Spazio fisico

Morfologia. La Thailandia occupa la sezione centrale, relativamente poco elevata, della Penisola Indocinese, estendendosi da nord a sud per circa 1.700 km, con una larghezza massima di circa 800 km. Il territorio in buona parte corrisponde a una vasta area depressionaria, invasa nell'era cenozoica dalle acque del Golfo del Siam e successivamente colmata dai depositi fluviali recenti, lasciati dal Menam e dai suoi tributari. Affacciata a sud al mare, questa pianura, ricca, ben irrigata, popolatissima, è il nucleo principale del Paese, chiuso a nord da una serie di allineamenti meridiani, in più punti con cime di oltre 2.000 m (Doi Luang, 2.195 m; Doi Pha Homfok, 2.298 m), che si annodano, attraverso l'Altopiano degli Shan, in Myanmar, ai fasci montuosi cinesi dello Yünnan. Essi proseguono verso sud formando una lunga catena al confine con Myanmar, praticamente interrotta solo in corrispondenza del Passo delle Tre Pagode (200 m) tra i monti Dawna a nord e i monti Bilauk a sud. L'altezza massima di questi rilievi, che formano l'orlo occidentale della Pianura del Menam, supera in alcuni punti i 2.000 m; sono costituiti da rocce calcaree del Paleozoico che hanno subito un ringiovanimento nell'era cenozoica. Alture più modeste chiudono invece a est la pianura del Menam, formando la linea divisoria, non sempre nettamente tracciata, lungo cui corre lo spartiacque con il bacino del Mekong, il poderoso fiume indocinese (4.500 km) che segna in grande parte il confine tra la Thailandia e il Laos. Tali rialzi tuttavia separano, nella Thailandia nord-orientale, il cosiddetto Altopiano del Khorat, in realtà un susseguirsi di modeste ondulazioni e di bassopiani per lo più tra i 100 e i 200 m di altezza. Infine l'estremità meridionale della Thailandia, che comprende il tratto della Penisola Malese a sud della valle del Kwai Noi fino al confine con la Malaysia, si affaccia al Golfo del Siam a est e al Mare delle Andamane a ovest. Oltre l'Istmo di Kra (42 km, alto non più di 76 m, interamente in territorio thailandese) il rilievo comprende una serie di massicci granitici isolati (Khao Lang Kha Toek, 1.465 m), alternati a depressioni, la cui origine si connette alla formazione di faglie che hanno spezzato e frammentato la penisola. Le coste prospicienti il Golfo del Siam (1.875 km) sono prevalentemente basse e orlate di lagune. Numerose sono le isole che emergono dalla piattaforma continentale: le più vaste sono Samui e Phangan, al largo della costa orientale. Il litorale che si affaccia sul Mare delle Andamane si presenta invece roccioso, frastagliato e ricco di scogli, isolotti e isole, la maggiore delle quali è quella di Phuket , con 522 km 2 .

 

Clima. Il clima della Thailandia risente fondamentalmente della circolazione monsonica, i cui effetti però non risultano omogenei su tutto il territorio sia per la notevole estensione in latitudine (da 20° a 5° nord) sia per l'ampio contatto col mare di alcune zone e, al contrario, per la presenza in altre di catene montuose disposte in modo da bloccare l'afflusso di masse di aria umida. In generale è possibile distinguere due stagioni, una secca e una piovosa: quest'ultima si manifesta durante il periodo estivo e tende a dilatarsi nella Penisola Malese, dove praticamente il clima si può definire equatoriale, con escursioni termiche molto contenute (a Songkhla la temperatura media annua è di 27,5 °C, mentre quelle di gennaio e di luglio sono rispettivamente di 26,3 °C e 27,9 °C) e precipitazioni consistenti, superiori a 2.000 mm annui. Nella parte settentrionale, invece, il clima è più secco, con precipitazioni inferiori ai 1.500 mm e, nelle zone più interne, anche inferiori ai 1.000 mm; la stagione secca, dovuta all'affluss o di venti asciutti da nord, va da novembre a febbraio, con medie termiche di 20-24 °C, e quella piovosa da aprile a ottobre: dalla metà di febbraio alla metà di aprile si ha il periodo più caldo, con medie giornaliere di 30 °C nelle pianure.

 

Flora. Poco più di 1/4 del territorio thailandese è ricoperto da boschi e foreste; la bella foresta pluviale, ricca di essenze pregiate, compare naturalmente là dove le precipitazioni sono più copiose, rivestendo i rilievi meglio irrorati, come i monti della Penisola di Malacca, specie il versante rivolto a Myanmar e, in parte, l'orlo occidentale dell'Altopiano del Khorat. Dove il regime monsonico si avverte maggiormente e le stagioni sono nettamente differenziate prevale una foresta meno fitta: quasi tutta la sezione settentrionale della Thailandia, con piovosità compresa tra i 1.200 e i 2.000 mm annui, è coperta dalla cosiddetta foresta alta (che peraltro è stata ampiamente degradata dalla pratica dell'agricoltura itinerante, tuttora diffusa, e da un diboscamento irrazionale), la cui specie più nota è il teak; nelle aree meno piovose o con suoli poveri, come nel Khorat, domina invece la foresta arida, senza sottobosco, con alberi più bassi e radi. Le pianure sono state notevolmente trasformate dall'intervento umano: le risaie hanno sostituito le distese savaniche e solo lungo i corsi d'acqua persistono fasce di vegetazione arborea. Lungo i tratti di coste basse e melmose sono assai sviluppate le formazioni di mangrovie.

 

Idrografia. Il più importante fiume della Thailandia è il Menam, che si forma poco a monte di Nakhon Sawan dalla confluenza dei fiumi Ping e Nan, provenienti rispettivamente dai monti al confine con Myanmar e col Laos. Ben presto il fiume si ramifica in numerosi bracci che attraversano pigramente una pianura ormai livellata: i due rami principali sono il Suphan Buri, a ovest, e il Chao Phraya, o Menam vero e proprio. Le abbondanti alluvioni riversate nel Golfo del Siam tendono a colmare quest'ultimo; le maree sono comunque in grado di mantenere sgombri i vari bracci deltizi, che risultano navigabili. Il regime del Menam è strettamente connesso con le piogge monsoniche: il fiume comincia a gonfiarsi in maggio e raggiunge il livello più alto in ottobre. Per il resto, a parte una ristretta area a nord-ovest tributaria del Salween, e la porzione peninsulare, in cui modesti corsi d'acqua si gettano direttamente in mare, il territorio thailandese è tributario del Mekong, principalmente attraverso il Menam Mun; il drenaggio del Khorat è però complicato dalla presenza di aree depressionarie occupate da laghi.