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Spazio fisico
Morfologia. Privo di vera unità geografica, il territorio bulgaro ha il suo principale elemento strutturale nella catena dei Balcani (in bulgaro Stara Planina, Vecchia Montagna) che, distesa da ovest a est sino al Mar Nero, divide interamente il Paese. Il suo superamento non è però molto difficile: le cime più elevate si aggirano sui 2.000 m (massima vetta il Botev, con 2.376 m) mentre i principali valichi si attestano sui 1.000 m. Il versante settentrionale declina direttamente al Danubio con una serie di altopiani e di ondulazioni collinari; verso sud invece i Balcani scendono bruscamente e sono preceduti da una catena parallela, la Sredna Gora (o Antibalcani), alta poco più di 1.000 m. Tra le due catene si apre una depressione tettonica, in parte percorsa dal fiume Tundza; gli Antibalcani dominano a sud un'altra depressione, quella del fiume Marica, che è a sua volta delimitata a sud dai massicci dei Rodopi, del Pirin e del Rila. Geologicamente si tratta di rilievi d'origine cenozoica, emersi però sostanzialmente non in seguito a corrugamenti, ma per effetto di dislocazioni verticali subite da preesistenti rilievi paleozoici. Tale ringiovanimento, attuatosi in concomitanza con i grandi assestamenti suscitati dall'orogenesi alpino-dinarica, produsse fratture e sprofondamenti di intere zolle, tra cui la formazione della depressione della Marica e quella compresa tra la Stara Planina e la Sredna Gora. Ne deriva la morfologia non aspra delle montagne bulgare, che hanno profili arrotondati e quote non eccessivamente elevate: le cime più alte sono il Musala, con 2.925 m, nel massiccio del Rila, e il Vihren, con 2.914 m, nel Pirin. In rapporto alla loro origine predominano perciò le formazioni paleozoiche (scisti, graniti) nelle sezioni più elevate dei rilievi, sottoposte nei versanti a lembi mesozoici; in particolare, un'unica copertura mesozoica si stende nel versante che digrada verso il Danubio: prevalgono i terreni del Cretaceo, che nella parte più depressa lungo il fiume sono sovrastati da coltri di argille pleistoceniche di sedimentazione eolica. Anche la Valle della Marica è coperta da formazioni mesozoiche e cenozoiche, ma esse sono obliterate sotto terreni alluvionali recenti
Clima e flora. Dato il loro andamento i Balcani esercitano una notevole funzione nella determinazione del clima: a sud e a nord della catena si hanno condizioni sensibilmente diverse, poiché a nord predominano gli influssi delle masse d'aria continentali e a sud di quelle mediterranee. Le temperature testimoniano questo contrasto climatico. Nella regione danubiana si hanno forti escursioni termiche annuali con temperature invernali sino a -25 °C ed estive sino a 40 °C (a Ruse la media di gennaio è inferiore a -1 °C, quella di luglio raggiunge i 25 °C), mentre nella Bulgaria meridionale, pur perdurando le alte temperature estive, si hanno più moderati valori invernali (0,3 °C di media in gennaio a Plovdiv). Lievemente mitigatele medie termiche sul Mar Nero (a Varna il gennaio e il luglio registrano 1,2 °C e 22 °C), che per altro esercita un limitato influsso. Condizioni particolari si hanno sui rilievi; già all'altitudine di Sofia (555 m) gli inverni sono rigidi, con medie di gennaio di -3 °C. Il diverso condizionamento del clima alle masse d'aria continentali e mediterranee fa sì che gli inverni nel Nord siano tendenzialmente stabili, in quanto soggetti all'anticiclone siberiano, mentre la sezione meridionale del Paese partecipa delle condizioni invernali di maltempo mediterraneo. La stagione più piovosa è quella primaverile, da maggio a giugno; ma le precipitazioni sono nel complesso scarse, con medie pluviometriche di 500-600 mm annui. I massimi si registrano sui rilievi, soprattutto dei Rodopi e del Pirin, interessati dalle piogge "orogeniche" estive promosse dalle correnti umide del Mar Egeo, e sui quali si hanno abbondanti precipitazioni nevose. La parte più arida del Paese è quella sud-orientale e in genere tutta la valle della Marica (valori mai superiori ai 500 mm); piogge scarse si hanno anche sulla costa pontica. Gli effetti delle diverse condizioni climatiche si osservano nel manto vegetale, che nei suoi aspetti naturali è stato però profondamente alterato; si riconoscono tuttavia un areale mediterraneo nel sud e uno steppico-balcanico nella valle danubiana. Sui rilievi il bosco è ancora abbastanza ricco, annoverando dapprima latifoglie (querce e, al di sopra dei 1.800 m, faggi); seguono le conifere, tra cui prevale la Picea excelsa.
Idrografia. La catena dei Balcani svolge un'azione determinante anche nei confronti dell'idrografia, dividendo il bacino del Danubio da quello della Marica e degli altri tributari del Mar Egeo. Il Danubio, che segna per circa 400 km il confine settentrionale del Paese, riceve dai Balcani numerosi affluenti, tra cui il Vit e il Jantra, che scorrono in valli profonde; il più importante però, l'Iskar, si origina dal massiccio del Rila e taglia poi interamente la catena balcanica. Il bacino della Marica si estende su un quinto dell'intero territorio bulgaro, che attraversa per oltre 300 km; il fiume nasce nel Musala ed è poi alimentato da numerosi affluenti che scendono dai Rodopi e dai Balcani, il maggiore dei quali è il Tundza. Come tutti i fiumi bulgari, anche la Marica ha un regime stagionale irregolare, ma è un fiume prezioso perché consente l'irrigazione della pianura che attraversa; solcata la Tracia, giunge al Mar Egeo al confine tra Grecia e Turchia. Gli altri maggiori corsi d'acqua sono quelli che drenano i versanti meridionali dei Rodopi e del Pirin; tra essi vi sono lo Struma e il Mesta, entrambi tributari del Mar Egeo