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Storia
La formazione di un Principato di signori autonomi in questo piccolo territorio montano risale all'epoca feudale, allorché un ramo dei conti Werdenberg-Sargans stabilì la sua residenza a Vaduz; più tardi, nel 1434, la signoria di Vaduz si fuse con quella di Schellenberg. Da allora le due signorie seguirono la stessa sorte, indissolubilmente legate e trasferite nelle mani dei medesimi signori. Il principe Giovanni Adamo di Liechtenstein, erede di una vecchia famiglia feudale di origine austriaca, acquistò nel 1699 la signoria di Vaduz e nel 1712 la signoria di Schellenberg, le quali nel 1719 ottennero, con diploma imperiale, l'erezione del Principato a feudo del Sacro romano impero.
Da quell'epoca il Principato gravitò nell'orbita della politica austriaca e fu, dal 1815 al 1866, Stato membro della Confederazione germanica. Anche quando la dissoluzione della Confederazione germanica lo liberò da ogni vincolo formale di collaborazione con gli altri Stati tedeschi, il Liechtenstein rimase di fatto strettamente legato all'Austria, con la quale sin dal 1852 aveva stretto un'unione doganale, nonostante incominciasse a farsi viva la tendenza ad affidarsi piuttosto alla protezione della Svizzera. Con la fine della prima guerra mondiale e il crollo dell'impero asburgico, la tendenza verso la Svizzera si è sempre più rafforzata; ancora oggi questa scelta filo-elvetica è il tratto politico saliente del Liechtenstein, concretandosi nell'assunzione da parte della Svizzera della rappresentanza diplomatica (dal 1919), nella gestione elvetica dell'amministrazione postale e telegrafica (dal 1921) e infine negli accordi (1923) con cui si istituiva un'unione doganale ed economica tra i due Paesi e si adottava nel Principato il franco svizzero. Tra i principi regnanti emerge la figura di Giovanni II (1858-1929) per l'interessamento alla sorte dei suoi sudditi e per aver dotato il Liechtenstein nel 1921 di una nuova Costituzione, che segnò il passaggio dall'assolutismo monarchico alla forma costituzionale. La vita politica del Principato è stata caratterizzata da una grande stabilità: dal 1938 sino al 1997 il Paese è stato infatti governato da una coalizione tra i due maggiori partiti politici, gli unici rappresentati nella Dieta sino al 1993, quando gli ambientalisti della Lega libera hanno ottenuto due deputati: la centrista Unione patriottica e il Partito progressista dei cittadini, di orientamento conservatore. Le ristrette dimensioni del Principato hanno favorito il frequente ricorso a strumenti di democrazia diretta, quali l'istituto del referendum popolare. Dopo la morte di Francesco Giuseppe (1989) e l'ammissione del Paese all'ONU (1990), altri due referendum popolari hanno sancito l'ingresso del Liechtenstein nell'Associazione europea per il libero scambio (EFTA, 1991), quindi nell'Area economica europea (EEA, 1995). Dopo le elezioni del 1997, in seguito al ritiro del Partito progressista dei cittadini, la tradizionale coalizione di governo è entrata in crisi e l'Unione patriottica ha dato vita a un esecutivo monocolore. Nelle elezioni del 2001, tuttavia, l'Unione patriottica otteneva solo 11 seggi su 25, mentre il Partito borghese conquistava 13 seggi e assumeva la premiershipcon Otmar Hasler. Nel 2003, con un referendum, veniva approvata la modifica costituzionale proposta dal principe regnante Hans Adam II, con cui gli venivano conferiti ampi poteri decisionali in materia legislativa.