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Aspetti economici
Transizione all'economia di mercato. La crisi del regime comunista e lo scioglimento dell'Unione Sovietica nel 1991 hanno aperto un periodo complesso e travagliato di trasformazione dell'intero sistema economico della Russia (così come delle altre repubbliche ex sovietiche), che deve affrancarsi dai limiti soffocanti di una rigida pianificazione centralizzata e burocratica per aprirsi a modi di produzione più efficienti e flessibili, che tengano conto delle leggi del mercato e anche valorizzino l'iniziativa individuale e privata. L'obiettivo è quello di superare la profonda arretratezza dell'economia ereditata dal periodo sovietico rispetto a quella delle moderne democrazie industriali, ma questo colossale sforzo di cambiamento ha comportato, e non potrà non continuare a comportare per un tempo non breve, contrasti politici e drammatiche tensioni sociali, come si è verificato con la liberalizzazione dei prezzi attuata nel gennaio 1992, che ha provocato un aumento vertiginoso del costo della vita (inflazione a oltre il 1.000%) mentre permangono fenomeni di accaparramento e speculazione. Si tratta di superare le forme di proprietà socialista, che riservava il monopolio delle attività economiche allo Stato (nell'industria, nel commercio, nei servizi, su 1/5 della superficie agricola) e alle cooperative (i kolchoz in agricoltura), in modo da assegnare la terra e i suoi proventi in proprietà personale ai contadini (superando così la bassissima resa dell'agricoltura collettivizzata, che costituisce uno dei problemi più drammatici dell'economia della Russia postsovietica), e permettere il sorgere di libere imprese (circa 40.000 privatizzazioni nel 1992) e di un mercato finanziario (Borse valori). Un altro problema che viene affrontato è quello della bassa produttività e dell'arretratezza tecnologico-organizzativa del settore industriale: i criteri di gestione devono passare dalla realizzazione degli obiettivi assegnati alle singole imprese dagli uffici centrali di pianificazione all'equilibrio dei costi-ricavi, secondo la logica della domanda e dell'offerta. La distribuzione e il trasporto delle merci e la rete commerciale rappresentano un altro settore-chiave dell'economia su cui si appuntano le esigenze di cambiamento: le enormi inefficienze in questo campo non solo comportano sprechi esorbitanti, ma spesso creano gravi difficoltà di approvvigionamento e situazioni di vera e propria penuria. Sul piano degli orientamenti produttivi lo sforzo è quello di riconvertire una produzione fino a ieri finalizzata soprattutto al mantenimento del ruolo di grande potenza dell'URSS, privilegiando i settori dell'industria pesante e quelli legati alle esigenze militari, in una produzione che soddisfi la richiesta di beni di consumo e di miglioramenti nella qualità della vita dei cittadini. Si tratta inoltre di trovare forme di scambio e di integrazione economica con le altre repubbliche ex sovietiche, che superino le unilaterali localizzazioni industriali e di interi comparti produttivi imposte dalla pianificazione centralizzata sovietica. Tuttavia, nonostante gli enormi problemi e la crisi economica in cui è precipitata (con una forte diminuzione del prodotto nazionale lordo), la Russia rimane per ampiezza di territorio e abbondanza di materie prime e risorse naturali uno degli Stati potenzialmente più ricchi del mondo.
Agricoltura. L'arativo ammonta all'8% della superficie territoriale. Le coltivazioni più diffuse, anche se tutt'altro che soddisfacenti dal punto di vista della produttività, restano quelle cerealicole, con il frumento in primo piano, seguito da orzo, mais, segale e avena. Più redditizie sono le coltivazioni industriali, quali la barbabietola da zucchero e le piante oleose. Notevole è la produzione delle patate, di alcuni ortaggi e del lino, mentre le colture di frutta e vite sono praticate solo dove lo consentono le condizioni climatiche (sul Mar Nero e in una ristretta fascia del Caucaso). Il Paese possiede il più vasto patrimonio forestale del mondo, pari al 45% della superficie territoriale.
Allevamento e pesca. Il patrimonio zootecnico russo consta di un discreto numero di bovini, suini, ovini e caprini, oltre che di volatili da cortile, equini, cammelli, renne. Assai redditizia è la pesca, sia marittima sia lacustre che fluviale. La prima ha le sue maggiori basi a Murmansk (Mar Glaciale Artico), Nikolajevsk-na-Amure e Petropavlovsk-Kamcatski (Oceano Pacifico) e sul Mar Baltico, specializzate nella pesca dei merluzzi, delle acciughe e delle aringhe, mentre ad Astrahan e sul basso Volga si accentra la pesca dello storione, da cui si ricava il caviale.
Produzione mineraria e industriale. L'attività industriale è sviluppata soprattutto nei settori siderurgico e in quello minerario. Grazie all'abbondanza di minerale di ferro e di carbone fossile, la Russia figura tra i maggiori produttori mondiali di ghisa, ferroleghe e di acciaio. I centri minerari più ricchi si trovano, per il ferro, nella zona di Kursk, negli Urali, in Siberia, in Carelia, nella penisola di Kola; nelle stesse aree si trovano anche giacimenti di carbone, sicchè i maggiori centri siderurgici si concentrano negli Urali (Magnitogorsk, Celjabinsk). Cromo, nichel, oro, rame, piombo, zinco, bauxite e stagno sono pure sufficienti alle esigenze delle industrie. Tra le fonti energetiche, oltre al carbone e alla lignite, un'importanza sempre maggiore ha assunto il petrolio, estratto dai giacimenti della seconda Baku (Stavropol ecc.) e della terza Baku (Siberia occidentale, Tjumen soprattutto), del settentrione ecc. Ma notevoli quantità di petrolio si estraggono anche nell'isola di Sahalin. Nelle stesse aree (Siberia occidentale soprattutto) è inoltre sfruttato anche il gas naturale, le cui disponibilità sono ingenti. La rete degli oleodotti e dei metanodotti è sempre più fitta, e cospicua è la quantità di petrolio e gas naturale esportata.
Le grandi disponibilità di carbone hanno consentito l'impianto di un notevole potenziale elettrico nelle aree industrializzate; gran parte dell'energia prodotta è infatti di origine termica. Tuttavia si tende a sfruttare anche l'ingente potenziale idrico, utilizzandolo contemporaneamente per scopi di irrigazione. Un serio ostacolo allo sfruttamento del carbone bianco è tuttavia rappresentato dal fatto che per circa 6 mesi le acque fluviali sono gelate; ciò vale soprattutto per la Siberia, dove i trasporti di altre fonti energetiche sono costosissimi. Ma per questa regione sembra si aprano ottime prospettive, in virtù delle notevoli riserve di minerali radioattivi di cui la Russia dispone. La produzione di uranio ha infatti favorito l'impianto di numerose centrali per la produzione di energia nucleare.
La caratteristica prima dell'industria russa è data dall'assoluta preminenza del settore meccanico, particolarmente del comparto pesante: i maggiori complessi sorgono a Ekaterinburg, a Mosca e nella zona degli Urali. Il settore elettromeccanico è invece rappresentato soprattutto dai grandi impianti di San Pietroburgo, specializzati in turbine e generatori elettrici. Sempre nel settore meccanico seguono la produzione di mezzi di trasporto (materiale ferroviario a Irkutsk, Mosca ecc.), di macchinario agricolo (a Rostov, Volgograd, Saratov), di autoveicoli (a Nizni Novgorod, Togliatti e Mosca), mentre la cantieristica conta i più attivi cantieri a San Pietroburgo e Vladivostok. Quello chimico è un settore giovane, avendo iniziato il suo sviluppo alcuni anni dopo il conflitto mondiale: i comparti più attivi sono quelli dell'acido solforico, dell'ammoniaca, dei fertilizzanti e della gomma sintetica. Il Paese dispone di una colossale industria petrolchimica, con numerose raffinerie dislocate in tutto il territorio. Tra le altre industrie, il settore più attivo è il tessile (soprattutto cotone e lana), concentrato in alcune zone della parte europea; bene avviata la produzione delle fibre artificiali e sintetiche. Buona anche la produzione di altri beni di consumo, quali gli elettrodomestici e il mobilio. Importante l'industria del cemento. L'industria alimentare conta numerose imprese nelle regioni tradizionalmente agricole e nelle zone marittime. Sullo sfruttamento delle vaste foreste si basa l'industria del legno, una delle più fiorenti tra quelle russe, che dispone di numerose segherie, mobilifici, cartiere. Un certo rilievo occupano infine varie lavorazioni di artigianato artistico, in gran parte destinate al turismo o all'esportazione (monili di ambra, lacche, ricami, ceramiche ecc.).
Commercio. Per quanto riguarda il commercio con l'estero, la Russia importa soprattutto macchinari, apparecchiature industriali, prodotti chimici e farmaceutici, generi di abbigliamento, mobili, frumento, ed esporta petrolio e prodotti petroliferi, gas naturale, macchinari, ghisa e acciaio, prodotti chimici, pellicce, legname ecc. L'interscambio si svolge prevalentemente con la Germania, la Cina, l'Italia, la Finlandia, la Francia, la Svizzera, il Giappone e la ex Yugoslavia.
Comunicazioni. Il sistema di comunicazioni e trasporti ereditato dal periodo sovietico è uno dei settori drammaticamente più deboli dell'economia russa. La rete stradale (932.000 km, di cui solo 737.000 asfaltati) è largamente insufficiente per un moderno sistema di distribuzione e per gli spostamenti delle persone e per di più si concentra nella Russia europea, mentre in Siberia e nell'Estremo Oriente le strade sono poche e spesso impercorribili in inverno. Visto anche lo scarso numero di veicoli privati, assume un ruolo centrale la rete ferroviaria (87.000 km di linee, di cui 39.000 km elettrificati), anche se non è sufficiente alle esigenze di un Paese di moderna industrializzazione. Spina dorsale del sistema di trasporti russi è la Transiberiana , la più lunga linea ferroviaria del mondo (9.280 km da Mosca a Vladivostok), che collega la Russia europea con l'Oceano Pacifico.
Molto importante è la navigazione interna (84.000 km), grazie ai numerosissimi corsi d'acqua che solcano la parte occidentale del Paese. Porti principali sono San Pietroburgo, Kaliningrad, Arcangelo, Vladivostok, Magadan, Petropavlovsk-Kamcatski, Novorossijsk, Soci. L'aereo è il mezzo di trasporto principale in Siberia e sulle lunghe d istanze. I maggiori aeroporti sono quelli di Mosca (Semeretevo, Vnukovo, Domodedovo) e di San Pietroburgo. Compagnia di bandiera è l'Aeroflot.






