Economia

Benché priva di risorse minerarie e non certo favorita dalle condizioni ambientali, la Svizzera è uno dei più ricchi ed economicamente avanzati Paesi del mondo: nel 1989, malgrado le inevitabili ripercussioni della crisi economica mondiale, il suo prodotto lordo pro capite era superiore a quello di qualsiasi altro Paese.

Profilo generale. La straordinaria prosperità svizzera è di recente origine: ancora alla fine del XVIII secolo la Svizzera era un Paese povero, abitato per lo più da montanari dediti a modeste attività rurali. Aveva però talune "opportunità", che attendevano solamente di essere adeguatamente sfruttate: la posizione geografica nel cuore d'Europa, un rilevantissimo potenziale idroelettrico, le bellezze naturali, una popolazione laboriosa, una politica di neutralità, ufficialmente riconosciuta sin dal Congresso di Vienna. Nel secolo scorso prese finalmente avvio il processo di valorizzazione di quanto dunque il Paese poteva offrire. Fu realizzata un'eccellente rete stradale e ferroviaria, così da potenziare i traffici interni e internazionali e da facilitare gli scambi; nello stesso tempo furono create numerose centrali idroelettriche: grazie all'ampia disponibilità energetica furono quindi installate su vasta scala le industrie, che si specializzarono in lavorazioni di altissima qualità e a elevato valore aggiunto (basti pensare alla celeberrima e tipicamente svizzera industria degli orologi) e che divennero in breve una formidabile struttura economica. Le bellezze naturali, sapientemente reclamizzate e valorizzate, favorirono l'affermarsi di correnti turistiche tuttora fra le più consistenti del mondo; infine la stabilità sociale e governativa all'interno del Paese e la politica estera di neutralità e di non allineamento furono determinanti nel trasformare la Svizzera in una sorta di unica, colossale banca delegata a ospitare il denaro del capitalismo mondiale.

Agricoltura e foreste. Le condizioni ambientali non sono certo favorevoli all'agricoltura a causa della prevalenza di terreni montuosi e poco fertili (l'arativo copre appena il 10,5% della superficie territoriale) e di un clima spesso rigido, che riduce il numero delle piante coltivabili e impone dei limiti altimetrici molto bassi. I redditi agricoli sono tuttavia piuttosto elevati grazie al largo e razionale impiego di macchine, concimi, sementi selezionate, nonché all'ottima preparazione tecnica degli agricoltori. Le cooperative e le associazioni di produttori sono molto diffuse; le zone montane e quelle marginali, dove si è ritenuto opportuno mantenere, anche per esigenze di conservazione del suolo, un minimo di popolazione rurale, godono di ampie sovvenzioni. Nonostante le attente cure e i cospicui interventi governativi, i raccolti non bastano al fabbisogno interno, sicché la Svizzera per molti prodotti è quasi interamente tributaria dall'estero. La cerealicoltura, che interessa circa la metà dell'arativo, ha le sue aree più importanti nel nord, nel Mittelland e nelle valli del Giura orientale, dove è praticata in rotazione con le foraggere; il principale prodotto agricolo è il frumento; rilevante è anche l'apporto di orzo, diffuso nelle regioni montane e largamente usato nell'industria della birra, mentre l'avena, che si adatta ai terreni più umidi, è in ribasso a vantaggio del mais, che richiede il clima più caldo del Canton Ticino, del basso Vallese e di alcuni tratti della valle del Reno. Nelle zone montane si coltiva la segale. Nel suo insieme tuttavia la produzione svizzera di cereali rappresenta solo 1/3 del consumo interno; buono è invece il raccolto di patate, che provengono dal Mittelland occidentale e dalle regioni montuose. Tra le colture legnose la principale è la frutticoltura, sviluppata nelle regioni centrali e orientali del Mittelland (pere e mele), nelle Prealpi e nel Giura tabulare (ciliege, albicocche, prugne). La vite, coltivata intensamente in alcune zone del Canton Ticino e del Vallese, nonché sulle soleggiate sponde collinari dei maggiori laghi, dà quantitativi modesti, ma soprattutto i vini sono di alta qualità. Minor rilievo hanno i prodotti orticoli, presenti nel Ticinese e lungo le sponde dei laghi in genere. Tra le colture industriali un buon ruolo svolge la barbabietola da zucchero, cui fanno seguito la colza e il tabacco. Foreste e boschi (larga misura costituita da resinose) occupano complessivamente il 30% della superficie territoriale. Anche per attuare un'attenta salvaguardia del patrimonio nazionale, l'industria del legno, localizzata nella regione alpina e nel Giura, sfrutta solo in parte legname locale, basandosi soprattutto su materie prime d'importazione.

Allevamento e pesca. L'economia agraria svizzera poggia però in misura determinante sull'allevamento, che può contare sull'ampia diffusione di colture foraggere e sulla grande abbondanza di prati e pascoli permanenti (28% del territorio); al primo posto vengono i bovini appartenenti a razze ben selezionate da carne e da latte (razza bruna alpina; Simmental, Friburgo). L'allevamento bovino, che si avvale spesso di tecniche altamente perfezionate, è soprattutto in funzione della produzione di latte e dell'industria casearia, che è ottimamente organizzata e produce formaggi (taluni dei quali prestigiosi, come l'emmental), non meno rinomati latti condensati e farine lattee (è svizzera la celeberrima Nestlé); il latte viene anche utilizzato nella fabbricazione del cioccolato. Buona diffusione hanno inoltre i suini allevati soprattutto nel Mittelland, gli ovini e i volatili da cortile. Un buon reddito ha infine l'apicoltura. La pesca è ben praticata: i laghi più pescosi sono quelli di Ginevra, Neuchâtel e dei Quattro Cantoni (lucci, coregoni); nel Reno si pesca salmone, nei fiumi e nei torrenti alpini la trota.

Risorse minerarie. Le risorse del sottosuolo sono molto modeste; il salgemma è l'unico minerale estratto in misura cospicua soprattutto dai giacimenti di Bex (Cantone di Vaud) e di Rheinfelden (Cantone di Argovia). Per i minerali, e in particolare per il petrolio, la Svizzera è quindi in pratica interamente tributaria dall'estero. Rilevantissimo è al contrario il potenziale idrico; lungo i gradini delle valli, presso le cascate e gli allargamenti vallivi sono sorte poderose centrali elettriche e numerosi laghi-serbatoio (La Gruyère, Grimsel) per l'alimentazione delle centrali durante l'inverno. Il potenziale idroelettrico comunque, per l'elevato sfruttamento, si avvia alla saturazione, mentre un ruolo sempre crescente sta assumendo il settore nucleare (operano nel Paese cinque reattori nucleari).

Industria. Nonostante gli svantaggi derivati dalla povertà di materie prime, la Svizzera è un Paese industriale di prim'ordine, perché poggia su basi economiche e finanziarie particolarmente solide e sulla qualità dei prodotti, garantiti tra l'altro da una manodopera altamente specializzata. Ciò vale specialmente per le industrie meccaniche, elettromeccaniche ed elettroniche; particolarmente rinomati sono gli strumenti di precisione, come apparecchi geodetici, macchine grafiche, strumenti ottici, ma soprattutto orologi, i quali costituiscono la più tipica e celebre produzione elvetica; benché il Giappone sia nettamente al primo posto quanto a numero di pezzi prodotti, la Svizzera rimane sempre imbattibile quanto a qualità, insufficiente però a evitare la caduta delle esportazioni. Data l'abbondanza di energia elettrica, un rilevante sviluppo ha conosciuto anche l'elettrometallurgia, in particolare quella dell'alluminio; questa attività fa capo all'Alusuisse, uno dei maggiori gruppi mondiali del settore. Più modesta è la siderurgia (soprattutto acciaio). Di antico impianto è l'industria tessile che, sebbene risenta di una forte e diretta concorrenza da parte di vari Paesi di recente industrializzati, mantiene un alto grado di produttività; il settore più importante è quello cotoniero, fiorente nei cantoni di Zurigo, Glarona e San Gallo; buona diffusione ha pure il lanificio; gode di un'antica fama il setificio, operante soprattutto nei cantoni di Zurigo e di Basilea; non meno celebri sono i ricami e i merletti (San Gallo, Lauterbrunnen e La Gruyère). È invece la più recente fra le grandi industrie elvetiche, ma si è ormai largamente affermata sui mercati mondiali, l'industria chimica, di cui il primo e tuttora massimo centro è Basilea; le principali produzioni riguardano i coloranti per l'industria tessile e i prodotti farmaceutici (campo quest'ultimo in cui operano colossali complessi, che si avvalgono di attrezzatissimi laboratori di ricerca), l'acido solforico, l'ammoniaca, i fertilizzanti azotati, le fibre artificiali e sintetiche, le materie plastiche. Alcuni trusts svizzeri (Ciba-Geigy, Roche) hanno dimensioni mondiali e traggono importantissime fonti di reddito dalla vendita di brevetti e dalla costituzione di filiali oltre confine. Lo sviluppo appare non meno evidente nel settore alimentare, che annovera prodotti notissimi all'estero. Grande importanza hanno pure le manifatture di tabacchi. Completano il quadro della ben diversificata industria elvetica i cementifici, le raffinerie di petrolio che si avvalgono di greggio d'importazione, le fabbriche di gomma e le cartiere, queste ultime concentrate nel Giura e nella zona alpina, particolarmente nell'Oberland.

Comunicazioni. Il Paese ha un'ottima rete di vie di comunicazione, sebbene a causa della natura montuosa del territorio abbia richiesto per essere realizzata, oltre a ingentissimi stanziamenti di fondi, ardite opere d'ingegneria (nel 1882 fu inaugurato il traforo ferroviario del San Gottardo, di 15 km, e nel 1906 fu aperto al transito ferroviario il traforo del Sempione, che con i suoi quasi 20 km di lunghezza rimase la più lunga galleria ferroviaria del mondo sino al 1978, quando fu inaugurata la giapponese Dai-shimizu). Nonostante l'aspra morfologia del Paese e i conseguenti enormi ostacoli naturali, la rete ferroviaria svizzera è, in rapporto alla superficie territoriale, molto estesa (5.040 km) e ottimamente attrezzata; in particolare le ferrovie federali, di 2.970 km, sono fra le più efficienti del mondo (i rimanenti chilometri appartengono a oltre un centinaio di società private). La rete è allacciata a quelle centreuropea (da Basilea), francese (da Losanna e Ginevra) e italiana (attraverso i valichi del San Gottardo e del Sempione). Il suo andamento è caratterizzato da tre grandi sistemi: uno, che comprende le linee che raccordano il Lago di Ginevra con quello di Costanza attraverso il Mittelland; un secondo, formato da quelle che tagliano il Paese trasversalmente; e un terzo, le cui linee si stendono ad arco collegando i confini occidentali con quelli orientali. La maggior densità di comunicazioni ferroviarie si ha nel nord. Un rilevante sviluppo presenta anche la rete stradale, che del pari si avvale di trafori arditissimi: quello del San Gottardo, entrato in servizio nel 1980, è con i suoi circa 16,3 km il più lungo del mondo per uso autostradale. Non ha perso d'importanza il ricorso alle vie d'acqua interne: oltre all'animata navigazione sui maggiori laghi, la Svizzera può contare, benché per breve tratto, su quella formidabile arteria di comunicazione che è il Reno, grazie al quale Basilea è un grande porto. Le comunicazioni aeree all'interno del Paese non hanno particolare rilievo, ma attivissimi sono i collegamenti internazionali: per la sua posi zione centrale infatti la Svizzera è servita da tutte le principali linee internazionali, che fanno scalo soprattutto agli aeroporti di Kloten (Zurigo), Ginevra, Basilea, Lugano e Berna. Compagnia di bandiera, di rilievo mondiale, è la Swissair.

Commercio. Benché anche gli scambi all'interno del Paese siano intensi, sono però quelli con l'estero ad avere un'importanza determinante nell'economia nazionale. Gli scambi si svolgono prevalentemente con la Germania, la Francia, l'Italia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. La bilancia commerciale è tendenzialmente in attivo, grazie anche alla valuta che in continuazione affluisce dall'estero nelle ottimamente protette banche svizzere (si calcola che metà del movimento bancario elvetico sia effettuato con capitali stranieri). Molto rilevanti sono anche le entrate che derivano dal movimento turistico, favorito dall'ottima organizzazione alberghiera e dalla varietà dell'offerta.