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Aspetti economici
Stato di forti tradizioni agricole, la Bulgaria è entrata, nel 1970, nell'area dei Paesi industrializzati. Nel successivo decennio sono state via via raggiunte tappe rilevanti: per esempio, attualmente quasi i tre quarti delle esportazioni è costituito da prodotti industriali. Dopo l'instaurazione del regime comunista si ebbe un radicale rinnovamento delle strutture economiche: l'agricoltura fu organizzata su basi cooperativistiche o statali (pur mantenendo in minor misura la piccola proprietà privata; la nascente industria fu nazionalizzata e avviata, a partire dal 1947, nel quadro dei piani quinquennali. L'URSS fornì aiuti decisivi alla Bulgaria e sostenne tecnicamente e finanziariamente la prima fase dell'industrializzazione, che venne inizialmente orientata, secondo il tipico schema sovietico, verso la creazione di un'industria di base. Successivamente iniziò lo sviluppo dell'industria leggera e di trasformazione e, più di recente, si sono affiancati con successo settori tecnologicamente avanzati. Il 1° luglio 1997 è entrato in funzione il 'direttorio finanziario' imposto dal FMI per risanare l'economia. La valuta nazionale è stata ancorata al marco tedesco; è stato adottato un massiccio piano di privatizzazioni e di finanziamenti provenienti dall'estero
Agricoltura. L'URSS garantiva l'acquisto dei prodotti agricoli bulgari: nell'area del COMECON alla Bulgaria era stata riservata infatti la funzione particolare di produttore agricolo. Con gli anni Settanta si è registrata una nuova sostanziale trasformazione dell'apparato produttivo, con la singolare esperienza, rimasta unica nei Paesi socialisti, dei complessi "agro-industriali": circa 170 aziende di grandi dimensioni, costituite su base territoriale mediante l'aggregazione di cooperative e aziende agricole di Stato, per incrementare la produttività agricola e promuovere le relative attività industriali, così da ottenere un ciclo produttivo completo. Mentre un tempo la Bulgaria era in pratica solo un Paese produttore di grano, oggi si stanno potenziando le più redditizie colture industriali. Tra queste, la coltura del tabacco, di qualità assai pregiata, coltivato nella Valle della Marica, nella regione dei Rodopi e in Macedonia, e quella delle rose, da cui si ricava l'essenza destinata alla profumeria e che ha il suo centro nella cosiddetta Valle delle Rose, tra la Sredna Gora e la Stara Planina, dove, accanto alle piantagioni, funzionano numerose distillerie. Prodotti tipici sono le fragole (specie nella zona di Plovdiv) e le primizie orticole, coltivate con criteri moderni in grandi serre ed esportate anche in molti Paesi dell'Europa occidentale. Altre colture redditizie sono quelle degli alberi da frutto e la viticoltura, che alimenta una buona produzione di vini rinomati anche all'estero, della barbabietola da zucchero, della soia, del girasole, dell'arachide, della colza; ampia diffusione ha nella Bulgaria orientale il cotone
Allevamento. Il settore dell'allevamento è in calo; rimangono comunque al primo posto gli ovini, anche per il predominio di pascoli magri; in diminuzione è anche il numero dei bovini, dei suini e dei volatili da cortile; sono abbastanza diffuse l'apicoltura e la bachicoltura. Le foreste, che coprono oltre un terzo della superficie territoriale, sono particolarmente fitte sui rilievi dei Rodopi, del Rila, del Pirin e danno soprattutto legname da opera; è in atto un vasto programma di rimboschimento
Risorse minerarie. Le risorse minerarie non sono abbondanti, ma hanno ricevuto negli ultimi decenni un'adeguata valorizzazione in funzione dello sforzo di industrializzazione del Paese. In varie zone dei Balcani Occidentali e orientali vi sono alcuni giacimenti di carbone; più abbondante e diffusa è la lignite, largamente impiegata per la produzione d'energia elettrica. Nel 1974 è entrata in funzione l'importante centrale nucleare di Kozloduj, nel distretto di Vraca; altre sono in programma. Non manca il petrolio, estratto nella regione danubiana insieme al gas naturale e nell'area pontica. Tra i minerali metalliferi è presente il ferro. Altre importanti produzioni di minerali metalliferi, cui è legata un'ormai discreta industria metallurgica, sono quelle del piombo, dello zinco, del rame, del manganese e della bauxite
Industria. L'industria meccanica è in via d'espansione; i settori più sviluppati sono quelli connessi alla produzione delle macchine agricole, di autoveicoli (prevalentemente montaggio di modelli esteri) e di apparecchiature elettriche; Varna annovera cantieri navali. Tra le industrie manifatturiere la più importante è quella tessile (cotone, lana, fibre artificiali, seta) di antica tradizione e con centri principali a Sofia, Gabrovo e Pernik. Ben rappresentato è anche il settore chimico, che opera in funzione dell'agricoltura (fertilizzanti), ma fornisce anche prodotti farmaceutici, acido solforico e nitrico, materie plastiche ecc.; quello petrolchimico ha raffinerie a Kameno presso Burgas e a Pleven. Conserva un ruolo di primo piano l'industria di trasformazione dei prodotti agricoli: tabacchifici, conservifici, zuccherifici, birrifici, distillerie di rose ecc.
Comunicazioni. Le comunicazioni interne, che si svolgono in prevalenza con andamento est-ovest, sono adeguatamente assicurate da una rete ferroviaria (4.300 km) che collega il maggiore nodo del Paese, Sofia, con la valle danubiana, la Valle della Marica e la costa. La principale linea ferroviaria, che si snoda nella Valle della Marica, è affiancata da una superstrada molto battuta dal traffico automobilistico Europa-Asia; per il resto le strade, la cui lunghezza complessiva è di circa 37.000 km, hanno uno sviluppo adeguato alla ancora limitata motorizzazione. Nel Danubio il Paese ha un'importante via di comunicazione che lo unisce agli altri Stati d'Europa. In espansione sono infine i servizi aerei, assicurati dalla compagnia di bandiera Balkan, che effettua collegamenti diretti con le principali città d'Europa e del Medio Oriente






