Spazio fisico

Indice articolo

  1. Iraq
  2. Storia
  3. Economia
  4. Ambiente umano
  5. Spazio fisico

Morfologia. Il territorio iracheno comprende, oltre alla Mesopotamia, con cui si tende a identificarlo, un vasto lembo orientale del Deserto Siriaco e gli ultimi tavolati del Nafud (Arabia Saudita) a ovest, i primi rilievi della catena dello Zagros a est, un'estrema sezione della stessa catena a nord che corrisponde al Kurdistan meridionale. Circa il 60% del territorio è parte della pianura mesopotamica, vasta area depressionaria orientale (Iraq significa appunto bassura) del tavolato siro-arabico, colmata verso il Golfo Persico dalle alluvioni recenti del Tigri e dell'Eufrate : è perciò una zona di passaggio tra la Siria (e quindi il mondo mediterraneo) e il Golfo Persico, naturale corridoio verso il mondo indiano. La sua struttura geologica è relativamente semplice: è costituita essenzialmente da un imbasamento paleozoico che, ricoperto da potenti stratificazioni sedimentarie marine, si contrappose ai movimenti orogenetici cenozoici (a cui si ricollegano i vasti espandimenti di rocce effusive presenti a nord) che hanno formato gli archi montuosi del Tauro e dello Zagros. La grande zolla, rimasta essenzialmente rigida, subì un'inclinazione verso sud e, a partire dalla fine del Cenozoico, fu ricoperta nella sezione più meridionale dalle alluvioni depositate dal Tigri e dall'Eufrate, secondo un processo tuttora in corso, come testimoniano le continue variazioni morfologiche egli spostamenti della linea di costa. L'orlo montuoso dell'Iraq, che nella parte orientale supera in più punti i 3.500 m (Keli Haji Ibrahim, 3.600 m), forma un gigantesco arco di catene diretto prima da ovest a est e poi da nord-ovest a sud-est fin quasi a lambire il Golfo Persico. I monti scendono ripidi sul bassopiano o vi si smorzano con una serie di lunghe e spettacolari pieghe anticlinali: fratture tettoniche hanno favorito l'infiltrarsi di colate basaltiche e questi monti, per lo più formati da rocce calcaree, incisi da gole, si presentano aridi e nudi anche per la diffusione che vi hanno i fenomeni carsici. Nei settori occidentale e sud-occidentale del Paese si estendono invece monotone piattaforme, debolmente inclinate verso l'Eufrate e preludio ai deserti di Arabia e di Siria; i solchi degli uidian e le alture basaltiche ne sono la più marcata componente morfologica.

 

Clima e flora. Grande influenza sul clima dell'Iraq hanno soprattutto le alture del tavolato arabo-siriano, che impediscono ai venti mediterranei di far sentire il loro benefico influsso. D'altra parte le catene che chiudono il Paese a nord precludono l'accesso ai venti freschi settentrionali. Nel complesso il clima dell'Iraq è di tipo nettamente continentale, caldo e asciutto. Soprattutto elevatissimi sono i valori termici estivi, con medie nel mese più caldo (luglio) di 35 °C a Baghdad e di oltre 33 °C a Mosul, e massimi anche di 50-51 °C. Miti sono gli inverni: Baghdad ha, nel mese più freddo (gennaio), una temperatura di 10 °C, mentre a Mosul si toccano i 7 °C. Le precipitazioni (nei mesi invernali) sono limitate, ma aumentano verso l'interno del Paese. Eccezion fatta per le zone desertiche, i valori minimi (anche meno di 100 mm annui) si riscontrano tra Baghdad e Bassora; tale valore aumenta progressivamente verso nord, fino ai 500 mm nelle fasce pedemontane e sino a 800 mm annui sui rilievi più esposti. Grazie alle acque fluviali, la Mesopotamia si presenta come un'unica grande oasi che fiancheggia il Tigri e l'Eufrate, ampliandosi nelle zone irrigate da canali. Il verde è dato dai campi e dalla vegetazione arborea, rappresentata soprattutto da palme da dattero, che si spingono verso nord fin quasi all'altezza di Samarra; nella fascia pedemontana settentrionale il manto vegetale è dato dalle steppe (graminacee, artemisie), mentre sui rilievi compare a tratti l'ammanto arboreo costituito essenzialmente da querce. Macchie di vegetazione riparia (pioppi, salici) punteggiano i fondi valle.

 

Idrografia. L'idrografia della Mesopotamia, totalmente identificabile con quella dell'intero Iraq, è dominata dal Tigri e dall'Eufrate, fiumi che nascono dall'altopiano armeno, in una zona ricca di acque, dove le precipitazioni invernali cadono sotto forma di neve, costituendo una preziosa riserva: le portate sono perciò massime nel momento dello scioglimento delle nevi (marzo-maggio). Dopo aver attraversato il Paese da nord a sud, i due fiumi confluiscono a Qurna formando lo Shatt-al-Arab, che sfocia nel Golfo Persico. Dei due fiumi l'Eufrate è il più povero di acque, nonostante il suo bacino (765.000 km 2 ) sia più ampio di quello del Tigri, dato che nasce nella parte meno piovosa dell'Anatolia. La sua portata nei periodi di piena è di 1. 750 m3 al secondo, nei periodi di magra 250 m3 (a Ramadi); le portate massime e minime del Tigri (a Baghdad) sono rispettivamente di 3.000 m3 e 800 m3 al secondo. Entrambi i fiumi sono soggetti a piene eccezionali ma specialmente il Tigri, dato il rilevante apporto dei suoi grossi affluenti (Piccolo e Grande Zab , Diala) che scendono dallo Zagros. Lungo le rive del Tigri e dell'Eufrate, dalla latitudine di Baghdad fino al mare, si trovano delle vaste regioni paludose, dette hor o bahr, più o meno estese secondo le piogge e le inondazioni dei fiumi; sin dall'antichità l'uomo ha sfruttato le depressioni anfibie per far dirottare una parte delle acque durante le piene e questa forma di controllo dei fiumi è stata usata anche in epoca moderna, insieme con la costruzione di grosse dighe sul Piccolo e sul Grande Zab, consentendo al tempo stesso l'irrigazione di grandi comprensori agricoli.