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Ambiente umano
Popolamento. La Palestina è una terra di antichissimo popolamento; le prime tracce umane risalgono al Paleolitico medio (uomo di Neandertal). Essa è stata anche sede delle più antiche civiltà agricole e urbane che si conoscano, come hanno rivelato gli scavi compiuti a Gerico e che rimandano a un Neolitico affermatosi già nell'VIII-VI millennio a.C. L'arrivo dei popoli semiti inizia già nel III millennio a.C. Gli Ebrei, sovrappostisi ai Cananei, giunsero alla metà del II millennio a.C., in un periodo in cui l'inaridimento climatico induceva molti popoli a esodi verso nuove terre. Essi fondarono centri di vita urbana e di vita religiosa, che oggi gli archeologi israeliani cercano di far rivivere come testimonianze del loro antico rapporto con la terra che in larga misura corrisponde all'attuale Stato d'Israele. Oggi nuovamente la popolazione è in grande maggioranza di lingua e cultura ebraiche, grazie all'intenso movimento immigratorio iniziatosi verso la fine del secolo scorso.
Flussi migratori. All'inizio del nostro secolo gli Ebrei in Palestina erano 50.000 e nel 1947, poco prima della costit uzione dello Stato ebraico, ammontavano a 630.000, formando il 35% della popolazione totale: fra le due Guerre Mondiali l'immigrazione ebraica (364.000 unità tra il 1919 e il 1939) era stata favorita dal Governo britannico. Dopo la Guerra del 1948-49, conseguente alla fine del mandato britannico e alla proclamazione dello Stato di Israele (l'ONU aveva previsto che il territorio palestinese a ovest del Giordano fosse diviso in due Stati, uno arabo e uno ebraico) il rapporto numerico tra Arabi ed Ebrei andò rapidamente mutando in favore di questi ultimi per l'intensificarsi dell'immigrazione. Con i conflitti arabo-israeliani il flusso immigratorio si è alquanto ridotto.
Organizzazione territoriale. Per far fronte a queste poderose ondate immigratorie, fu varato fin dal 1948 un piano di colonizzazione di largo respiro allo scopo di impedire eccessive concentrazioni demografiche nelle aree urbane, e di favorire il decentramento nelle campagne e quindi l'occupazione di tutto il suolo nazionale e un suo razionale e completo sfruttamento (la popolazione peraltro si concentra sulla costa, dove si registrano le densità più elevate). L'insediamento in aree prima steppiche o desertiche e la loro valorizzazione agricola furono possibili solo mediante l'impiego di enormi capitali e grazie all'alto grado di organizzazione e allo spirito pionieristico degli immigrati, che si organizzarono in forme cooperativistiche e collettivistiche di vario genere, adatte alle particolari esigenze ambientali, non ultima la necessità di difesa dalle incursioni provenienti dai Paesi arabi confinanti, che si rifiutavano di riconoscere il nuovo Stato israeliano. Le prevalenti forme dell'organizzazione agricola sono i moshav, cooperative di piccoli proprietari (la terra è messa a disposizione dallo Stato e dal Fondo Nazionale Ebraico, proprietari di quasi tutto il suolo nazionale), i quali affidano alla collettività sia gli acquisti sia le vendite dei prodotti agricoli come pure il rifornimento idrico, l'acquisto e l'uso delle macchine agricole e i servizi assistenziali, e i kibbutzim, villaggi collettivistici dove la proprietà dei beni è in comune e uguale è la distribuzione del lavoro, delle spese e dei guadagni; si hanno poi altre forme miste, come i moshavim shitufim, nei quali sussiste una piccola proprietà familiare accanto a quella collettiva.
Urbanesimo. Con la progressiva espansione dell'economia, che si è venuta gradualmente articolando in forme sempre più complesse, si è però rapidamente sviluppato, contrariamente all'iniziale indirizzo agricolo del Paese, il fenomeno dell'urbanesimo, anche per l'affievolirsi dello spirito pionieristico dei primi tempi e per la preminente qualificazione urbana della maggior parte degli immigrati. Le città principali sono: Gerusalemme, la capitale, una delle più antiche e prestigiose città del mondo, al confine con la Cisgiordania; Tel Aviv-Giaffa, il maggior centro economico e demografico del Paese, e che meglio ne illustra la componente moderna e occidentale delle strutture economiche e sociali; Haifa, il principale sbocco marittimo d'Israele, sede altresì di poderosi complessi petrolchimici; Be'er Sheva, con funzioni amministrative e nodo delle comunicazioni per il Negev; tutte scaglionate lungo la pianura costiera sono Netanya, celebre stazione balneare ma oggi anche "capitale" mondiale dell'industria della lavorazione dei diamanti, Ramat Gan, ormai un sobborgo industriale di Tel Aviv, Petah Tiqwa , massimo centro agrumario, Bat Yam e Holon; sul Mar Rosso è infine il centro turistico e portuale di Elat , che esporta rame, fosfati e potassa.






