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Aspetti economici
Benché non sia particolarmente favorita quanto a risorse naturali (vi abbonda solo il carbone), la Repubblica Ceca si colloca tra i Paesi a livello economico discreto, nonostante le difficoltà connesse con il crollo dell'economia socialista in tutta l'Europa orientale e con il ritorno al libero mercato. Prevalgono nettamente le attività industriali; tuttavia anche l'agricoltura occupa un posto importante nell'economia e si caratterizza per l'elevata meccanizzazione raggiunta, la specializzazione delle colture prevalentemente intensive e il consistente impiego di fertilizzanti. L'industria ha invero tradizioni molto antiche, tanto che la Repubblica Ceca presentava, nel contesto dell'Europa orientale, una storia economica del tutto particolare. Quando nel 1918 fu istituita la Repubblica cecoslovacca, il Paese aveva già solide basi manifatturiere proprio in Boemia e Moravia, impiantate per sopperire alle esigenze dell'Impero asburgico e favorite, oltre che dalle risorse energetiche del Paese e dalle sue antiche tradizioni artigianali, dalla presenza del vasto mercato offerto dall'Impero austro-ungarico
Economia comunista. Nel 1948 il passaggio nell'area sovietica determinò un radicale cambiamento degli indirizzi economici cecoslovacchi. Le prime fondamentali realizzazioni furono la riforma agraria (abolizione del latifondo, assegnazione delle terre ai contadini), la nazionalizzazione delle risorse minerarie e forestali, delle industrie e la statalizzazione degli istituti bancari, fusi nel 1950 a formare la Banca di Stato, la conversione della moneta ecc. Il Paese passò da un regime liberistico a uno strettamente pianificato, che imponeva una rigida interdipendenza tra le varie economie degli Stati del blocco comunista. Alla Repubblica Ceca fu assegnato il ruolo di rifornire i Paesi est-europei e taluni afro-asiatici dei prodotti industriali di base e di armamenti. Fortemente sollecitato, lo sviluppo industriale cecoslovacco fu molto intenso, ma concentrato in una gamma piuttosto limitata di prodotti dell'industria specificamente pesante (siderurgica e meccanica), al cui servizio veniva fortemente potenziato il settore energetico mediante l'accresciuta estrazione di carbone. Il progresso economico fu rapido, ma non corrispose a un proporzionato miglioramento del livello di vita. Ciò finì col causare profonde tensioni nel Paese, che cercò di attuare una ristrutturazione della propria economia. Ben presto divenne chiaro che il programma riformistico era causa di profondi squilibri, suscitando richieste di beni di consumo e d'investimento che l'industria non era in grado di soddisfare e innescando una pericolosa spirale nell'aumento dei prezzi. Dopo i drammatici eventi della fine degli anni Sessanta, il nuovo governo installatosi reintrodusse un rigido controllo centralizzato sulla gestione economica, una più stretta dipendenza dall'URSS e una rinnovata netta priorità nei confronti dell'industria pesante (anche il piano quinquennale 1981-1985 aveva previsto incrementi soprattutto nei settori chimico, edile, metalmeccanico); ma i contraccolpi della crisi economica mondiale hanno reso impossibile mantenere i consueti ritmi di sviluppo. Ai rincari petroliferi e quindi dei prodotti industriali d'importazione, specie di quelli provenienti dall'Ovest, si aggiungono un calo di produttività, attribuibile sia al mancato pieno utilizzo degli impianti (causato in gran parte da un'avvertita insufficienza di manodopera) sia alla scarsità di macchinari tecnologicamente avanzati in molti settori industriali
Agricoltura. Prevalgono nettamente le colture cerealicole - le cui aree di più alta produttività sono la valle dell'Elba e i bacini di Olomouc e di Brno -, ovvero il frumento, l'orzo (in buona parte usato per la fabbricazione della birra), la segale, il mais e l'avena, che si adattano anche agli altopiani, dai suoli più poveri e dai climi più rigidi. Anche se ridotta, la produzione di patate è rimasta costante nelle zone di montagna. Le colture industriali sono ben rappresentate dalla barbabietola da zucchero, diffusa soprattutto nella Boemia settentrionale e nella valle della Morava, e dal luppolo, di qualità molto pregiata e presente nella Valle dell'Ohre; minore importanza hanno il tabacco, alcune piante tessili (canapa, lino) e oleaginose (colza, girasole); limitata è anche la coltura della vite, mentre diffusa è la frutticoltura, che dà prugne, mele, pere
Foreste. La Repubblica Ceca è uno dei Paesi europei più favoriti quanto a risorse forestali; esse coprono un terzo della superficie territoriale e comprendono soprattutto conifere, faggi e querce. Razionalmente sfruttato, il patrimonio forestale alimenta cospicue industrie del mobilio e della carta, tutte localizzate ai margini delle zone boschive
Allevamento. Ovunque si pratica l'allevamento a carattere intensivo in Boemia e Moravia, dove prevale l'allevamento bovino (con produzione di carne e latte); i suini e i volatili da cortile si allevano in tutto il Paese; diffusa è anche l'apicoltura
Risorse minerarie. Il sottosuolo dà soprattutto carbone e lignite, i cui principali bacini sono rispettivamente a Ostrava-Karviná (Slesia) e nella Boemia settentrionale; la Repubblica Ceca è inoltre un grande produttore di magnesite. Si estraggono inoltre, in quantitativi piuttosto modesti, ferro, grafite, oro, mercurio, rame, argento, zolfo, caolino, piombo, antimonio, minerali radioattivi; scarso è anche il petrolio, ma esiste una cospicua industria di raffinazione, che lavora il greggio proveniente dalla Russia mediante un oleodotto di 4.500 km. L'energia elettrica è in gran parte di origine termica; una centrale nucleare funziona a Dukovany
Industria. Ottimamente sviluppata è l'industria ceca di base, specie nel settore siderurgico e metalmeccanico; le attività siderurgiche e metallurgiche (con buona produzione di alluminio, piombo, zinco, rame) sono ubicate nelle zone minerarie, mentre le industrie meccaniche, che comprendono una gamma vastissima di prodotti (materiale ferroviario e aeronautico, autoveicoli, macchine tessili e agricole, strumenti di precisione, armi, materiale elettrico), sono situate soprattutto nelle grandi città, specie a Praga e a Plzen, sede della famosa "Skoda". Diffusa in tutto il Paese è invece l'industria tessile con prevalenza della produzione di filati e tessuti di cotone e di lana, benché gran parte delle materie prime debba essere importata. In continua espansione è l'industria chimica, nata nella zona di Ostrava per utilizzare i sottoprodotti della distillazione del carbone; oggi produce fertilizzanti azotati, fibre tessili artificiali e sintetiche, materie plastiche, resine, coloranti, acido solforico, acido nitrico, soda caustica, materiale fotografico ecc. Fiorente è anche il settore del cuoio e della gomma, con sedi principali a Zlín, Praga e Bratislava. L'industria alimentare fornisce in notevole quantità zucchero, insaccati e la famosissima birra (regione di Plzen soprattutto); fra gli altri celebri prodotti della Repubblica Ceca sono largamente esportati i cristalli e le porcellane (lavorati prevalentemente in Boemia), nonché gli strumenti musicali, per cui eccellono Kraslice (strumenti a fiato), Jirílkov (pianoforti), Krnov (organi)
Comunicazioni e commercio. Le comunicazioni, specie quelle ferroviarie (9.400 km), risentono ancora delle strutture create all'epoca dell'impero, in quanto hanno una prevalente direzione meridiana, gravitando su Vienna, piuttosto che seguire l'andamento territoriale, da est a ovest; ben sviluppata è invece la rete stradale (circa 56.000 km), che collega facilm ente il Paese al resto d'Europa. Intensa è anche la navigazione fluviale, ma ancor più quella aerea, che fa capo soprattutto all'aeroporto internazionale di Ruzyne (Praga), poi a quelli di Cernovice (Brno) e Holice (Olomouc. Il movimento commerciale con l'estero è quello tipico di un Paese che vive prevalentemente sull'industria; sono particolarmente ingenti le esportazioni di macchinari e mezzi di trasporto, prodotti chimici, calzaturieri e tessili, ferro e acciaio, mentre le importazioni vedono ai primi posti combustibili e altri minerali, prodotti semilavorati, macchinari, generi alimentari. Gli scambi si svolgono prevalentemente con la Germania, la Slovacchia, la Russia, l'Italia e l'Austria; seguono alcuni Paesi dell'Europa occidentale, ma la situazione è in rapida evoluzione. Importantissimo è infine il turismo, proveniente soprattutto dalla Germania