Ambiente umano

Indice articolo

  1. Cina
  2. Storia
  3. Economia
  4. Ambiente umano
  5. Spazio fisico

Popolamento e gruppi etnici. La popolazione cinese si è formata per millenarie fusioni tra gruppi umani che gravitavano, fin dal III millennio, sulle pianure del Huang He. Tali mistioni derivarono da un progressivo assorbimento, da parte dei gruppi organizzati in senso agricolo e sedentario, di genti nomadi, periferiche, dedite alla pastorizia, all'agricoltura itinerante, ai commerci. La dinamica sedentarietà-nomadismo è stata infatti, sin dalle origini, il carattere saliente della civiltà cinese, che si è espansa per successive conquiste e assimilazioni etniche, a cui sono rimaste estranee le popolazioni più appartate e lontane dello Yunnan, del Tibet, del Xinjiang Uygur, della Mongolia Interna. La popolazione della Cina, infatti, è molto eterogenea, tanto che il nome di Cinesi dovrebbe essere dato solo al gruppo etnico Han e più propriamente agli Han centro-orientali; infatti, tra gli Han si notano, dal punto di vista etnologico e più ancora antropologico, non poche differenze fra quelli della Cina centrale e quelli del nord e del sud. Oltre agli Han, che fra tipi puri (circa i 2/3 dei Cinesi) e meticciati formano più del 93% della popolazione della Cina, vi sono numerose etnie (oltre 50), alcune delle quali contano diversi milioni di individui. Le più importanti, come quelle dei Zhuang (Kwan o Kuan; 15,4 milioni) del Guangxi Zhuang, degli Hui (Hwei; 8,6 milioni) del Ningxia Hui, dei Manciù (9,8 milioni), degli Uiguri (7 milioni) del Xinjiang Uygur, dei Mongoli (4,8 milioni), dei Tibetani (4,5 milioni), sono ormai sinizzate più o meno profondamente, e soprattutto negli anni della Rivoluzione Culturale i loro sistemi di vita tradizionali hanno subìto revisioni profonde.

 

Sviluppi demografici. Alla metà del XVIII secolo sembra vi fossero nel Paese 165 milioni di abitanti, divenuti 300 milioni alla fine dello stesso secolo; si attribuisce la causa dei primi forti aumenti demografici in buona parte all'introduzione nella Cina meridionale delle colture del mais e della patata, che risolsero gravi problemi alimentari. Successivamente però l'incremento demografico, data l'elevata mortalità, non superò mai lo 0,75%. Ma la natalità era fortissima e così all'inizio di questo secolo, col miglioramento delle condizioni sanitarie, l'incremento subì spinte eccezionali e se ne ebbe la riprova al primo censimento del 1953 (si calcolò una popolazione composta da 581 milioni di individui, esclusa Taiwan). Successivamente si svolsero i censimenti del 1964 (695 milioni di abitanti) e del 1982 (1.008.000.000 di abitanti). Il tasso d'incremento era dell'1,7%, che si ridusse progressivamente (tra il 1989 e il 1994 fu dell'1,3%) anche in conseguenza delle misure prese dal governo per limitare la crescita demografica dovuta al progressivo aumento della durata della vita media, passata, nel trentennio 1949-79, da 32 a 69 anni. Nel corso dei secoli, in seguito all'eccessiva pressione demografica di certe zone, vi furono spostamenti delle popolazioni verso le terre di nuova conquista (fenomeno questo mai cessato), e l'emigrazione di molti Cinesi all'estero (valutati oggi da 15 a 20 milioni, in gran parte in Asia).

 

Forme di insediamento. La popolazione è ancora in gran parte contadina, ma la migrazione verso le città è stata negli ultimi decenni massiccia, sebbene pianificata sulla base delle occasioni di lavoro create dalle nuove imprese industriali e commerciali. Si è anche avuta la nascita di città nuove, specie nelle regioni di recente conquista agricola e mineraria, mentre nelle zone rurali molti centri hanno assunto funzioni che, nel passato, la struttura economica e sociale basata sul villaggio più o meno autosufficiente rendevano superflue. L'urbanesimo in senso moderno è nato in Cina con la penetrazione commerciale occidentale: la città cinese, infatti, era all'origine, un centro amministrativo o una guarnigione militare o sede del sovrano. L'espansione urbanistica del secolo scorso ha distrutto l'armonica struttura antica, che in parte si conserva solo a Pechino e in poche altre città, mentre i grandi centri portuali, come Shanghai, Tientsin (o Tianjin) e Canton (o Guangzhou) assumevano gli aspetti delle città occidentali, con i grandi edifici centrali sedi delle compagnie commerciali, circondandosi di numerosi e poveri sobborghi. Negli ultimi decenni le vecchie città cinesi sono state in gran parte risanate, dotate di adeguati servizi, di mezzi moderni di trasporto e ampliate con nuovi quartieri di abitazione.

 

Urbanesimo e città. Gli sviluppi dell'urbanesimo sono indicati da alcune cifre: nel 1953 la Cina contava una popolazione urbana di 89 milioni di abitanti, divenuti 382 milioni nel 1985. Dal 1950 al 1960 sono state rimodernate oltre 2.000 città e ne sono state create ex novo circa 200; nel 1985 ben 57 città superavano il milione di abitanti. Le tre grandi metropoli cinesi sono Tientsin = Tianjin, Pechino = Beijing e Shanghai (una delle più popolate città del mondo); le loro origini sono però assai differenti. Pechino, l'antica splendida capitale dei Mongoli, punto d'arrivo della "Via della Seta", da secoli celebre centro storico, culturale e artistico (oggi anche industriale), è il centro politico-amministrativo della Cina. Shanghai, la capitale economica del Paese, è invece del tutto moderna. Tientsin = Tianjin (lo sbocco sul mare della capitale) è un porto attivo soprattutto a partire dal secolo scorso e oggi città commerciale e industriale di primo rango. Tutte le altre città assolvono limitate funzioni regionali. L'area più urbanizzata, grazie al suo elevato grado d'industrializzazione, è la Manciuria (dove esistono diverse metropoli), la cui crescita è avvenuta quasi interamente nel corso di questo secolo. Shenyang (in mancese Mukden) è la maggiore, sviluppatasi come centro commerciale e poi industriale, con colossali impianti che sfruttano i ricchi giacimenti locali di ferro e carbone; non lontano da Shenyang sorgono, sempre con stabilimenti siderurgici e metallurgici, Fushun, Benxi (Penki) e Anshan che, nell'insieme, formano una conurbazione paragonabile alla Ruhr. Sbocco portuale della regione è Dalian, fiancheggiata dalla vicina Lüshun, la vecchia Port Arthur. Il bacino del Chang Jiang (Yangtze Kiang) ospita, oltre a Shanghai, numerose grandi città, come Nanchino (Nanjing), valorizzata in epoca moderna, centro industriale che opera soprattutto in funzione della regione agricola del basso Chang Jiang. Nella sezione media del grande bacino sorge Wuhan, una delle maggiori città cinesi, porto fluviale e attivo nodo di comunicazioni, sede di un complesso siderurgico che sfrutta i minerali ferrosi dei vicini giacimenti e il carbone del Sichuan. Sulla costa meridionale della Cina si succede una fitta serie di porti; i maggiori sono Fuzhou, assai suggestiva, con le sue vie d'acqua, i suoi ponti, le sue eleganti architetture (è detta la "Venezia d'Oriente"), e soprattutto Guangzhou (Canton), le cui fortune sono legate alla funzione di grande emporio commerciale, sede tra l'altro di una fiera merceologica internazionale di larghissima rinomanza, ma oggi altresì dotato di industrie poderose.