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Spazio fisico
Morfologia. Esteso dalle pendici occidentali della catena dell'Antilibano (o Gebel esh Sharqi ) al Mar Mediterraneo, il territorio del Libano poggia su un antichissimo zoccolo cristallino, sul quale si andarono depositando sedimenti mesozoici (in particolare arenarie e calcari del Cretaceo); in seguito ai sommovimenti del Cenozoico, che determinarono la poderosa frattura siro-africana, si originarono nel Libano due pronunciate anticlinali, la catena del Libano a ovest, quella dell'Antilibano a est, tra cui s'interpose una ben marcata fossa. Alluvioni del Neozoico hanno colmato la depressione centrale dando origine a un'ampia valle, la Békaa, che percorre trasversalmente tutto il Paese in direzione nord-est/sud-ovest. La catena del Libano domina da vicino la costa, lasciando perciò esiguo margine alla pianura litoranea; articolata e protetta da una serie di promontori, la costa ha visto sin dall'antichità lo sviluppo di numerosi centri portuali. La catena del Libano fo rma un rilievo imponente specie a nord, dove nel Qornet es-Saouda tocca i 3.083 m; essa scende al Mediterraneo con un pedemonte collinare, inciso da valli in genere ampie, mentre più brusco è il versante interno. Larga 10 km e più, la Békaa corrisponde a una fascia pianeggiante, elevata in media 900 m, fitta di colture e ben irrigata, che si sviluppa per circa 120 km nel cuore del Paese. La catena dell'Antilibano, infine, ha una morfologia in genere dolce, tabulare, e un andamento piuttosto discontinuo; si deprime nel tratto centrale, toccando le massime cime nella sezione settentrionale (Gebel Ouâdi Hajar, 2.629 m) e soprattutto in quella meridionale con il Monte Hermon (o Gebelech Cheikh, 2.814 m), l'imponente massiccio che sovrasta i tavolati siriani da un lato e le colline della Galilea dall'altro.
Clima e flora. Il Libano gode di un clima essenzialmente mediterraneo, contraddistinto da inverni miti e piovosi e da estati assai calde e asciutte; tale fondamentale carattere climatico è però alterato dalla marittimità, dall'altitudine, dai diversi influssi delle masse d'aria. In particolare il rilievo, parallelo alla costa, impedisce il passaggio delle masse d'aria umide del Mediterraneo, e l'aridità della Békaa già preannuncia il deserto siriano. Le piogge si aggirano nella pianura costiera sui 700-800 mm annui, ma si riducono a 400-500 mm nella Békaa e sui fianchi dell'Antilibano, mentre sulle più esposte pendici occidentali della catena del Libano possono anche toccare i 2.000 mm annui; alle alte quote non mancano, d'inverno, copiose precipitazioni nevose. L'escursione termica, non molto accentuata sulla costa (a Beirut la media passa dai 12-14 °C del mese di gennaio ai 22-25 °C di luglio), si accresce nell'interno dove però, oltre alla continentalità, esercita un importante ruolo anche l'altitudine; così a Rayak, a 908 m d'altezza, si hanno 4 °C in gennaio e 20 °C in luglio, e nella celebre stazione climatica e sciistica di Les Cèdres, a 1.855 m, la media invernale si aggira sugli 0°, quella estiva sui 15 °C. In rapporto alle condizioni climatiche sulla fascia costiera è diffusa la macchia mediterranea, mentre sui rilievi, sino ai 2.000 m, si hanno formazioni boschive, con faggi, querce, abeti, pini, che a più alte quote cedono a magri pascoli. Le steppe infine occupano le aree più aride, particolarmente la Békaa.
Idrografia. L'esiguità del territorio e la prossimità dei rilievi al mare impediscono la formazione di una rilevante rete idrografica. Inoltre i fiumi libanesi hanno in genere un regime torrentizio, traendo in gran parte alimento dalle piogge invernali. Dalla catena costiera scendono al Mediterraneo vari corsi d'acqua, brevi e precipiti, tra cui il fiume Kebir (che segna il confine con la Siria), l'Ibrâhim e il Beirut; bacini molto più estesi, nonché una meno accentuata incostanza di regime, hanno i fiumi della Békaa, cioè il Litâni (Leonte), il principale fiume interamente libanese, che scorre verso sud sfociando presso Tiro, e l'Aâssi (o Asi), l'antico Oronte, che volge a nord, entrando presto in territorio siriano.