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Storia
Le prime notizie sulle vicende del Paese, assai scarse e frammentarie, risalgono al sec. VI a. C. Esistevano allora numerosi piccoli Stati costituiti da Mon-Khmer e Birmani in continua lotta fra loro. Vicende matrimoniali e alleanze favorirono il diffondersi della civiltà indiana e, a partire dal sec. VII d. C., del buddhismo. Ma l'evoluzione di questi regni (ridotti a quattro nel sec. VIII) fu bruscamente arrestata dall'invasione dei popoli Thai che, cacciati dai Cinesi dalle loro sedi dello Yünnan, migrarono in forze verso Sud alla ricerca di nuove terre (sec. IX).
Il primo condottiero thai storicamente accertato, Pröhm, fondò nell'857 Muang Fang che si erse in regno indipendente. Nel sec. XIII l'invasione mongola di Qubilai Khān spinse a Sud una nuova più potente ondata migratoria Thai che, divisa in varie correnti, occupò l'Annam, parte della Malesia, il Laos e la Thailandia. Qui, verso il 1250, si costituì il forte regno di Sukhothai che sotto il grande re Rāma K'amheng (1275-1317) estese i suoi domini dal Mekong a Pechaburi e sino a Ligor nella penisola di Malacca. Egli adattò inoltre l'alfabeto khmer alla lingua thai. Il regno di Sukhothai tuttavia decadde rapidamente. Nel 1350 infatti si affermò un nuovo regno, quello di Ayutthaya, destinato a reggere le sorti del Paese per oltre quattro secoli. La nuova dinastia concluse l'opera di fusione tra i popoli Mon-Khmer e Thai e definì politicamente i confini del Paese. L'Indocina rimase così divisa in tre grandi aree, quella Birmana nel bacino dell'Irrawaddy, quella thai nel bacino del Menam e la pianura costiera orientale raccolta nel regno dell'Annam.
Scomparsa la Cambogia, divisa tra Annam e Thailandia, quest'ultima si trovò ben presto a fronteggiare i bellicosi Birmani: una lotta che si protrasse nei sec. XV e XVI. All'inizio di quest'ultimo secolo comparvero in Thailandia i primi europei. Dapprima i portoghesi (1511), poi gli spagnoli (1598). Seguirono gli olandesi (1604), gli inglesi (1612) e infine i francesi. La Thailandia sembrò per un momento aprirsi alla colonizzazione francese e convertirsi al cattolicesimo; ma quando una spedizione francese occupò Bangkok un colpo di stato destituì il re e i francesi furono costretti ad arrendersi (1688). Nel 1764 scoppiò una nuova guerra con la Birmania e tre anni dopo Ayutthaya fu presa e distrutta. Con la scomparsa della vecchia capitale nacque una nuova dinastia, con capostipite Rama I, che portava la capitale a Bangkok (1782).
Nel 1844 la Cambogia si staccò dalla Thailandia e nel 1863 chiese e ottenne il protettorato francese. Sotto l'assillo delle cannoniere francesi (1893) la Thailandia dovette cedere alla Francia anche il Laos e poco dopo (1909) fu costretta a riconoscere la sovranità inglese sugli Stati malesi di Kelantan, Perlis, Trengganu e Kedah. Stretta fra i possedimenti coloniali della Francia (Indocina) e della Gran Bretagna (Birmania), la Thailandia riuscì a mantenere una formale indipendenza grazie all'accordo delle due potenze che ne garantirono la neutralità (1896). Col nuovo secolo, sovrani illuminati avviarono una serie di riforme tese a modernizzare la Thailandia. Fu abolita la schiavitù, fu favorita l'istruzione, si iniziarono grandi opere pubbliche. Si formò rapidamente una classe di intellettuali liberali che nel 1932 impose al re Rama VII la Costituzione, trasformando così il Paese in una monarchia costituzionale. Tuttavia la Thailandia era ancora troppo fragile e le nuove istituzioni democratiche non ressero all'attacco antidemocratico sferrato dalle forze militari.
Un colpo di stato (1938) portò al potere l'uomo forte, Pibul Songgram, che istituì un regime autoritario e fortemente nazionalistico. Fu dato impulso alla marina e all'esercito grazie ai quali, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, la Thailandia, alleatasi al Giappone (1942), poté occupare vasti territori della Cambogia, del Laos e della Malesia. La prevedibile sconfitta del Giappone costrinse tuttavia Pibul Songgram a lasciare il potere (1944) che fu assunto nuovamente dai liberali filoccidentali. Nel 1946 la Thailandia restituì alla Francia e alla Gran Bretagna i territori conquistati e si ridiede, all'interno, istituti democratici. Ma fu un breve momento. Nel 1947, con un nuovo colpo di stato Pibul Songgram riprese il potere e si mise sotto la protezione degli Stati Uniti, con i quali prese parte alla guerra di Corea.
Nel 1954 Bangkok fu sede delle SEATO, l'alleanza militare creata per contrastare le forze rivoluzionarie della regione. La guerra del Viet Nam, la guerriglia in Cambogia e in Malesia ed entro gli stessi confini thailandesi finirono per mettere in difficoltà anche Pibul Songgram, che nel 1957 venne destituito. Dal 1961 al 1975 la Thailandia, guidata dal 1963 da Thanon Kittikachorn, ospitò un grande contingente di forze americane, impegnate nella guerra del Viet Nam. All'interno del Paese tuttavia l'opposizione guadagnava terreno, per cui nel 1968 Thanom Kittikachorn indisse elezioni generali. Le vinse largamente, ma nel 1971 sciolse il Parlamento e costituì un direttorio militare.
Nell'ottobre del 1973 vi fu un'insurrezione generale e Thanon Kittikachorn fu costretto a dimettersi e a riparare all'estero. Il governo ad interim di Sanya Dharmasakti nel 1974 promulgò una nuova Costituzione e indisse elezioni generali per il 1975; queste furono vinte da Seni Pramoj il quale poco dopo dovette dare le dimissioni, ma fu sostituito dal fratello Kukrit Pramoj. Nel 1976 anche Kukrit abbandonò l'incarico e convocò gli elettori, che richiamarono al potere il vecchio Seni. Questo governo resse sino all'ottobre 1976, quando un nuovo colpo di stato, capeggiato dall'ammiraglio Sangad Chalawyu, abrogava la Costituzione del 1974, scioglieva il Parlamento, attribuiva i pieni poteri ai militari del CNRA (Consiglio nazionale per la riforma amministrativa), poneva a capo del governo Thanin Kraivichien e proclamava la legge marziale. Ma il disordine e la guerriglia non si affievolirono: nel 1977, un ennesimo golpe portava al governo il generale Kriangsak Chamanand, che l'anno successivo con una nuova Costituzione affidava il potere legislativo a un Parlamento bicamerale eletto a suffragio universale. Riconfermato al governo il generale Kriangsak Chamanand nelle elezioni dell'aprile 1979, l'anno seguente questi veniva sostituito dal generale Prem Tinsulanond che, sventato un pericoloso golpe nel 1981 e superate le elezioni del 1983 e del 1986, rimaneva alla guida del Paese con l'appoggio dei partiti di centro-destra fino all'aprile 1988. Le consultazioni popolari del luglio di quell'anno assegnavano la maggioranza dei voti al Chart Thai (Partito della Nazione), che poneva a capo del governo il proprio leader Chatichai Choonhaven. Questi accusato, nel 1991, di aver favorito il dilagare della corruzione, veniva deposto con un nuovo colpo di stato, capeggiato dal generale Suchinda Kraprayoon. Con l'insediamento del nuovo governo provvisorio e l'istituzione di un'Assemblea a forte componente militare veniva sciolto il Parlamento e ancora una volta varata una nuova Costituzione, promulgata il 9 dicembre 1991 ed emendata nel 1992. Con questa si favoriva la restaurazione di una democrazia formale, che vedeva sempre il re a capo dello Stato e comandante in capo delle Forze armate e il governo presieduto da un primo ministro, che si avvaleva del potere esecutivo. Indette libere elezioni per il marzo 1992, queste venivano vinte dai militari che nominavano primo ministro Suchinda Kraprayoon, che qualche mese più tardi si dimetteva in seguito a una sanguinosa sommossa popolare. Con un colpo di scena, deludendo le aspettative dei partiti filomilitari, il re nominava primo ministro Anand Panyarachun, che aveva il compito di organizzare per il settembre dello stesso anno le consultazioni elettorali anticipate, e allo steso tempo il Parlamento approvava un emendamento costituzionale che limitava il potere dei militari.
Dopo ca. cinquant'anni di regime militare, quindi, nell'autunno del 1992 si tenevano le prime elezioni democratiche, che decretavano la vittoria della coalizione delle forze democratiche, in seguito alle quali veniva nominato primo ministro Chuan Leekpai, il leader del Partito democratico. Il primo governo democratico, comunque, non riusciva a portare a termine il suo mandato: nel 1995, con l'approvazione di alcuni nuovi emendamenti costituzionali, tra cui il divieto per i senatori e i membri del Parlamento di prendere parte all'assegnazione di appalti pubblici, una crisi politica indeboliva l'esecutivo. Le elezioni anticipate, indette per il luglio dello stesso anno, segnavano nuovamente il ritorno al potere del Chart Thai, ma la nomina di primo ministro del suo leader, Banharn Silpa-Archa, accusato di corruzione, l'anno successivo determinava lo scioglimento anticipato della Camera dei deputati. Le consultazioni del novembre 1996, questa volta, assegnavano il successo al Partito della nuova aspirazione, capeggiato dall'ex generale Chavalit Yonghayudh.
Tuttavia, nel 1997, a seguito dell'entrata in vigore di un'ennesima Costituzione, che introduceva l'elezione a suffragio universale anche dei senatori, si tenevano nuovamente le consultazioni elettorali. Veniva nominato primo ministro il democratico Chuan Leekpai che, promuovendo un programma di riforme economiche, sembrava finalmente portare la Thailandia verso una certa stabilità: garanzia che sembrava sufficiente per ottenere un aiuto del Fondo Monetario Internazionale e per risanare l'economia, destabilizzata da quella crisi che quell'anno aveva coinvolto tutti i Paesi asiatici. Ma la politica economica perseguita da Leekpai nei suoi quattro anni di governo alimentava tra i thailandesi il sospetto che i democratici volessero incentivare solo gli interessi dei grandi enti finanziari e degli investitori stranieri, senza nessuna considerazione per i disagi economici della classe media. Per questo motivo, nelle elezioni legislative del 2001, Leekpai veniva sconfitto da Thaksin Shinawatra del Partito Thai Rak Thai (i thailandesi amano i thailandesi), da lui fondato. Shinawatra, ricco magnate delle telecomunicazioni, infatti, sfruttando abilmente l'impopolarità dei democratici, conquistava 254 seggi su 500 e veniva nominato primo ministro nel novembre del 2001. Nel 2003 il governo lanciava una campagna contro il traffico di droga e una contro la detenzione illegale di armi.
Nel gennaio 2004 esplodeva, in alcune province meridionali, la guerriglia di gruppi legati all'estremismo islamico, provocando centinaia di vittime. Nel dicembre del 2004 le coste dell'Oceano Indiano venivano sconvolte da un terribile maremoto causato da un sisma avvenuto al largo dell'isola di Sumatra. Villaggi e coste venivano completamente sommersi dalle acque causando migliaia di vittime, tra cui molti occidentali che affollavano i centri turistici della Thailandia. Nel febbraio 2005 si svolgevano le elezioni legislative vinte nuovamente dal partito del premier Shinawatra. Un anno dopo, in seguito a forti pressioni, il premier scioglieva il Parlamento e indiceva nuove elezioni che si svolgevano nell'aprile 2006. A queste tuttavia non partecipava l'opposizione e in 38 collegi le elezioni risultavano nulle per mancanza di votanti. Pur uscendo vincitore dalla competizione, il premier cedeva alle proteste e annunciava l'intenzione di dimettersi all'insediamento del Parlamento, dopo le elezioni suppletive. In settembre, mentre Shinawatra si trovava all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, un colpo di stato militare lo destituiva; al suo posto la giunta militare insediava il generale Surayud Chulanont, ex capo delle forze armate. Nel maggio 2007 la Corte costituzionale decideva lo scioglimento del partito di Shinawatra e l'astensione dell'ex premier e di un altro centinaio di parlamentari dall'attività politica per cinque anni. In agosto si svolgeva un referendum per approvare la nuova Costituzione voluta dalla giunta militare. In dicembre si svolgevano le elezioni legislative, vinte dal PPP (Partito del Potere del Popolo) e nel gennaio 2008 assumeva l'incarico di premier Samak Sundaravej. In settembre la corte costituzionale costringeva il premier a dare le dimissioni e il parlamento eleggeva nuovo primo ministro Somchai Wongsawat, candidato del PPP. Dopo numerose proteste e scioperi, nel dicembre del 2008 la corte costituzionale scioglieva il PPP, reo di aver frodato le elezioni del 2007; il premier S. Wongsawat, destituito, veniva espulso dall'attività politica per cinque anni, mentre il parlamento eleggeva primo ministro il leader del Partito Democratico (PAD), Abhisit Vejjajiva. I sostenitori di T. Shinawatra (camicie rosse) continuavano però a manifestare contro il governo; nell'aprile del 2010 migliaia di manifestanti protestavano per le vie di Bangkok, facendo irruzione nella sede del governo. La situazione precipitava il mese seguente con l'offensiva da parte dell'esercito, che riusciva a liberare la zona della capitale in mano ai manifestanti. Questa azione di forza, in cui perdevano la vita decine di rivoltosi, non evitava al governo di porre fine alla crisi politica e sociale.