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Spazio fisico
Geomorfologia
Geologicamente la Turchia europea è costituita dalla Tracia, una piccola porzione di territorio (23.764 km2) all'estremità sud-orientale della Penisola Balcanica, costituita da un bacino depresso di origine tettonica, delimitata a nord dai rilievi degli Yildiz Daglari (1.030 m) e a sud dai Ganos Daglari (945 m), entrambi molto erosi e di età antica. La Turchia asiatica forma una vasta appendice peninsulare dell'Asia: da qui il nome, usato largamente un tempo, di Asia Minore, che coincide con l'Anatolia, "terra di levante" per i Greci. Il territorio è strutturalmente la continuazione del sistema dinarico, che attraverso gli arcipelaghi dell'Egeo, parti emerse di una zolla antica (Egeide), riappare in superficie nell'Anatolia. Quest'ultima è formata da una parte più antica nell'altopiano centrale e da due zone di recente creazione, le catene montuose del Tauro, parallelo al Mar Mediterraneo, e dei Monti Pontici, paralleli al Mar Nero. I due allineamenti montuosi periferici sono sorti nel Cenozoico, nell'ambito dei poderosi sommovimenti che interessarono il Caucaso, l'Elburz e lo Zagros. L'altopiano centrale è invece un'antica zolla sollevata, soggetta a fratture e deformazioni, ma sostanzialmente rimasta rigida tra i due corrugamenti laterali. Morfologicamente si tratta di un penepiano di rocce paleozoiche e prepaleozoiche, metamorfiche, talora affioranti in superficie; esso è mosso da dorsali e depressioni, coperte queste ultime da sedimenti cenozoici e da coltri più recenti, d'origine lacustre e alluvionale. Verso ovest l'altopiano, sul Mediterraneo, presenta una serie di vallate sovrastate da massicci granitici e vulcanici, come l'Uludag, l'Akdag e il Bozdag (con altitudini fino a 2.000 m). La costa egea risulta in tal modo articolata da una serie di promontori e rientranze, costituite da depressioni tettoniche, rivelata dalla loro stessa direzione longitudinale, tra cui i golfi di Edremit, Smirne, Mandalya, e da alcune espansioni deltizie, come quelle del Gediz e del Meandro (il turco Büyük Menderes).
Catene anatoliche
Fra le due catene montuose che orlano a sud e nord l'Anatolia la più imponente e massiccia è quella del Tauro, con un'altezza media di 2.000 m, raggiungendo un'elevazione massima di 3.585 m nei Bolkar Daglari e di 3.734 m negli Ala Daglari, posti entrambi nella sezione centrale. Il rilievo taurico ha una struttura complessa, molto fagliata, con blocchi di rocce sedimentarie sormontanti formazioni paleozoiche, metamorfiche e cristalline. La catena è povera di varchi: l'unico agevole sono le Porte Cilicie o Passo Gülek, a 1.050 m, tra i Bolkar daglari e gli Ala Daglari, tradizionale, storico passaggio verso la Siria. La parte principale sovrasta la costa mediterranea, determinandone il profilo e il carattere litorale, in genere precipite e roccioso. In corrispondenza dei golfi di Adalia (Antalya) e Alessandretta (Iskenderun), nella piana della Panfilia, la costa diviene pianeggiante, grazie all'apporto dei fiumi, tributari del Mar Mediterraneo. Verso oriente il Tauro si separa in Tauro orientale esterno e Tauro orientale interno, inarcandosi a nord delle piane siro-mesopotamiche. Differenti appaiono le montagne pontiche, poste a settentrione: la catena è discontinua, pur facendo parte di un unico elemento tettonico, distinto dall'altopiano lungo una linea di faglia, causa di frequenti e disastrosi terremoti. A esse si riconduce la formazione degli stretti del Bosforo e dei Dardanelli , che permettono di collegare il Mar Nero con l'Egeo. Nel complesso si presenta come una successione di catene separate da qualche varco, come quello del Kizilirmak, attraverso il quale il bacino fluviale sbocca nel Mar Nero. La sezione orientale del sistema pontico diviene più elevata; qui la catena supera in più punti i 3.000 m e dove la massima vetta, che sovrasta da vicino il Mar Nero, è rappresentata dal Kaçkar Dagi, di 3.937 m.
Acrocoro armeno
Nella parte orientale, corrispondente all'Armenia turca, s'innalzano alcuni complessi montuosi che si ricollegano nella parte mediana al Tauro orientale, formando una regione elevata, ad acrocoro, situata a un'altitudine media di 1.800 m. La regione, un nodo orografico (nonché geografico) tettonicamente e morfologicamente assai movimentato, rinsalda la Penisola Turca al continente asiatico. È percorsa da una serie di catene pressoché parallele, che raggiungono la massima elevazione con il Bingöl Daglari (3.250 m), separate da valli e da depressioni anche ampie, come quella che ospita, a 1.646 m di quota, il Lago di Van. Molti sono gli edifici vulcanici, posti ai margini di tali depressioni, segno delle forti opposizioni strutturali del territorio; i più imponenti sono il Süphan Dagi (4.434 m), presso la sponda settentrionale del Lago di Van, il Büyük Agri Dagi, il celebre monte Ararat, situato a dominio della valle dell'Aras, al confine tra l'Armenia e l'Iran. L'Ararat è la massima cima della Turchia e una delle più imponenti del l'Asia occidentale, culminante a 5.165 m con un vasto ripiano craterico ricoperto da ghiacci. La tettonica estremamente tormentata e la forte vulcanicità fanno sì che questa sia anche una delle zone di più intensa sismicità del continente. Oltre a quelli armeni, vari altri edifici vulcanici sovrastano l'Altopiano Anatolico, quali il già citato Uludag (2.543 m), non lontano dal Mar di Marmara, e l'Erciyas Dagi (3.916 m), posto tra le alte valli dei fiumi Kizilirmak e Seyhan; la loro ubicazione è sempre in rapporto con le zone tettonicamente più interessate da fratture e sprofondamenti basali e la loro origine è da porre in relazione con i generali moti di sollevamento orogenetico del Cenozoico. Montuosa appare anche la sezione turca del Kurdistan, corrispondente all'estremo lembo sud-orientale del Paese; strutturalmente assimilabile alla saldatura tra il Tauro orientale esterno e il sistema dello Zagros (Iran), comprende una serie di massicci spesso di morfologia alpina, rude e impervia, che toccano i 4.168 m nel Cilo Dagi.
Clima
Il territorio turco rientra, per ciò che riguarda il clima, nell'area mediterranea temperata calda, caratterizzato però da notevoli differenze tra le fasce costiere e le aree interne, e dalla scarsità di precipitazioni. Così sull'altopiano, situato ad altitudini relativamente elevate e povero di precipitazioni, si ha un clima che in taluni punti assume persino i caratteri del clima desertico freddo, come nella piana di Konya. Nelle zone costiere invece, a seconda dell'esposizione e dell'altitudine, si hanno climi temperati caldi o temperati freddi propri dell'area mediterranea. È la conformazione stessa del territorio che, con il suo altopiano orlato da catene montuose, ostacola il cammino delle masse d'aria che lo investono da nord-est, nord-ovest e sud, dando origine a situazioni climatiche differenti. Le precipitazioni che cadono soprattutto d'inverno sono dovute per lo più alle masse d'aria d'origine atlantica, provenienti da nord-ovest, quando si attenuano gli influssi dell'anticiclone che staziona d'estate sul Mediterraneo, da cui pure spirano venti umidi. Un'azione determinante esercitano anche le masse d'aria fredde e secche provenienti da nord-est, dagli spazi continentali eurasiatici. Si possono perciò individuare tre aree climatiche principali: la mediterranea, la continentale e la pontica. L'area mediterranea, con estati calde e inverni miti (media di gennaio 10 °C), comprende le fasce costiere della Turchia occidentale e meridionale; in alcuni punti, nella zona meridionale, si registrano temperature medie estive piuttosto elevate (ad Adana, 28 °C in luglio); le precipitazioni sono relativamente abbondanti, in media 500-700 mm annui, e cadono in prevalenza nei mesi autunnali e invernali. L'Altopiano Anatolico presenta un clima spiccatamente continentale, dove si registrano escursioni termiche elevate con inverni rigidi e precipitazioni, solo nei mesi invernali, relativamente povere (500 mm ma meno di 300 nella piana di Konya); nell'Anatolia orientale tali aspetti climatici divengono sempre più rudi (forti escursioni termiche, medie assai basse, notevoli precipitazioni nevose): a Erzurum per esempio la media di gennaio è di -10 °C. Particolare è il clima dell'area pontica: sul litorale del Mar Nero il clima è mite, caratterizzato da buone precipitazioni (2.000 mm e oltre nei versanti meglio irrorati), regolarmente distribuite nell'arco annuale; le temperature medie sono però considerevolmente più basse che nelle altre zone marittime del Paese, dovute sia alle estati non eccessivamente calde, sia agli inverni piuttosto freschi (media di gennaio 6 °C). La Tracia infine risente maggiormente degli influssi mediterranei.
Flora
La distribuzione così variegata delle specie vegetali dipende dalle condizioni climatiche e geografiche. L'area pontica, con il suo clima piovoso e temperato, si differenzia dal restante Paese: fitti ammanti di latifoglie (querce, faggi, aceri) e molte delle piante diffuse anche in Europa come il ciliegio (il nome del frutto deriverebbe infatti dalla città turca di Giresun, l'antica Cerasus ). Nell'altopiano, per la diffusa aridità, prevalgono le formazioni steppiche, simili a quelle predesertiche: le artemisie, il cardo, i cactus, le graminacee, e lungo i fiumi e le sorgenti d'acqua, i pioppeti, che segnalano immancabilmente un'oasi o la presenza di un villaggio. Lungo la costa mediterranea l'olivo con la vite dominano sovrani insieme ad altre essenze tipicamente mediterranee, come l'oleandro, il carrubo, il pistacchio; non mancano specie subtropicali, come il banano e la palma da dattero.
Idrografia
Lo sviluppo idrografico del territorio turco è piuttosto povero; mancano, rispetto alla grandezza del Paese, fiumi di un certo rilievo per lunghezza e ampiezza di bacino. Ciò dipende sia dalla povertà delle precipitazioni sia dalla presenza di rilievi in prossimità della costa, che ostacolano il fluire dei corsi d'acqua in mare e creano la stagnazione delle acque in bacini depressi. Fra questi i bacini lacustri di notevoli dimensioni, come il lago Tuz (Tuz Gölü), con 1.642 km 2 , e, tutti vicini tra di loro, quelli di Beysehir, Egridir e Aksehir; altri occupavano un tempo ampie aree della piana di Konya, ormai bonificata. Il più vasto però, il Lago di Van (3.738 km 2 ), corrisponde come si è detto a una depressione dell'acrocoro armeno. Molti bacini lacustri sono salati; in particolare il lago Tuz, profondo appena qualche metro, raggiunge una delle concentrazioni saline più alte del mondo. Dell'Altopiano Anatolico, soltanto la sezione centro-settentrionale comunica abbastanza agevolmente col mare, malgrado la presenza dei Monti Pontici: i maggiori tributari del Mar Nero sono il Kizilrmak, il più importante corso d'acqua interamente turco (1.182 km) e il Sakarya (824 km). Sul lato meridionale, tra i monti del Tauro, il bacino del Ceyhan ha una notevole estensione, penetrando nell'altopiano, assieme al parallelo Seyhan. Le acque dell'acrocoro armeno sono raccolte dall'Eufrate che, attraverso varchi difficili, arriva alle pianure siro-mesopotamiche (verso cui discende anche il Tigri, alimentato dal Tauro orientale) e dall'Aras, che scorre in senso opposto all'Eufrate sfociando nel Mar Caspio. Gli altri fiumi sono piuttosto brevi e il loro corso si svolge lungo le scarpate esterne dei rilievi che chiudono l'altopiano; discreto sviluppo hanno quelli egei data la conformazione distesa del versante occidentale dell'altopiano, solcato da lunghe vallate: i principali sono quelli già menzionati, cioè il Meandro , il Gediz e il Bakir.






