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Storia
Gli emirati che costituiscono l'attuale federazione furono fondati da famiglie provenienti dall'Arabia centrale, che si alternarono al potere attraverso continue guerre, assassinii e congiure. Per assicurare la libertà dei mari e la sicurezza dei traffici, la flotta inglese fece, nel 1809, una prima spedizione punitiva, bruciando i loro battelli e la loro roccaforte di Ra's al-Khaymah. Ripresa l'attività piratesca, gli sceicchi della Costa dei Pirati subirono un nuovo e più grave assalto alla stessa roccaforte nel 1819 e furono costretti a sottoscrivere, nel 1820, un trattato di pace, riveduto e ampliato poi nel 1853, in virtù del quale il governo inglese assumeva la responsabilità di assicurare la tregua e quindi la direzione politica degli sceiccati, che venne esercitata dal 1892 a mezzo di un rappresentante britannico in loco. Il trattato di pace del 1853 stabilizzò anche la situazione interna di questi sceiccati. I discendenti degli sceicchi di allora sono infatti i capi degli attuali emirati.
La Gran Bretagna assunse la protezione di questi Stati e ne ebbe la direzione degli affari esteri. Ma un vero e proprio protettorato non fu mai proclamato, cosicché gli sceiccati, almeno all'interno, furono sempre indipendenti. Nel 1971 i sette emirati diedero vita a uno Stato sovrano e indipendente, parte integrante del mondo arabo; da quel momento è iniziato un processo di unificazione e centralizzazione che, sebbene abbia portato a notevoli progressi, non sempre è stato indolore, soprattutto a causa della rivalità tra Dubai e Abu Dhabi nel ruolo di leader dell'Unione.
Il sultano di quest'ultimo emirato, Zaid Sultan An Nahayyan, fu confermato presidente del Consiglio supremo nel 1986 e nel 1991, anno in cui gli Emirati Arabi Uniti presero parte alla guerra del Golfo schierandosi a fianco della coalizione che intervenne contro l'Iraq e contribuendo, con un contingente militare, alla liberazione del Kuwait. Sul piano internazionale, e in particolare attorno alle questioni riguardanti l'area del Medio Oriente, Zaid condusse, negli anni successivi, una politica moderata, impegnandosi anche nel sostegno del processo di pace israelo-palestinese. Rimasero critici, invece, i rapporti con l'Iran, difficili già dagli anni Ottanta, quando il consolidarsi del regime fondamentalista di Khomeini aveva contribuito ad alimentare, negli Emirati, le rivendicazioni di una serie di gruppi di attivisti sciiti che reclamavano una politica più aderente ai valori dell'islamismo. A questo si aggiungeva il contenzioso sull'isola di Abu Musa e sulle due isole Tumb, considerate territorio iraniano da Teheran e rivendicate al tempo stesso dagli Emirati. La disputa fece anche accendere, nel corso del 1999, una polemica con l'Arabia Saudita, accusata di perseguire un riavvicinamento diplomatico con l'Iran e di voler portare su questa linea gli altri Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo. Intanto, nel 1996, Zaid era stato nuovamente confermato presidente del Consiglio supremo, ancora una volta con un mandato di cinque anni. Oltre a lui, un ruolo di primo piano nella vita dell'Unione aveva il sovrano del Dubai, Maktum ben Rashid al-Maktum, che dal 1990 manteneva le cariche di vice-presidente e di primo ministro, a conferma del fatto che la stabilità del Paese dipendeva dall'equilibrio tra i due principali emirati, Abu Dhabi e Dubai.