Spazio fisico

Morfologia. Il Paese, dal contorno approssimativamente rettangolare con una lunghezza massima da est a ovest di circa 850 km e una larghezza da nord a sud mai superiore a 250 km, occupa la sezione centrale dell'ampio versante meridionale dell'Himalaya, tra i fiumi Kali e Tista; il confine settentrionale, definito dal trattato cino-nepalese del 1961, segue per lo più l'erto spartiacque principale, mentre quello meridionale è prevalentemente artificioso. Circa i 4/5 del territorio sono costituiti da catene montuose aspre ed elevate, prevalentemente orientate in direzione ovest/nord-ovest ed est/sud-est, separate da lunghe vallate, e comprendenti, oltre all'Everest Annapurna (8.091 m). Nel Nepal si possono riconoscere le quattro principali unità tettoniche dell'Himalaya: da sud a nord, la zona dei Siwalik, o Subhimalaya, la zona dell'Himalaya Minore o Medio Himalaya, la zona del Grande Himalaya e la zona del Transhimalaya o Himalaya tibetano. Le formazioni rocciose sono quanto mai varie, dalle rocce metamorfiche e granitiche del basamento cristallino alle potenti serie sedimentarie marine, spesso riccamente fossilifere, di età variabile dal Paleozoico al Cenozoico, dislocate in poderose falde di ricoprimento e interessate da complessi piegamenti e fratture. La fascia collinosa dei Siwalik, monotona successione di creste inferiori ai 1.000 m, separate da ampie valli longitudinali dette (8.846), alcune delle massime vette del mondo come il Kanchenjunga (8.603 m), il Makalu (8.481 m), il Dhaulagiri (8.172 m) e l'dun , è modellata in depositi argillosi, sabbiosi e conglomeratici del Miocene e del Pliocene. A essa fanno seguito le catene del Medio Himalaya, di altezza nel complesso non superiore ai 3.000 m: formate dal sovrascorrimento di terreni eterogenei di età compresa dal Precambriano al Cretaceo, con abbondanza di rocce metamorfiche e granitiche, presentano una topografia aspra e tormentata, incise come sono da una miriade di valli e vallecole; vi si aprono però anche piccoli bacini, tra cui quello di Katmandu. Più oltre si incontra l'area montuosa per eccellenza, dominata dalle enormi piramidi rocciose delle cime più elevate, massicci formati prevalentemente da poten ti coltri scistose e sedimentarie paleozoiche e da intrusioni granitiche risalite nel Cenozoico: la parte sommitale di diverse tra le massime cime è formata da lembi di coltri di ricoprimento sovrascorse verso sud dal Tibet. Il margine settentrionale del Nepal presenta una morfologia molto meno aspra: si tratta di serie sedimentarie marine paleozoico-mesozoiche, sollevatesi senza sensibili dislocazioni a partire dall'Oligocene fino all'altezza attuale di circa 5.000 m. L'unica regione pianeggiante del Nepal si trova lungo il margine meridionale: è il terai, conca tettonica colmata da sedimentazioni fluviali e scossa frequentemente da movimenti sismici conseguenti ai processi di assestamento lungo la fascia di faglie che ne interessa il basamento . Ricca di acque sorgive e solcata da numerosi fiumi, è un'area esposta alle inondazioni, in più punti paludosa e ancora per vasti tratti ricoperta da dense foreste di sal (Shorea robusta).

 

Clima e flora. Il monsone estivo risale la piana gangetica da sud-est a nord-ovest scaricando man mano la sua umidità sui versanti esposti delle catene che incontra: la parte orientale, quindi, direttamente investita dalle masse d'aria umida, risulta abbondantemente irrorata dalle piogge (2.000-2.500 mm annui) rispetto a quella occidentale (1.000-2.000 mm annui). Ciò vale per la fascia più bassa poiché i Siwalik e soprattutto le catene del Medio Himalaya costituiscono un formidabile baluardo alla penetrazione dell'aria monsonica, cos ì come i possenti rilievi del Grande Himalaya bloccano le correnti di aria fredda che giungono da nord; d'inverno le cime più elevate sono investite dalle correnti a getto occidentale e alle perturbazioni che le accompagnano si devono copiose precipitazi oni nevose, mentre le vallate del Grande Himalaya e la zona del Transhimalaya sono caratterizzate da clima arido. Al rilievo si deve la notevole diversificazione del Nepal, altrimenti rientrante, data la latitudine (26-30° nord), nella fascia dei climi tropicali. È possibile distinguere diversi orizzonti climatici altitudinali: il clima umido tropicale è presente nel terai, nei versanti e nei fondivalle fino ai 1.000-1.500 m, dove domina la foresta decidua di sal ; quello temperato caldo, tra i 1.500 e i 2.500 m, corrisponde a gran parte del Medio Himalaya, la zona più favorevole all'insediamento umano e pertanto profondamente alterata dalla presenza dell'uomo che ha notevolmente ridotto la foresta sempreverde, formata in prevalenza da querce, da una pianta affine al castagno, la Castanopsis indica , e da pini; il temperato freddo giunge fino a quote di 3.300-3.500 m con vegetazione costituita da foreste di conifere che man mano sono sostituite a quote maggiori dalle betulle; il subnivale, caratterizzato da vegetazione arborea rada e da associazioni arbustive ed erbacee di tipo alpino, si spinge fino al limite delle nevi permanenti, e infine il nivale, al di sopra dei 5.000 m, è il dominio incontrastato dei ghiacci. Le temperature, elevate nel terai con punte che oltrepassano i 50 °C, diventano moderate nella parte mediana del Paese (a Katmandu, posta a 1.301 m di altitudine, la temperatura media di gennaio è di 10 °C, quella di luglio di 23 °C) e toccano valori a rtici sulle cime più elevate.

 

Idrografia. Le lingue glaciali confluenti nelle alte valli longitudinali formano giganteschi ghiacciai vallivi che alimentano poderose fiumane; adeguandosi ai motivi strutturali del rilievo, le acque confluiscono nei bacini longitudinali del Medio Himalaya, ma per la notevole ripidità complessiva del versante meridionale himalayano tendono a defluire verso la piana gangetica, aprendosi il varco definitivo attraverso la zona collinosa dei Siwalik. Il territorio è drenato da tre sistemi idrografici principali, tutti tributari del Gange: gran parte dei corsi d'acqua che li costituiscono, compresi i più significativi, ha origine nel Tibet, dato che lo spartiacque principale corre a nord delle cime più elevate. A ovest i corsi d'acqua, tra cui il Karnali e il Bheri, fanno capo al Ghaghara (Gogra) che varca i Siwalik per poi defluire nel Gange; al centro le acque sono raccolte dal Gandak, che raggiunge il Gange a Patna, e a est dal Kosi.