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Spazio fisico
Morfologia. Il territorio siriano corrisponde solo in parte alla Siria antica, storica, che all'incirca comprendeva la fascia costiera occupata dai rilievi del Libano e dell'Antilibano: verso est, infatti si spinge, con un caratteristico "becco d'anatra", fino all'alta Mesopotamia, toccando il Tigri e includendo una buona parte del corso medio dell'Eufrate, mentre verso ovest la sua apertura al Mediterraneo è limitata dalla presenza del Libano e dall'appendice turca corrispondente al vecchio Sangiaccato di Alessandretta (passato alla Turchia nel 1939), sicché si affaccia al mare per appena 183 km. Strutturalmente il territorio è formato da distese tabulari che rappresentano la sezione settentrionale del grande Altopiano Siro-Arabico. Su queste superfici cristalline, paleozoiche, che affiorano in diversi punti del Paese, si sono sovrapposte coltri sedimentarie del Mesozoico, con prevalenza di arenarie e calcari del Cretaceo, che hanno oggi una notevole estensione, benché in parte incise e smantellate dall'erosione. Nella sezione occidentale, però, i tavolati sono stati interessati nel Miocene dalle fratture e dai perturbamenti tettonici che rappresentano la continu azione dei movimenti cratogeni che hanno separato l'Africa dall'Asia formando la gigantesca fossa siro-africana: a essi si deve la formazione del Gebel Aansarîyé (o Catena Alauita), che domina la costa siriana, e del Ghâb, la depressione percorsa dal fiume El Aâssi (Oronte). Più a sud gli stessi perturbamenti hanno originato la Catena del Libano (compresa nello Stato omonimo) e dell'Antilibano, di cui appartiene alla Siria il solo versante orientale. A queste dislocazioni tettoniche si devono le manifestazioni vulcaniche che hanno formato vaste e impressionanti superfici basaltiche o rilievi di una certa imponenza, come l'isolato Gebel el-Drouz, o Gebel Druso (1.800 m). Infine la regione posta alla sinistra dell'Eufrate, l'Al Jazira (l'isola), costituisce una sezione del grande bacino sedimentario dell'Iraq; è una vasta pianura formata da potenti strati sedimentari, che quasi insensibilmente declina verso il pedemontane del Tauro, le cui acque ne hanno reso fertile la parte settentrionale. Nonostante quindi non manchino, nella Siria occidentale, le zone accidentate, montagnose, il territorio ha sostanzialmente distese monotone, orizzontali.
Clima. Il Paese è in gran parte arido. Solo la fascia prossima al mare gode di un clima mediterraneo, con precipitazioni invernali consistenti (860 mm annui a Latakia) e temperature miti (nella stessa località si registrano 11 °C in gennaio, 26 °C in luglio). Procedendo verso l'interno questi valori mutano gradatamente, il clima si fa più continentale, più arido e ingrato. A Damasco, posta ai piedi dell'Antilibano, in una località quindi già piuttosto esclusa dagli influssi mediterranei, cadono non più di 200 mm annui di pioggia e le temperature di gennaio e di luglio passano dai 6,7 °C ai 27. Procedendo verso est si entra in un ambiente desertico, con precipitazioni scarsissime (meno di 100 mm annui) e forti escursioni termiche che, nonostante l'elevata temperatura estiva, mantengono la media annua intorno ai 18-20 °C.
Flora. Il paesaggio della Siria interna settentrionale, in corrispondenza dell'ampio pedemontane del Tauro, al confine con la Turchia, è steppico, con villaggi d'oasi orlati da pioppi lungo i corsi d'acqua temporanei; a sud, al di là dell'Eufrate, si hanno distese desertiche, con hamada di rocce gessose e arenacee, oppure con superfici di ciottoli lavici. Sui versanti dell'Antilibano i suoli rossi, d'origine calcarea, ospitano una vegetazione arborea mediterranea (querce e piante di coltivazione come mandorli, carrubi ecc.), che si fa ricca nel Gebel Aansarîyé. In tutta la sezione occidentale del Paese macchie di vegetazione riparia, di pioppi, olmi, alberi da frutto si raccolgono lungo i corsi d'acqua e i canali d'irrigazione, mentre per il resto si hanno estese colture legnose mediterranee, tra cui spiccano gli olivi.
Idrografia. L'idrografia è povera. Il fiume più importante nella sezione mediterranea è l'Oronte che, nato dalla catena del Libano, entrato in Siria raccoglie le acque del Ghâb, trasformando la depressione in una fertile oasi; sfocia a valle di Antakya (Antiochia), ormai in Turchia. L'Eufrate (Al Furat), che dalla lontana Armenia, in Turchia, solcata la Catena del Tauro, attraversa per oltre 650 km la sezione più interna del territorio siriano (dove però è arricchito dall'apporto del Khâboûr), ha quindi una posizione marginale; esso tuttavia vivacizza una sottile ma lunga fascia di terre oasiche che rappresentano una componente importante della geografia umana della Siria. Verso l'Eufrate sono diretti i numerosi uidian che scendono dall'Antilibano, e in particolare l'Uadi el Heil, costellato di pozzi e antica direttrice carovaniera. I larghi letti degli uidian portano acqua solamente dopo i brevi acquazzoni, mettendo capo a specchi lacustri incrostati di depositi salini (Sabkhel Moûh, Sabkhel ej Jabboul ecc). L'Eufrate, soggetto a un regime di tipo pluvio-nivale, ha piene considerevoli nel periodo delle piogge (dicembre-febbraio) e dello scioglimento delle nevi (aprile-maggio), giungendo sino a una portata di 8.500 m3/s, contro i 150 m3/s dei periodi di magra.






