di tutta la pianura compresa tra il Rialto Centrale Russo e gli Urali, rispettivamente drenati il primo soprattutto dal Volga stesso e dal suo affluente Oka, i secondi dal Kama (2.032 km, bacino 507.000 km 2 ), il massimo affluente del Volga e da altri fiumi tra cui l'Ural, che sfocia anch'esso nel Mar Caspio. Il Volga è stato collegato al Don per formare il famoso sistema dei "cinque mari" (Canale Volga-Baltico). Il maggior tributario del Mar Nero (più esattamente sbocca nella sua diramazione settentrionale, il Mar d'Azov) è il Don, che drena col suo affluente Donec la sezione meridionale del Rialto Centrale Russo. Minore importanza e sviluppo hanno i fiumi che volgono verso nord. I grandi laghi, come il Ladoga e l'Onega , i maggiori d'Europa (rispettivamente 18.400 e 9.610 km 2 ), si inseriscono in ardui percorsi fluviali che si spiegano con la labilità degli spartiacque. Inoltre, come si è detto, la rigidità climatica blocca il corso dei fiumi per vari mesi all'anno paralizzando il sistema idroviario.
Idrografia della Siberia. Nella Russia asiatica l'idrografia è varia, benché in generale formata da fiumi diretti verso il Mare Glaciale Artico. Il Bassopiano Occidentale è drenato dall'Ob e dallo Jenisej, fiumi entrambi di vasto bacino e grandi portate che hanno un profilo d'equilibrio maturo, ma che tendono stagionalmente a esondare nelle piatte superfici della grande depressione siberiana. Fiume di poderose dimensioni è anche la Lena, che drena la regione bajkalica e la sezione orientale dell'Altopiano Siberiano. Ultimo dei grandi fiumi diretti verso la costa artica è il Kolyma (2.513 km), tra i monti omonimi e i Cerski . Unico importante tributario del Pacifico è l'Amur, che scorre nella vasta depressione compresa tra i Monti Sihote-Alin e i rilievi della Cina settentrionale.






