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Storia
Dagli Illiri alla fine del dominio ottomano.
L'Albania ebbe le sue prime espressioni politiche nei regni degli Illiri e di Epiro, conquistati dai Romani nel sec. II a. C . Verso la metà del sec. III, infatti, un regno illirico creò, potenziando la flotta ed esercitando la pirateria che minacciava gli interessi romani sulla costa, la premessa per lo scontro con Roma, che desiderava esercitare un predominio sull'Adriatico.
Nel 229 a. C. scoppiò la prima delle guerre che si conclusero nel 168 a. C. con la conquista di tutto il territorio da parte dei Romani. L'Illirico, con confini assai più estesi dell'attuale Albania, fu dapprima provincia senatoria e poi imperiale. Dopo la divisione dell'Impero, i territori albanesi entrati a far parte delle province della Prevalitana e dell'Epirus nova furono assegnati all'Impero d'Oriente, che ebbe tuttavia, salvo il breve periodo della riconquista di Giustiniano (535), solo un controllo nominale del Paese. L'Albania fu in realtà sotto il controllo dei Serbi, che chiamati da Bisanzio per difendere i confini dell'Impero, stabilirono nel sec. VII numerosi principati autonomi e successivamente dei Bulgari (917-1019), che conquistarono la parte centro-meridionale del Paese.
A partire dal sec. XI, intanto, Venezia, Amalfi e i Normanni, intensificati i rapporti con la costa orientale dell'Albania, tentarono di imporre la loro influenza. Nel 1204, dopo la IV Crociata, Venezia riuscì a ottenere formalmente la sovranità su tutta l'Albania, dove in realtà si formarono numerose signorie autonome che, legatesi a Michele Angelo Comneno, respinsero il predominio di Venezia. Dopo una seconda dominazione bulgara (1230) i territori albanesi passarono in parte ai Serbi (dinastie Dušan e Balša) e in parte tornarono agli Angeli, che nel 1259, quando i loro territori passarono come dote di Elena Angelo, figlia del despota d'Epiro, a Manfredi di Svevia, possedevano vaste zone dell'Albania centro-meridionale (questi territori furono poi rivendicati e in parte conquistati dagli Angioini). La disfatta serba di Cossovo (1389) aprì anche l'Albania all'invasione ottomana, ostacolata soltanto dalla presenza di Venezia che aveva conquistato tra la fine del sec. XIII e l'inizio del XIV alcune basi in Albania. Venezia però non avrebbe potuto opporre alcuna resistenza alla penetrazione turca nell'interno del Paese, indebolito dal particolarismo e dalle discordie fra le varie signorie. Giorgio Castriota detto Scanderbeg riuscì a unificare e condurre eroicamente l'insurrezione contro il dominio ottomano e dal 1444, riunite sotto di sé nella Lega dei Popoli Albanesi le forze dei signori locali, combatté quasi incessantemente contro i Turchi fino al 1468. Alla sua morte, tuttavia, il dominio ottomano si estese rapidamente in tutto il Paese. Lasciando il governo a capi locali semiautonomi e diffondendo l'islamismo, i Turchi contribuirono ad accentuare i fattori storici di dissociazione interiore, già peculiari dell'Albania. Con il Congresso di Berlino (1878) i territori albanesi, tolti dai popoli cristiani all'Impero ottomano, furono in gran parte assegnati alla Grecia, alla Serbia e al Montenegro. La Lega di Prizren, prima forma di resistenza nazionale, su cui pesò tuttavia il sospetto di essere ispirata dalla Turchia, tentò di opporsi all'attuazione del trattato. Dopo il 1908 scoppiò contro il regime ottomano dei Giovani Turchi un'insurrezione nazionale; più tardi la I guerra balcanica (1912) offrì ai belligeranti cristiani una nuova occasione per la spartizione dell'Albania, mentre Italia e Austria intervenivano nella situazione tentando di affermare la loro influenza nel Paese.
- Dall'indipendenza alla Repubblica Popolare
- Il crollo del regime comunista e l'apertura al multipartitismo






