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Storia
Acquisita l'indipendenza nel 1991, nel quadro del crollo dell'Unione Sovietica di cui costituiva una Repubblica, il giovane Stato ha dovuto immediatamente affrontare il grave problema rappresentato dal Nagorno-Karabah, un'enclave dove la maggioranza armena era in rivolta dal 1988. L'indipendenza dall'URSS, infatti, rendeva più acuto il conflitto determinando un'accelerazione dello scontro interno e uno stato di guerra, sia pure non formalmente dichiarata, con l'Armenia.
I rovesci militari nel Nagorno-Karabah influivano direttamente sulla vita politica dell'Azerbaigian determinandone una forte instabilità. Si sviluppava così una confusa vicenda politica, nella quale il Fronte Popolare aveva buon gioco a chiedere le dimissioni del presidente Ayaz Mutalibov dando vita a un braccio di ferro con il Parlamento, costretto a cedere i suoi poteri (maggio 1992) al Melli-Medijlis, un'assemblea formata da notabili fedeli al vecchio esponente comunista Geidar Aliev e da esponenti radicali del Fronte Popolare. Ma nemmeno il leader del Fronte Popolare, Ebulfez Elcibey, eletto presidente il mese successivo, riusciva a modificare le sorti dello scontro in atto con gli Armeni e, dopo un ennesimo rovescio, era costretto alla fuga dalla folla inferocita della capitale. Aliev veniva così proclamato presidente dell'Azerbaigian dal Melli-Medijlis e confermato (ottobre 1993) dal voto popolare.
I repentini cambi al vertice dell'Azerbaigian, tuttavia, non si dimostravano sufficienti a sovvertire le sorti del conflitto, tanto che gli Armeni, oltre che il Nagorno-Karabah, riuscivano a conquistare un terzo del territorio azero, mentre non avevano seguito le iniziative negoziali avviate dall'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) sin dal 1992. In tale situazione l'Azerbaigian siglava, comunque, importanti contratti per lo sfruttamento dei suoi giacimenti petroliferi nel Mar Caspio. Ciò, tuttavia, non influiva sulla stabilità politica del Paese, la cui capitale era oggetto di attentati ai quali si sovrapponevano alcuni tentativi (1994-95), peraltro falliti, di rovesciare Aliev. Questi riusciva in qualche modo a rafforzare il suo potere facendo approvare una nuova Costituzione in senso presidenzialista, mentre il suo partito, Nuovo Azerbaigian (Ya), conquistava la maggioranza dei 125 seggi previsti nel nuovo Parlamento (febbraio 1996).
Nel frattempo, nell'autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabah le elezioni presidenziali vedevano la vittoria del leader separatista armeno Robert Kocharyan (1996), la cui successiva nomina a primo ministro dell'Armenia (1997) determinava nuovi violenti scontri tra i due Paesi. Il presidente Aliev, cercate soluzioni pacifiche al conflitto, finalmente nello stesso anno sembrava trovare una risoluzione al problema dell'indipendenza del Nagorno-Karabah con un accordo che vedeva l'Azerbaigian ritirare le proprie truppe e concedere l'autonomia alla regione.
Le elezioni presidenziali dell'ottobre 1998, boicottate dall'opposizione e inquinate da pesanti brogli, riconfermavano la supremazia di Aliev (76,1%), provocando un rimpasto del governo presieduto dal 1996 da A. Rasizade. Le elezioni politiche del 2000 vedevano un'ulteriore conferma alla linea politica adottata dal partito del Nuovo Azerbaigian, decretandone la vittoria insieme e la nomina a presidente del Parlamento del suo leader, Ilham Aliev, figlio del presidente della Repubblica Geidar Aliev. Nel 2003 Geidar Aliev moriva e si svolgevano nuove elezioni, contestate dall'opposizione: Ilham Aliev veniva eletto presidente della Repubblica. In un clima di crescente contestazione le elezioni amministrative del 2005 confermavano il Nuovo Azerbaigian, tuttavia l'Osce definiva il voto non conforme agli standard di democrazia.
Nel biennio 2006/2007 il Paese godeva di un notevole svuluppo economico sostenuto dalle quotazioni del greggio e dagli investimenti stranieri nel settore petrolifero. Nel luglio 2007 nella regione autonoma del Nagorno-Karabah si svolgevano le elezioni presidenziali che vedevano la vittoria dell'ex capo delle forze di sicurezza della regione, Bako Sahakyan. L'anno seguente, in ottobre, il presidente I. Aliev veniva riconfermato nelle elezioni presidenziali, anche questa volta criticate dall'opposizione e da osservatori internazionali.
Nel marzo 2009 più del 90% degli elettori approvava con un referendum una modifica della costituzione che garantiva al presidente Aliev di ricandidarsi illimitate volte. In luglio i presidenti di Azerbaigian e di Armenia, alla presenza del presidente russo D. Medvedev si impegnavano a risolvere pacificamente la questione del Nagorno-Karabakh.