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Spazio fisico
Geomorfologia. I tratti fondamentali del territorio tedesco sono caratterizzati dalla successione, da nord a sud, di tre grandi entità regionali: il bassopiano, con un'altitudine media inferiore ai 50 m, i rilievi centrali (Monti Medi Germanici, Mittelgebirge), variamente articolati e di modesta altitudine, e infine gli altopiani e i rilievi prealpini, generalmente assai più elevati. Dove la Germania assume i suoi caratteri più spiccati, riflessi anche nel paesaggio, è la regione centrale, la cui nota morfologica predominante consiste negli antichi massicci ercini ci che si elevano tra il Bassopiano Settentrionale, affacciato al Mar Baltico e al Mar del Nord, e l'avampaese alpino a sud. Questi massicci, che in genere non raggiungono i 1.000 m e mostrano profili maturi, sono la "chiave di volta" della geografia germanica. Costituiti in prevalenza da rocce scistoso-cristalline e da lembi sedimentari permo-carboniferi, i rilievi dei Monti Medi rappresentano i resti di antiche catene sollevate dall'orogenesi ercinica e successivamente spianate. Nel Mesozoico però tutta la regione fu in diverse riprese invasa dal mare, come mostra la presenza di estesi strati sedimentari che vanno dal Triassico al Cretaceo. L'orogenesi alpina ha avuto effetti importanti sulle già stabilizzate strutture erciniche; ha suscitato infatti spinte e contraccolpi, in seguito ai quali i massicci hanno subito un certo "ringiovanimento" con numerose fratture e faglie e conseguenti formazioni di Horst (pilastri) e Graben (fosse). Agli stessi perturbamenti tettonici è collegata poi l'attività vulcanica, cui si deve la nascita di vari isolati rilievi. Tra i massicci paleozoici s'impongono nell'estremo lembo occidentale l'Eifel e l'Hunsrück, prosecuzione degli altopiani delle Ardenne, con il Taunus, il Westerwald, il Rothaar-Gebirge e le alture del Sauerland, a est del Reno, che costituiscono il cosiddetto Massiccio Scistoso Renano. Nella sezione orientale i massicci, caratterizzati da un allineamento a graticciata romboidale, sono quelli della Selva di Turingia, della Selva di Franconia, dei Monti Metalliferi e della Selva Boema. Edifici di origine vulcanica sono invece il Vogelsberg, il Rhön e parte dell'Harz, massiccio paleozoico con intrusioni granitiche che raggiunge i 1.142 m nel Brocken e domina i bassopiani della Sassonia. Massiccio antico di gneiss e scisti cristallini è lo Schwarzwald, la Selva Nera, zolla sollevata ai bordi della Fossa Renana, così come gli antistanti Vosgi e come, più a nord, l'Hardt e l'Odenwald. La Fossa Renana è infatti un elemento di origine tettonica derivato da una serie di fratture parallele submeridiane, provocate dai contraccolpi dell'orogenesi alpina; essa ha aperto la strada al Reno, che ha inciso più a nord il Massiccio Scistoso Renano. Sulla Fossa Renana convergono anche i bacini della Svevia e della Franconia, orlati a sud e a est dal Giura Svevo e dal Giura Francone, anticlinali di rocce giurassiche che rappresentano i primi piegamenti dell'avampaese alpino. Questo ha il suo caratteristico ambiente nell'Altopiano Svevo-Bavarese, dominato a sud dalle crestate cime delle Alpi Bavaresi (Zugspitze, 2.963 m), con laghetti di formazione glaciale, colline moreniche e vasti accumuli di löss. Infine, il Bassopiano Settentrionale tedesco (Tiefland) rappresenta sostanzialmente la prosecuzione da un lato delle pianure della Frisia, dall'altro di quelle polacche. Il Tiefland è costituito da successive formazioni sedimentarie su cui poggiano coltri di materiale recente di origine diversa, glaciale e fluvio-glaciale; cospicui sono stati infatti gli apporti dei ghiacci scandinavi, che nelle fasi di maggior espansione coprivano pressoché tutto il bassopiano, depositando durante le fasi di ritiro quei rilevanti materiali morenici che sono all'origine della varietà del paesaggio attuale, caratterizzato a est dell'Elba da un pressoché ininterrotto succedersi di cordoni collinari (il cosiddetto "arco baltico") inframmezzati da depressioni occupate dai numerosi laghi (Rialto Lagoso) del Brandeburgo e del Meclemburgo. A sud di quest'arco collinoso si aprono dei solchi (Urstromtäler) diretti da sud-est a nord-ovest, nei quali dopo l'ultima glaciazione si incanalarono le acque di fusione dei ghiacciai; oggi sono in parte seguiti dai fiumi che scendono dai Monti Medi, la cui zona di saldatura con il bassopiano è data da una fascia di terreni fertili, lössici (Börden). A nord delle colline moreniche, avvicinandosi alla costa, alle formazioni di ciottoli e ghiaie succede una striscia sabbiosa (Geest), che sul lato del Mare del Nord è ancora acquitrinosa per larghi tratti, terminando su una costa dalle ampie barene invase dalle acque durante le maree (Watten); questa zona è ormai però prosciugata e protetta da dighe e occupata da ricche praterie (Marschen). Le stesse basse pianure si ripetono sul lato del Mar Baltico, dove si hanno estese formazioni insulari e lagunose.
Clima. Privo di grandi rilievi, il territorio germanico è aperto agli influssi oceanici; il clima della Germania si può in generale definire di tipo atlantico, piovoso, con piogge distribuite nell'arco annuale con una certa regolarità e un regime termico senza sbalzi eccessivi. Tuttavia rilevante è la continentalità nella parte più interna e più orientale del Paese, che dista in misura notevole dal mare e subisce fortemente gli effetti delle masse d'aria provenienti dalle pianure sarmatiche, cui si devono le marcate escursioni termiche annue e la minore piovosità. Alla duplice influenza delle masse continentali e di quelle atlantiche si devono perciò fondamentalmente i caratteri del clima germanico, con le sue alternanze stagionali riguardanti sia le temperature, sia le precipitazioni. Le temperature d'estate variano da nord a sud, passando dai 16 °C della costa nord-occidentale (Amburgo), tutta aperta al soffio mitigatore atlantico, ai 18-19 °C dell'interno (Stoccarda), sino ai 20 °C della Fossa Renana; i dati si riferiscono alle medie di luglio. D'inverno le temperature tendono a variare da est a ovest in rapp orto agli influssi delle masse di aria continentale: si passa dai -3 °C e anche -4 °C di Berlino ai 1-2 °C di Aquisgrana (medie di gennaio). Le precipitazioni in generale sono uniformemente distribuite nel corso dell'anno, pur con accentuata piovosità estiva; con l'attenuarsi delle influenze atlantiche diminuiscono alquanto da ovest a est passando dagli oltre 700 mm delle regioni occidentali ai 500-600 di quelle orientali. Nelle zone soggette al clima oceanico cadono però prevalentemente d'inverno e irrorano abbondantemente i versanti dei massicci meglio esposti (in tutta la Germania peraltro le piogge sono però abbondanti nelle zone montuose): così nella Selva Nera si hanno sino a 2.000 mm di pioggia annui. Nel complesso si possono individuare quattro principali regioni climatiche: quella orientale, dalla spiccata continentalità, con inverni lunghi e freddi, estati calde e scarse precipitazioni annue; quella settentrionale, dal clima tipicamente oceanico, mite e piovoso, nella parte affacciata al Mar del Nord, più rude e asciutto nell'area baltica; quella renana, che corrisponde alla parte più soleggiata e mite, con inverni dolci ed estati calde e asciutte (lo dimostra la diffusione della vite, fatto abbastanza unico in un ambiente temperato continentale); infine l'ampia fascia montuosa della Germania centrale e meridionale, dove nuovamente predomina la continentalità e che presenta perciò inverni rigidi ed estati assai calde, ma che, procedendo verso sud (regione svevo-bavarese), assume gradatamente le caratteristiche del clima alpino, con estati piovose, spesso temporalesche, e una più ridotta escursione termica annua.
Flora. Il manto originario della Germania è quello selvoso di cui narrano le saghe della mitologia germanica. Il clima piovoso delle regioni più occidentali ha favorito lo sviluppo di un ricco ammanto di latifoglie, tra cui domina il faggio; nelle regioni centrali e meridionali, dove i caratteri di continentalità si accentuano, crescono in prevalenza conifere (pini, abeti). Verso est, al limite della pianura polacca, le minori precipitazioni determinano la presenza delle praterie. Infine nella fascia costiera sui suoli sabbiosi del Geest predominano le brughiere a ericacee. Il manto originario è stato però largamente distrutto o alterato, anche se tra i Paesi europei la Germania è riuscita più d'altri a conservare parecchi lembi forestali (circa il 30% del territorio). I boschi occupano soprattutto le parti eminenti delle alture, formano la corona delle lunghe dorsali dei massicci antichi (da ciò l'identificazione del rilievo con la selva, Wald), ammanti scuri di conifere che sono uno dei motivi peculiari del paesaggio germanico.
Idrografia. Sulle coste settentrionali si aprono i profondi estuari dei fiumi germanici (la Germania possiede una rete idrografica di grande importanza): dell'Oder sul Mar Baltico, dell'Elba, del Weser e dell'Ems sul Mar del Nord. Tutti questi fiumi, come il Reno, hanno un corso diretto da sud a nord, con le tipiche deviazioni verso nord-ovest del tratto inferiore dovute alla direzione dei solchi d'epoca glaciale. L'Oder è in effetti un fiume polacco: nasce dai Beskidi e attraversa la Polonia, lambendo il territorio germanico solo nel tratto finale. L'Elba ha la sua origine dai Monti dei Giganti (Sudeti); dopo aver solcato col suo corso superiore la depressione boema entra in Germania e, superati gli ultimi rilievi, diventa un fiume navigabile importante (vi si affaccia subito una grande città, Dresda), costituendo l'asse geografico dei Länder orientali: sul suo lungo e protetto estuario sorge Amburgo, massimo porto tedesco. Il Weser è meno importante dell'Elba, dato il suo sviluppo più limitato (il suo principale ramo sorgentifero nasce dalla Selva di Turingia), però è anch'esso navigabile e come l'Elba dotato di un ottimo e profondo estuario, sul "collo" del quale è situta Brema. Dei fiumi germanici però il maggiore è il Reno, vero perno dei Länder occidentali, cui fanno capo diversi affluenti che penetrano tra i massicci dei Monti Medi, come la Mosella , il Neckar, il Meno ecc. Il Reno è certamente il più vitale corso d'acqua dell'Europa centrale. È un fiume d'origine alpina e a Basilea, all'ingresso della Fossa Renana, è già ampio e magnificamente navigabile: da ciò deriva la sua importanza nella geografia germanica ed europea, in quanto collega la regione alpina col Mar del Nord, dove il fiume sfocia con un ampio delta che costituisce gran parte del territorio olandese. Il quadro idrografico della Germania si completa con il Danubio , che raccoglie le acque dell'ampio bacino compreso tra la Selva Nera, le Alpi e il Giura Svevo-Francone, sfociando nel Mar Nero attraverso la regione pannonica e quella balcanica. La funzionalità dei fiumi germanici dal punto di vista della navigazione è accresciuta dai numerosi canali di raccordo, che nell'insieme formano una rete estesissima, di livello internazionale imperniata sul Reno, che è allacciato da un lato all'Elba (con il Mittellandkanal), dall'altro al Rodano, alla Mosa e alla Senna. È recente il collegamento Reno-Danubio.