Spazio fisico

Indice articolo

  1. Cina
  2. Storia
  3. Economia
  4. Ambiente umano
  5. Spazio fisico

Geomorfologia generale. Il vasto territorio fu interessato da una serie di corrugamenti di epoca diversa, formatisi ai margini dell'elemento rigido arcaico dell'Asia orientale, il cosiddetto Scudo Sinico, esteso a nord dello Yangtze Kiang (Chang Jiang) sino alla Mongolia. Costituito da rocce eruttive e metamorfiche che ancora affiorano su vasti tratti, lo scudo non forma un tutto continuo; sin dal Cambriano alcune estese geosinclinali lo fratturarono, dando origine a tre masse distinte denominate Cathaysia, Gobia e Tibetia. Solo a partire dal Paleozoico emersero le catene montuose che attraversano il territorio cinese. I principali sollevamenti si collegano alle orogenesi caledoniana ed ercinica: alla prima risalgono gli allineamenti montuosi della Cina meridionale, orientati prevalentemente da sud-ovest a nord-est, alla seconda la formazione delle assai più imponenti masse montuose del Tian Shan, Altun Shan, Qilian Shan e Qin Ling Shan, orientate da est a ovest. Il Mesozoico registrò, accanto a un'intensa attività di sedimentazione che interessò molte regioni interne della Cina (per esempio lo Sichuan), fenomeni orogenetici dai quali ebbe origine la fascia di rilievi che dal Kunlun si distendono a gomito verso lo Yunnan e la Penisola Indocinese, con un orientamento determinato dalla resistenza opposta dallo Scudo Sinico alle pressioni esercitate da sud-ovest. All'orogenesi alpina si devono invece alcuni corrugamenti periferici alla regione cinese, tra cui soprattutto quello himalayano. Anche il Quaternario non mancò di lasciare tracce imponenti, da una parte con l'attività di modellamento glaciale, dall'altra con la formazione per sedimentazione alluvionale o eolica della maggior parte delle pianure cinesi, da quella della Manciuria alla grande pianura del Huang He e al basso corso di vari fiumi della Cina orientale sino ai bacini desertici del Tarim e della Zungaria. Un aspetto particolare del processo di sedimentazione eolica è stato quello che ha portato alla formazione del löss, depositi di fine terra gialla proveniente dalle zone aride della Mongolia e che si estendono per circa 300.000 km 2 , raggiungendo spessori anche di alcune centinaia di metri; essi caratterizzano soprattutto l'altopiano attraversato dalla grande ansa del medio corso del Huang He.

 

Cina propria. Di moderata elevazione, la Cina propria appare formata da una serie di ampie terrazze che gradatamente discendono dal Tibet al litorale del Pacifico; la sua struttura risulta però estremamente complessa, per l'azione di dislocazioni più o meno parallele che interrompono la citata morfologia a gradoni. La Cina propria viene a sua volta suddivisa in due principali aree: una centro-settentrionale, essenzialmente pianeggiante, e una meridionale, in prevalenza collinosa. La sezione centro-settentrionale, con le estese pianure formate dalle alluvioni del Huang He e dello Yangtze Kiang (Chang Jiang), corrisponde strutturalmente a una subsidenza del blocco arcaico. Essa è orlata a nord dai rilievi che formano le scarpate meridionali degli altopiani della Mongolia Interna (particolarmente vigoroso il rilievo dello Shanxi : Heng Shan, 2.376 m; Luliang Shan, 2.771 m), a sud dai più bassi allineamenti (Mufu Shan, 1.538 m) che si ricollegano a quelli della Cina meridionale. All'interno questa grande area depressionaria si solleva gradatamente verso gli altopiani tibetani, con una regione di transizione formata da allineamenti longitudinali (Qin Ling Shan, 4.113 m) con interposte depressioni, tra cui quella ampia e ben marcata dello Sichuan. Pur nella prevalenza delle distese pianeggianti, la vasta depressione della Cina centro-orientale è costituita da una serie di subsidenze tra loro divise da blocchi sollevati, come quello che forma l'ossatura della Penisola dello Shandong (1.524 m) e quello rappresentato dai rilievi che orlano a nord la depressione del Hubei (Dabie Shan), dove si espande in terreni lagosi e paludosi il Chang Jiang (Yangtze Kiang). A sud di questo fiume inizia la Cina meridionale, strutturalmente più complessa, nella quale i lineamenti orografici portano a riconoscere due distinte sezioni che corrispondono a diverse fasi orogenetiche. Nella parte più occidentale (Yunnan), assai aspra, si innalza, specie in prossimità della Birmania, una serie di imponenti catene montuose (Yun Ling Shan, 4.602 m), che si connettono al grande arco di piegamenti mesozoici dal Kunlun alla Penisola Indocinese; nell'area centrale e orientale dello Yunnan, come nel vicino Guizhou, il rilievo si distende invece in vaste formazioni tabulari. Meno aspra e più discontinua è la morfologia in tutta la restante sezione della Cina meridionale, che presenta un irregolare succedersi di dorsali montuose elevate in media 1.000 m (eccezionalmente raggiungono i 1.922 m i Nan Ling Shan e i 2.120 m i più vigorosi Wuyi Shan), separate da più o meno ampi bacini; il ringiovanimento in era cenozoica degli antichi rilievi ha infatti dato origine a blocchi sollevati e depressioni vallive, spesso in difficile comunicazione tra loro.

 

Manciuria. La Manciuria, in parte costituita da massicci arcaici, è contraddistinta da una vasta depressione, compresa tra la barriera montuosa del Da Hinggan Lin (Grande Khingan, 1.656 m), orlatura orientale dei tavolati mongoli, lo Xiao Hinggan Lin (Piccolo Khingan ), sovrastante la vallata dell'Amur, e le catene che chiudono a nord la Penisola Coreana. Queste ultime si collegano a tutta una serie di colline e di bassi massicci montuosi , separati da vaste depressioni vallive, che interessano gran parte della Manciuria centrale e orientale; ampie pianure ricoperte da formazioni neozoiche si hanno invece a Ovest.

 

Mongolia interna e Xinjiang Uygur (Sinkiang Uighur). A ovest del Grande Khingan ha inizio una vastissima e pressoché ininterrotta fascia arida, che comprende l'altopiano della Mongolia Interna e le due ampie depressioni endoreiche del Sinkiang Uighur: la Zungaria (= Yunggar Pendi) e il Bacino di Tarim. La Mongolia Interna corrisponde a una porzione del basamento arcaico, con sovrapposizioni sedimentarie diverse, terziarie e soprattutto quaternarie; si presenta come un immenso penepiano, alto in media 1.000 m; rare sono le catene delle zone interne, mentre i più imponenti (Holan Shan, 3.600 m) si innalzano lungo il bordo meridionale. Steppica nella porzione orientale la regione si fa decisamente desertica a ovest, comprendendo il Deserto dell'Ordos (= Muks Shamo), chiuso nella grande ansa del Huang He, quell o contiguo di Ala Shan e, più a nord, la porzione meridionale del Deserto di Gobi. La Mongolia Interna si spinge a ovest sino ai Monti Bei Shan, al di là dei quali la regione trapassa quasi insensibilmente nel territorio del Sinkiang Uighur, dove un'imponente orlatura montuosa cinge le due grandi depressioni della Zungaria e del Tarim, occupata quest'ultima dal più esteso deserto sabbioso della Cina, il Taklimakan , di oltre 400.000 km 2 . Entrambi i bacini risalgono all'era quaternaria e sono subsidenze tettoniche formatesi in seguito ai contraccolpi che hanno fatto nascere l'Himalaya. La Zungaria,di forma triangolare, è dominata a nord-est dalla poderosa catena dell'Altaj Mongolo, che tocca i 4.362 m, a nord-ovest da una serie di massicci separati da ampie vallate e, lungo il lato meridionale, dal Tian Shan, formidabile bastione divisorio tra le due depressioni ma discontinuo, frammentato in blocchi che evidenziano le gigantesche fratturazioni subite da questa tormentata regione, in cui una delle più marcate singolarità consiste nella criptodepressione di Turpan, situata a 154 m al di sotto del livello del mare: è la più profonda della Cina e la seconda del mondo dopo quella del Mar Morto. Particolarmente poderosa è però l'orlatura del Bacino del Tarim, cui fanno corona, oltre al Tian Shan, il Massiccio del Pamir, circondato da possenti elevazioni, e le catene del Karakoram (8.611 m nel K2), del Kunlun (7.723 m nel Monte Ulugh Muztag) e dell'Astin Tagh (6.303 m).

 

Tibet (Xizang). L'ultima e periferica area strutturale della Cina è il Tibet , una zolla antica, in parte rimasta rigida. Si tratta di un insieme abbastanza complesso di altopiani e di catene montuose che occupa, oltre alla vera e propria regione amministrativa del Tibet, anche la provincia del Qinghai e che può essere morfologicamente ripartito in tre principali subregioni: l'Altopiano del Tibet per eccellenza, il Bacino del Tsaidam, a est, e le catene del Transhimalaya e dell'Himalaya, a sud. Cuore delle alte terre, l'Altopiano del Tibet è il più vasto ed elevato (in media 4.000-5.000 m) della Terra, chiuso a nord dal bastione del Kunlun, sovrastato da catene montuose di oltre 6.000 m che si alternano a depressioni endoreiche, occupate da acquitrini o laghi. A sud termina con un gigantesco solco tettonico, su cui incombono a nord la Catena del Transhimalaya (monti Nyenchen Tanglha e Kailas o Gangdis), con alcune vette superiori a 7.000 m, e a sud il più possente Himalaya, dominato dal Monte Everest (8.846 m). L'altopiano è orlato a nord dalla barriera del Kunlun e dal più esterno arco montuoso formato dall'Astin Tagh e dal Nan Shan: tra i due allineamenti è lo Tsaidam, distesa piatta e uniforme ricoperta da un deserto sabbioso e pietroso a ovest e da un immenso acquitrino salmastro a est. Nella porzione sud-orientale del Tibet, infine, le catene si restringono e gradualmente si abbassano formando una serie di corrugamenti, solcati dalle vallate dei fiumi Salween, Mekong e Yangtze Kiang che, con un'ampia curva verso sud, conducono allo Yunnan e all'Indocina.

 

Coste e isole. La Cina si affaccia a est e a sud-est per circa 8.000 km all'Oceano Pacifico, che qui si articola nel Mar Giallo, nel Mar Cinese Orientale e nel Mar Cinese Meridionale. Si hanno, in linea generale, coste basse e sabbiose a nord, sino alla Baia di Hangzhou (fanno eccezione le montuose penisole del Liaodong e dello Shandong, un tempo unite e oggi racchiudenti il Bo Hai, o Golfo di Chihli), dove i fiumi continuano ad accumulare enormi masse di sedimenti alluvionali; sono invece alte e rocciose le coste della Cina sud-orientale, fittamente intagliate da golfi e baie e orlate da miriadi di isolotti, per effetto di recenti ingressioni marine. Tra le isole, oltre Taiwan e Hainan, fanno parte della regione cinese le Zhoushan, Dongshan, Donghai e, tutte politicamente dipendenti da Taiwan, Matsu, Quemoy e Penghu o Pescadores.

 

Clima. Nonostante la vastità e la varietà morfologica del Paese, il clima della Cina è essenzialmente soggetto all'influsso dei monsoni . D'inverno interessano una larga parte del territorio le masse d'aria continentale, fredde e secche; d'estate gli anticicloni continentali si allentano, il fronte polare si ritira e corrispondentemente subentrano masse d'aria marittime tropicali che portano copiose precipitazioni, secondo l'alternanza tipica del clima monsonico. A questo meccanismo generale della circolazione atmosferica si aggiungono naturalmente gli effetti della latitudine, dell'altitudine, dell'esposizione del rilievo, della vicinanza o meno al mare: gli influssi marittimi, infatti, penetrano solo marginalmente nelle regioni interne, lontane e chiuse dalle barriere montuose (caratteristica è l'azione deviante esercitata soprattutto dall'Himalaya sui monsoni meridionali, che investono così tutta la Cina meridionale e orientale) e che perciò presentano un clima estremamente arido. Quanto alle precipitazioni, in genere prevalentemente estive, esse tendono a decrescere, oltre che dalla costa verso l'interno, dal sud verso il nord-ovest, dove si hanno le zone più aride; però, anche nelle più umide regioni sud-orientali, le piogge non raggiungono mai gli altissimi valori di altre aree monsoniche. Infine, assai frequenti da maggio a settembre, sono i tifoni.

 

Clima in Manciuria e nelle regioni orientali. La Manciuria, aperta agli influssi continentali, ha in generale un clima temperato freddo, con inverni molto rigidi (a Harbin le medie di gennaio sono di -20 °C); le estati sono invece calde (sempre a Harbin la media di luglio è di 23 °C), ma brevi. La piovosità non è molto elevata (media sui 600-1.000 mm annui), con massimi sui rilievi esposti agli influssi del Mar del Giappone; le precipitazioni invernali hanno carattere nevoso e, verso nord, la persistenza del gelo e del manto nevoso introduce il tipico clima siberiano. Anche la Cina centro-orientale, che rientra climaticamente nelle aree temperate, ha inverni rigidi - assai meno però che in Manciuria - e secchi: a Pechino la media di gennaio è di -5 °C, valore che si innalza progressivamente verso sud (5 °C circa sulla linea dello Yangtze Kiang o Chang Jiang). Per contro le temperature estive sono piuttosto uniformi: tutta la regione è sotto l'influsso delle masse d'aria marittime e le medie di luglio quasi ovunque si aggirano sui 25 °C. È ancora nei mesi estivi che si ha la quasi totale concentrazione delle precipitazioni; complessivamente a Pechino cadono 600 mm annui, valore che aumenta gradatamente verso sud dove il corso del Chang Jiang (o Yangtze Kiang) corrisponde all'isoieta dei 1.500 mm. A sud del fiume si entra nel dominio del clima subtropicale che nell'estremo sud, specie nell'Isola di Hainan e nello Yunnan, assume caratteristiche marcatamente tropicali; si può anzi dire genericamente che in tutta la Cina a sud del Tropico vi sia estate perenne. Le escursioni termiche stagionali sono piuttosto deboli; le medie invernali di gennaio si aggirano sui 10 °C, quelle estive di luglio sui 25 °C, valori che aumentano nelle aree tropicali (a Guangzhou = Canton, si hanno rispettivamente 14 °C e 28 °C, a Haikou, nell'Isola di Hainan, 18 °C e 29 °C). Ovunque le precipitazioni superano i 1.500 mm annui, con valori anche di oltre 2.000 mm nelle zone più meridionali e nello Yunnan. Le coste che fronteggiano il Mar Cinese Meridionale sono sovente investite dai tifoni.

 

Clima nella Cina interna. La Cina interna è soggetta per gran parte dell'inverno all'anticiclone continentale e per mesi e mesi non registra precipitazioni (si hanno fino a 3.000 ore annue di insolazione); soffiano venti fortissimi e le temperature invernali si abbassano notevolmente sotto lo zero, senza però raggiungere i rigori della Manciuria (in gennaio media di -15 °C nella Zungaria = Junggar Pendi; di 10 °C nel Taklimakan). D'estate le temperature sono assai elevate, specie nelle aree più depresse (nel Turpan media di 33 °C in luglio); tutta la regione è dominata allora da basse pressioni che attraggono le masse d'aria d'origine marittima, però ormai quasi del tutto prive di umidità. Nelle depressioni zungarica e del Tarim cadono annualmente meno di 100 mm di piogge che aumentano alquanto sui rilievi (600 mm sul Tian Shan), dove si hanno anche precipitazioni nevose, però relativamente scarse. Nell'Altopiano dell'Ordos cadono fino a 250 mm (ma meno di 100 mm nel Deserto di Gobi): la Grande Muraglia corre all'incirca sull'isoieta dei 380 mm, e veramente essa segna qui il limite tra terre interne aride e la Cina agricola. Il Tibet (Xizang) ha un clima continentale estremamente rigido: a partire dai 4.000 m, quota media dell'altopiano, il gelo è quasi permanente. Vi sono tuttavia delle aree più miti, specie la valle del Brahmaputra: Lhasa, a 3.630 m, ha medie di gennaio di -1 o C e di luglio di 16 °C. La barriera montuosa himalayana ostacola gli influssi del monsone meridionale estivo, mentre sul lato settentrionale la regione è aperta alle invasioni d'aria continentale. Le precipitazioni sono perciò ridotte; non superano, nella sezione centro-settentrionale, i 100 mm, ma sono di 500 mm a Lhasa e in genere nei fondivalle, elevandosi in prossimità dell'Himalaya dove, sul versante orientale, possono raggiungere i 1.000 mm. Al di sopra dei 4.800 m le precipitazioni sono solo nevose.

 

Flora. Alle diverse aree climatiche corrispondono differenti domini pedologici e vegetali. Nella Manciuria prevalgono nelle pianure le associazioni steppiche su suoli scuri, a cernozèn , mentre sui rilievi cresce la foresta temperata di latifoglie su suoli bruni; in essa però compaiono le conifere, dominanti nelle sezioni più settentrionali, dove si ha un'appendice della foresta subartica (abeti, pini, betulle, aceri e tutte le caratteristiche specie dell'area boreale fredda). Sui suoli alluvionali delle pianure del Huang He si hanno formazioni di latifoglie temperate; ma qui il paesaggio originario è stato totalmente trasformato dal millenario sfruttamento agricolo; si hanno solo macchie arboree intorno ai villaggi. A sud del Changi Jiang (Yangtze Kiang) si entra in un vasto dominio subtropicale che ha un ammanto vegetale ricco e peculiare di specie sempreverdi: è l'area sinica del bambù, che si spinge sino a 1.000 m e al quale si associano le lauracee, l'albero della canfora, la cannella; nei piani più elevati compaiono le conifere. Il manto vegetale originario in questa regione è ancora relativamente esteso, specie sui rilievi, non occupati dall'agricoltura; le foreste più rigogliose, ricche di specie tropicali, si trovano nello Yunnan; anche qui però non mancano le aree degradate dall'agricoltura. Nelle regioni aride interne si entra nel vasto dominio delle steppe, che iniziano con caratteri peculiari nelle terre del löss, dove alle graminacee si associano piante arbustive. Negli altopiani della Mongolia Interna le formazioni steppiche sono estremamente impoverite, costituite da specie arbustive xerofile e ancora da graminacee; su vaste aree si hanno suoli sabbiosi del tutto privi di vegetazione (Gobi). Nei grandi bacini del Tarim e della Zungaria il manto steppico è rotto, nelle zone pedemontane, dalla vegetazione riparia delle oasi, mentre sui versanti montuosi sovrastanti si stendono, nelle aree più umide, foreste di conifere. Una vegetazione particolare, d'ambiente freddo d'alta quota, si ha infine sugli altopiani tibetani, con associazioni steppiche di graminacee che nei luoghi più umidi, sotto i 4.500 m, si arricchiscono di rododendri, di arbusti montani e di specie proprie delle praterie alpine.

 

Fauna. La fauna cinese è quanto mai ricca e varia soprattutto di vertebrati, fra i quali abbondano le specie endemiche. Fra le scimmie un particolare cercopitecide, Rhinopi thecus roxellanae , è proprio delle alte montagne della Cina centrale e sud-occidentale (nel Gansu, Sichuan, Yunnan e Guizhou), mentre alcune sue sottospecie si spingono fino al Tibet. Nello Yunnan si trova pure il langur dal berretto e in quasi tutte le regioni meridionali la scimmia dagli occhiali e numerose specie di macachi. Sempre tra i Mammiferi è esclusivo il cervo acquatico, mentre hanno ampia diffusione l'elafodo e il cervulo muntjak. Tra i Carnivori il panda gigante vive sui Monti Moupin, il panda minore nella Cina meridionale; numerosi i cani-procioni, i gatti del deserto, le tigri e i leopardi delle nevi. Gli Uccelli annoverano moltissimi esemplari, soprattutto fagiani (azzurro, dorato, di Lady Amherst, argentato), alcuni tragopani, l'anatra mandarina, il pellicano riccio, il cormorano e il marangone. Dei Rettili la specie più caratteristica è l'alligatore della Cina, che vive esclusivamente nel bacino del Chang Jiang (Yangtze Kiang); degli Anfibi, la salamandra di Padre David, che abita nei torrenti montani della parte occidentale del Paese, e il batracupero di Karl Schmidt. Nelle acque interne, infine, numerosissimi sono i pesci, fra cui un pesce spatola (Psephurus gladius) e il pesce rosso, allevato a scopo ornamentale da tempi assai remoti ed esportato dapprima in Giappone e quindi in tutto il mondo fra i secoli XVI e XVIII.

 

Idrografia. La regione cinese possiede circa 5.000 corsi d'acqua, largamente sfruttati per l'agricoltura: la maggior parte dei bacin i sono però inclusi in una grande area esoreica che tributa all'Oceano Pacifico, mentre le regioni depressionarie interne formano bacini endoreici pari a 1/3 della complessiva superficie (specie nel Xinjiang Uygur e nel Tibet), e vastissime zone sono del tutto areiche. A eccezione di alcuni grandi fiumi, come il Brahmaputra, il Salween e il Mekong, di cui è cinese solo il tratto superiore, quasi tutti i corsi d'acqua della Cina si sviluppano da ovest a est, in rapporto al generale andamento del rilievo: è il caso appunto dei due massimi fiumi cinesi, il Huang He (Fiume Giallo) e il Chang Jiang o Yangtze Kiang (Fiume Azzurro). Nella vita del Paese il Huang He (4.845 km di lunghezza, 771.000 km 2 di bacino) ha avuto, sin dalle origini, un ruolo fondamentale. È un grande fiume dal ritmo capriccioso (si calcola che la portata vari da 1.100 a 20.000 m3/s): imponente la continua attività erosiva e di trasporto che esso esercita soprattutto nel suo bacino intermedio compreso nella regione del löss, resa spoglia di vegetazione dal secolare sfruttamento agricolo; il nome Fiume Giallo si riferisce infatti al colore delle acque cariche di limo. Le sue piene, motivate dal regime monsonico delle precipitazioni, hanno avuto conseguenze sovente disastrose nelle pianure che attraversa. Nel giro di 3.000 anni ha dato luogo a 1.500 inondazioni e ha cambiato corso sette-otto volte, spostando ripetutamente la sua foce, anche di 600 km. Oggi però, con una serie di canali di derivazione e di irrigazione, con estese opere di rimboschimento e con la realizzazione (in parte ancora in corso) di gigantesche dighe, il Huang He è stato posto sotto controllo. L'opera più colossale resta il Canale Imperiale (Grande Canale o Da Yunhe), lungo 1.782 km; attuato fin dal XIII secolo e oggi rimodernato, collega Pechino a Suzhou, mettendo in comunicazione il Huang He con i fiumi Hai He, Huai He e Chang Jiang. Più lungo (5.800 km) è il Chang Jiang che stende il suo bacino, vasto ben 1.826.715 km 2 , in regioni più boscose: il trasporto detritico è perciò inferiore a quello del Huang He (rispettivamente di 1.500 e di 500 milioni di t annue), benché egualmente cospicuo data l'assai più rilevante portata (sino a 90.000 m3/ s), resa elevata dalle abbondanti precipitazioni di gran parte del suo bacino. Terzo importante fiume della Cina orientale, benché assai inferiore ai precedenti, è il Huai He, che attraversa l'Anhui e il Jiangsu, portando al mare un'enorme quantità di sedimenti. Più frammentata idrograficamente è la Cina meridionale, che in larga misura rientra però nel bacino del Chang Jiang (Yangtze Kiang). Tra i numerosi fiumi che sfociano direttamente al mare (Min Jiang, Wu Jiang e altri) il principale è il Zhu Jiang o Fiume delle Perle, che raccoglie le acque di vari fiumi, tra cui l'assai più lungo Xi Jiang, e sbocca presso Macao con un apparato deltizio molto ampio in continuo avanzamento (Guangzhou, o Canton, un tempo sul mare, oggi ne dista 12 km). Notevole è la quantità delle acque trasportate nel bacino del Tarim, in quanto i fiumi sono alimentati dai ghiacciai e dai nevai delle imponenti catene montuose periferiche, in particolare dal Karakoram. I corsi d'acqua confluiscono nel Tarim, che rappresenta l'unico collettore della regione. Sull'Altopiano Tibetano le acque si raccolgono in laghi, dolci o salmastri, posti sul fondo delle numerose depressioni; nel Chamdo, invece, l'idrografia è esoreica e dà origine ai possenti fiumi dell'Asia orientale, dal Chang Jiang (Yangtze Kiang) al Mekong e al Salween. A ridosso dell'Himalaya, infine, scorrono in direzioni opposte l'Indo e il Brahmaputra. In genere i laghi che costituiscono lo sbocco dei fiumi nei bacini interni, per esempio l'Ulungur Hu nella Zungaria, il Lop Nur e il Bosten (Bagrax) Hu nel bacino del Tarim, il Nam Co nel Tibet, sono spesso salati, a causa della grande evaporazione: è questo il caso del Qinghai Hu o Koko Nor, il più ampio (4.456 km 2 ) lago salato della Cina, situato nella Provincia di Qinghai.