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Storia
Prima dei bulgari.
Le più antiche vestigia umane in Bulgaria risalgono al Paleolitico, di cui si sono avuti notevoli rinvenimenti a Devetaki con una lunga sequenza che inizia con livelli musteriani e nella grotta di Baco Kiro, con livelli molto antichi dell'inizio del Paleolitico superiore, datati a ca. 43.000 anni fa (interstadio Würm II-III). Densamente popolata risulta esser stata nei primi tempi del Neolitico, a cui risalgono i resti relativi alla cultura di Karanovo. A questo periodo e a quello della successiva Età del Bronzo appartengono imponenti insediamenti con tumuli, alcuni dei quali superano i 10 m di altezza. La ricca necropoli di Varna, la diffusione precoce di un tipo rudimentale di scrittura (tavoletta di Gradenitsa) e le dimensioni di questi abitati testimoniano l'elevato livello culturale e la complessità sociale delle popolazioni della regione nel V e IV millennio a. C. Il territorio dell'attuale Bulgaria era in parte compreso nel primo stato organizzato della regione, il regno dei Daci, e in parte in quello di Macedonia; dopo la conquista della Macedonia da parte dei Romani la Bulgaria, o Mesia inferiore, rimase terra di confine, soggetta a continue operazioni militari, fino alle guerre (101-106 d. C.) con cui l'imperatore Traiano conquistò la Dacia.
Un secolo e mezzo più tardi, dopo che le continue invasioni di popoli provenienti da N e da E ebbero costretto i Romani a ritirarsi dal nuovo possedimento, l'imperatore Aureliano nel 260 fissò il confine lungo il Danubio, formando sul territorio bulgaro una nuova provincia chiamata Dacia Aureliana, con capitale a Serdica (l'odierna Sofia), in cui nacquero imperatori importanti come Costantino il Grande e Galerio e che sarebbe rimasta ancora a lungo sotto la sovranità, almeno formale, dell'Impero romano d'Oriente.