Aspetti economici

La Siria presenta un'economia strutturalmente fragile. Le possibilità agricole sono limitate dalle non favorevoli condizioni climatiche; inoltre, se si eccettuano giacimenti petroliferi non certo di particolare rilievo, il Paese ha ben modeste risorse minerarie. Non sono mancate varie iniziative del governo volte a modernizzare le tradizionali attività agricole e a dare avvio all'industrializzazione del Paese, ma tali iniziative hanno trovato sul loro cammino ostacoli assai ardui. La Siria infatti è forse lo Stato arabo che più drasticamente ha subito le ripercussioni della complessa crisi mediorientale e del lungo e travagliato conflitto con Israele (altissime sono tra l'altro le spese militari che il Paese sostiene). La posizione che ha assunto nella Guerra del Golfo ha migliorato i rapporti con gli Stati Uniti, con l'Europa e con gli Stati arabi moderati.

 

Struttura agricola. L'agricoltura costituisce la base dell'economia del Paese; tuttavia nel suo complesso non è un settore particolarmente fiorente, pur presentando aspetti in vario modo differenziati in relazione all'ambiente naturale e alle trasformazioni apportate dall'uomo. L'irrigazione soprattutto è valsa a rendere coltivabili superfici discretamente vaste, aumentando così, a volte in modo anche considerevole, talune produzioni; ma globalmente intesa, l'agricoltura appare poco modernizzata, attestata anzi su tecniche tradizionali scarsamente redditizie, anche perché il prevalente regime di conduzione agraria, la piccola proprietà, non facilita l'introduzione su vasta scala di nuovi metodi culturali. L'abolizione dell'antico latifondo, spesso parassitario, è stato pur sempre un sensibile progresso, ma la successiva frammentazione fondiaria non ha sostanzialmente modificato il diffuso immobilismo del settore; più economicamente e socialmente incisiva è stata la creazione di cooperative. Il problema certamente più grave da risolvere per l'agricoltura siriana è l'insufficienza della rete d'irrigazione, addirittura determinante per un Paese che solo lungo la costa e nella fascia settentrionale ha precipitazioni sufficientemente copiose (in tali aree anzi i rendimenti sono elevati e le colture si praticano a rotazione). L'irrigazione è del tutto insufficiente e l'autosufficienza alimentare è ancora lontana, almeno fino a che le campagne restano così esposte all'instabilità climatica. Il governo ha perciò da tempo in corso d'attuazione un vasto programma d'irrigazione e ha già riscattato una parte del territorio che altrimenti sarebbe rimasto inutilizzato. Ciò è stato reso possibile mediante la realizzazione di una serie di dighe, atte anche a fornire elettricità alle industrie; la più importante diga è quella di Tabka sull'Eufrate (costruita con l'aiuto sovietico), che ha dato origine al Lago Assad e permette l'irrigazione di circa 640.000 ha.

 

Prodotti dell'agricoltura. Poco meno di un terzo della superficie territoriale è coltivato; di essa la metà è occupata da frumento e da orzo, cereali entrambi che resistono bene alla siccità e che sono diffusi in tutta la fascia occidentale e settentrionale dai tipici suoli rosso-bruni. Si coltivano anche, tutti destinati al consumo interno, mais e miglio e in certe aree irrigue riso, quindi ortaggi, specie pomodori e cipolle, poi ceci, fagioli, fave, lenticchie, nonché patate. Massima coltura commerciale del Paese, destinata in larga misura all'esportazione, è quella del cotone, che è diffusa soprattutto nella valle dell'Oronte; discrete, specie nel distretto di Latakia, sono le coltivazioni del tabacco e della barbabietola da zucchero. Più rilevanti sono però le tipiche colture arboree mediterranee, come quelle della vite e dell'olivo; altre oleaginose presenti sono il sesamo, la soia, il girasole e le arachidi. Buoni raccolti danno infine i frutteti: fichi, che ben si adattano alla siccità, agrumi, albicocche, pere, prugne, pesche ecc. Le foreste, estese nell'antichità, sono ormai pressoché scomparse, ridotte a pochi lembi nei distretti di Latakia, Homs, Hama e Aleppo.

 

Allevamento. Prati e pascoli coprono quasi la metà della superficie territoriale; sono sfruttati sia dalla pastorizia stanzial e sia da quella nomade. Date le condizioni climatiche e pedologiche, prevalgono gli ovini e i caprini; oltre alla lana essi forniscono, come in tutti i Paesi arabi, l'alimento carneo fondamentale. Diffuso è però anche l'allevamento dei volatili da cortile.

 

Risorse minerarie. La Siria non è particolarmente fornita di risorse minerarie; confrontate con l'enorme produzione di altri Paesi arabi,le tonnellate di petrolio annualmente estratte nella Siria nord-orientale non possono certo essere considerate elevate; tuttavia rappresentano la principale fonte di esportazione siriana. Per il resto, si hanno solo giacimenti di asfalto, fosfati, salgemma e gas naturale. È in funzione un oleodotto di 650 km, che porta il petrolio grezzo alla raffineria di Homs e da qui al porto di Tartous; il Paese è inoltre attraversato da due oleodotti: uno proviene da Kirkuk (Iraq) ed è diretto alla citata raffineria di Homs, dove si biforca nei tronchi Homs-Banias e Homs-Tripoli (Libano), l'altro, assai più breve, taglia l'estrema sezione sud-occidentale della Siria provenendo dall'Arabia Saudita e porta il greggio a Saida, nel Libano (entrambi questi oleodotti però sono stati saltuariamente interrotti a causa del conflitto libanese e delle tensioni con l'Iraq e, nel 1982, la chiusura è arrivata inevitabile). Modesta, anche se sensibilmente aumentata nell'ultimo decennio, è la produzione di energia elettrica; un tempo essenzialmente di origine termica, essa è oggi, grazie alla realizzazione di varie centrali idroelettriche, per quasi il 16% di origine idrica.

 

Industria. In stretta relazione con l'incremento della produzione d'energia è da porre lo sviluppo industriale. Benché le ingentissime spese militari pongano un forte freno agli investimenti produttivi, la Siria prosegue nel proprio intento di consolidare le strutture industriali. I principali settori riguardano naturalmente la lavorazione dei prodotti nazionali; presenta particolare rilievo l'industria tessile, specie la cotoniera, con grandi impianti a Damasco e ad Aleppo; si annoverano inoltre oleifici, complessi molitori, zuccherifici, birrifici, tabacchifici, cementifici, concerie, e la citata raffineria di Homs.

 

Comunicazioni. La Siria è sempre stata sin dall'antichità un Paese di transito e molte delle attuali strade si appoggiano sui tracciati delle vecchie carovaniere. Le vie di comunicazione non sono comunque molto sviluppate nonostante i già avviati programmi governativi, miranti al potenziamento sia della rete stradale sia di quella ferroviaria. Quest'ultima risulta particolarmente deficitaria, sviluppandosi per poco più di 2.200 km; il tronco principale collega Aleppo con Homs e Damasco e da esso si dipartono varie diramazioni che si raccordano con le linee dei Paesi vicini: Turchia, Iraq, Libano e Giordania. La rete stradale di 39.000 km (di cui 28.000 km asfaltati) consente di raggiungere abbastanza agevolmente tutti i maggiori centri del territorio. Modesti sono i servizi marittimi (un discreto traffico svolge il porto di Latakia, seguito da quello eminentemente petrolifero di Banias), mentre ben rappresentate sono le comunicazioni aeree, che fanno capo soprattutto agli aeroporti internazionali di Damasco e di Aleppo; compagnia di bandiera è la Syrian Arab Airlines.

 

Commercio. Abbastanza vivaci sono i commerci, specie quelli con l'estero; la Siria esporta prevalentemente petrolio e prodotti petroliferi; seguono, a grande distanza, cotone, prodotti ortofrutticoli, bestiame e asfalto, mentre le importazioni sono essenzialmente costituite da macchinari e prodotti industriali. L'interscambio si svolge soprattutto con vari Paesi europei, come la Francia, l'Italia, la Germania, ma le esportazioni coprono due terzi delle importazioni. I paesaggi naturali e il ricco patrimonio archeologico attraggono numerosi turisti.