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Ambiente umano
Popolamento ed etnie. Abitato da popolazioni autoctone sin dal Paleolitico, il Libano vide già nel III millennio a.C. l'invasione e lo stanziamento di popoli semitici tra cui i Fenici, con i quali il Paese è entrato nella storia come grande nazione marinara. Le favorevoli condizioni ambientali influirono sul popolamento, che ebbe e ha tuttora densità assai superiori a quelle dei Paesi vicini; il Paese fu inoltre demograficamente influenzato dall'aver costituito, nei periodi di più acceso proselitismo islamico, un sicuro asilo ai fedeli delle più svariate chiese, cattoliche e ortodosse, nonché alle stesse minoranze arabe eterodosse, quali i Drusi. Ciò spiega come, oltre alla fascia costiera, siano ben popolate le plaghe montane, che rappresentano naturalmente le zone di maggior protezione, mentre più rado è l'insediamento nella Békaa.
Sviluppo demografico e città. Il forte incremento della popolazione si ebbe solo al termine della dominazione ottomana, prendendo soprattutto avvio negli anni che precedettero l'acquisizione dell'indipendenza. Così i 785.000 abitanti del 1932 erano già quasi raddoppiati (1.450.000) nel 1956. Solo una piccola parte della popolazione libanese vive tuttora nei villaggi agricoli, ubicati specialmente nell'interno, mentre le città si scaglionano lungo la costa. La capitale accoglie ormai 1,9 milioni di abitanti (con l'agglomerato urbano), ed è centro commerciale e finanziario, e sede altresì delle principali industrie del Paese; segue per importanza Tripoli (con il centro satellite di El Mina), cui fa capo l'oleodotto proveniente dall'Iraq (attualmente non utilizzato), mentre ruoli molto minori svolgono oggi Saida (Sidone) e Tiro, le due prestigiose città fenicie. Nell'interno sono Zahlé e Baalbek , antico centro commerciale della Békaa, che vanta uno dei più imponenti complessi archeologici del Medio Oriente.