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Storia
Gli eventi del Nepal sono avvolti, fino ad un'epoca relativamente recente, nelle nebbie delle leggende popolari e della mitologia. Il primo fatto storico certo pare sia da considerare il regno dei Kiranti (700 a.C.-100 d.C.), sotto il quale nacque il Buddha nelle basseterre nepalesi del terai adiacenti alla valle del Gange, e cioè nell'attuale villaggio di Lumbinī. Nel periodo di apogeo del buddhismo, al tempo del sovrano indiano Aśoka (273-232 a.C.), la zona fu meta di pellegrinaggi, ma successivamente, così come in India, il buddhismo fu eliminato da gran parte del Nepal, salvo che nelle zone isolate adiacenti il Himalaya e il Tibet, a seguito della ripresa dell'induismo, rimasto fino ad oggi con larghe commistioni di elementi buddhisti e popolari il cardine dell'orientamento etico e sociale dei Nepalesi.
Assai vaghe sono comunque le notizie sul Nepal anche per il periodo successivo ad Aśoka: incluso nei domini dei Licchavi (350-630 d.C.), si rese indipendente sotto la dinastia dei Thākurī (VII secolo), di origine indiana, e intrattenne ottimi rapporti con India, Cina e Tibet. Dopo un oscuro periodo, alla metà dell'XI secolo prese il potere la seconda dinastia Thākurī, che verso il 1200 fu detronizzata dai Malla. Questi, nel 1475, divisero il Paese in quattro piccoli regni, tre dei quali durati fino al 1768-1769, cioè fino alla conquista gurkha.
La storia del Paese assunse una propria fisionomia distinta soltanto a partire dal XVIII secolo, quando la stirpe bellicosa dei Gurkha, sotto la guida del loro sovrano Prithvi Narayan, mosse verso oriente e, con campagne militari condotte con energia e ferocia, riuscì a conquistare tutto il Nepal, fino al Sikkim a oriente e alle basseterre del terai nella valle del Gange. Incoraggiati da questo successo, i Gurkha tentarono di estendere i loro territori: questa iniziativa si scontrò con la reazione della Cina, cui furono costretti a pagare tributo per lungo tempo.
Più che con la distante corte di Pechino, il Nepal si trovò tuttavia ad avere occasione di contatto e frizione con gli interessi britannici in India, tanto che tra il 1814 e il 1816 si giunse a una guerra, conclusasi con il trattato di Segauli che ridusse il Nepal ai confini attuali, ne riconobbe l'indipendenza e stabilì un residente inglese a Kathmandu (Kāthmāndãu). Dopo questo incidente i rapporti tra il Nepal e il Regno Unito si normalizzarono.
Il personaggio che maggiormente contribuì a instaurare la collaborazione con la Gran Bretagna fu Jang Bahadur, che ricoprì la carica di primo ministro tra il 1846 ed il 1878: questi riorganizzò lo Stato sul modello mārāthā e diede inizio alla dinastia dei Rānā, primi ministri (mahārājā) ereditari. Soltanto l'indipendenza dell'India nel 1947 e la sostituzione dell'influenza indiana al protettorato britannico di fatto ruppero l'equilibrio che manteneva i Rānā al potere: nel 1951, a seguito di una serie di disordini ispirati dai nazionalisti indiani, fu avviato un processo di trasformazione della vita politica che privò i Rānā del potere e, ripristinando la funzione del re, gettò le basi di una democratizzazione dall'alto e di iniziali trasformazioni sociali nella vita del Paese con lo sviluppo di un principio di modernizzazione in alcuni settori economici.
La situazione sociale, la ristrettezza della classe dirigente e la formazione anomala dei gruppi politici diedero al Nepal un regime di instabilità, contraddistinto da continui e complessi giochi di gruppi, partiti, personalità, legati in genere a interessi terrieri o familiari. Su questa situazione si inserivano, inoltre, interventi e pressioni delle grandi potenze, data la posizione decisiva del Nepal nell'equilibrio in Asia.