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Apetti economici
Chiuso per secoli a ogni contatto con l'estero, reso ancor più inaccessibile da una morfologia estremamente impervia, il Nepal presenta un marcatissimo sottosviluppo.
Profilo generale. Povertà e arretratezza continuano a gravare sul Paese himalayano: il basso prodotto lordo pro capite lo pone agli ultimi posti nella graduatoria mondiale; l'analfabetismo riguarda gran parte della popolazione, che deve la propria sussistenza a una stentata agricoltura, alla pastorizia e, in misura molto minore, alle attività commerciali di transito tra Tibet (Cina) e India. Oltre al problema di affrancare il Paese dal suo cronico sottosviluppo, rimane vivo quello di sottrarlo alla tutela indiana: problema esso pure di non facile soluzione a causa degli stretti legami esistenti tra il Nepal e l'India, dato che con quest'ultimo Stato si svolge parte del commercio estero nepalese e che in particolare il porto indiano di Calcutta è l'unico sbocco al mare per il Nepal. In tale ottica comunque acquista particolare rilievo l'accordo commerciale stipulato nel 1981 dal Nepal con la Cina, accordo che tra l'altro consente il traffico su ben 21 strade lungo la frontiera tibeto-nepalese. Determinanti continuano comunque ad essere gli aiuti esteri; da essi, forniti soprattutto da India, Cina, Paesi dell'Unione Europea ecc., dipendono per il 60% i finanziamenti destinati soprattutto al potenziamento dell'attività agricola e alla creazione di adeguate opere di irrigazione.
Agricoltura. Nonostante la relativamente limitata estensione delle terre coltivabili (circa il 17% della superficie nazionale) e la necessità di praticare un fitto terrazzamento dei versanti montuosi, nonché di ricorrere all'irrigazione nelle zone aride, l'agricoltura rimane la struttura portante dell'economia nepalese, sia perché impiega gran parte della popolazione attiva sia perché partecipa in buona misura alla formazione del prodotto nazionale e in misura determinante contribuisce alle esportazioni. Un notevole impulso all'espansione agricola è stato comunque ottenuto con la valorizzazione della fascia pianeggiante meridi onale, il terai , grazie soprattutto al grandioso sbarramento del Sun Kosi, realizzato con l'aiuto dell'India che in parte ne beneficia. L'agricoltura viene però praticata con criteri molto diversi da zona a zona in relazione alle notevoli differenze ambientali del Nepal. Al di sotto dei 1.800 m, cioè nel terai e nelle valli intermontane, prevale il riso, la cui coltivazione estiva si alterna con quelle invernali di leguminose, frumento e miglio; oltre alla risicoltura, nel terai si vanno diffondendo talune colture industriali come quelle di canna da zucchero, tabacco, iuta, colza e altre oleaginose. Secondo importante cereale è il mais, coltivato sino ai 2.500-2.800 m; più oltre, sino ai 3.500 m, sono solamente possibili, e unicamente d'estate, le coltivazioni di orzo, grano saraceno e patate.
Foreste e allevamento. Le foreste, ricche di essenze pregiate tropicali, di latifoglie e di conifere, occupano il 40% ca. della superficie territoriale; ne consegue un discreto sfruttamento. Per il trasporto del legname si fa ampio ricorso alla fluitazione. In tutto il Paese è diffuso l'allevamento, specie quello bovino; ma, mentre nel bassopiano esso è complementare o subordinato all'agricoltura, al di sopra dei 3.000 m l'allevamento diventa l'attività economica di base (predomina qui lo yak, che, oltre a fornire lana, pelli, carne e latte, viene usato come animale da soma e da sella). Si allevano inoltre bufali, ovini e caprini oltre a un discreto numero di volatili da cortile.
Risorse minerarie e industria. Il Nepal possiede solo modesti giacimenti di mica, ferro, lignite e rame; il Paese può in parte sopperire alla mancanza di minerali energetici grazie al cospicuo potenziale idrico dei suoi fiumi, ma attualmente la produzione d'energia elettrica è molto modesta. Non è meno carente il settore industriale; basate sulla lavorazione dei prodotti locali e prevalentemente concentrate nella Valle di Kathmandu, le industrie comprendono soprattutto oleifici, zuccherifici, manifatture di tabacchi, birrifici, caseifici, impianti tessili, calzaturifici, cartiere, oltre ad alcuni cementifici, a fabbriche di ceramiche, a piccoli stabilimenti meccanici.
Comunicazioni e commercio. La rete delle vie di comunicazione è del tutto insufficiente, così come assolutamente inadeguati alle esigenze moderne rimangono i mezzi di trasporto, che su gran parte del territorio sono tuttora rappresentati dagli animali da soma se non addirittura dagli uomini. La rete stradale, che ha uno sviluppo complessivo di 9.600 km, s'impernia su Kathmandu; la capitale è raccordata sufficientemente bene sia a nord con il Tibet sia a sud con l'India ed è toccata dall'asse stradale longitudinale, che verso est giunge sino al Sikkim (India), verso ovest a Pokhara, donde si diparte una diramazione per il confine indiano; nel Nepal occidentale sono in costruzione vari tronchi stradali per realizzare il collegamento trasversale del Paese. Due brevi diramazioni (poco più di 100 km in tutto) della rete ferroviaria indiana pen etrano in territorio nepalese. Più efficienti sono i servizi aerei (compagnia di bandiera è la Royal Nepal Airlines ), che collegano Katmandu, sede di un aeroporto internazionale (Tribhuvan), con vari centri del Nepal, nonché con l'India, lo Sri Lanka e la Thailandia. Abbastanza modesto è il commercio, sia interno sia estero; quest'ultimo è gravato da pesanti passivi. Le esportazioni (cereali, pellami e altri prodotti zootecnici, iuta, legname, semi oleosi, tappeti ecc.) coprono in genere circa la metà delle importazioni (apparecchiature industriali di base, macchinari e mezzi di trasporto, combustibili, prodotti chimici ecc.); un discreto apporto valutario proviene dal turismo himalaiano.






