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Aspetti economici
Il Myanmar è uno di quei Paesi potenzialmente piuttosto ricchi, ma ancora poco sviluppati; presenta strutture economiche molto conservatrici, sulle quali scarso peso ha avuto il colonialismo e alle quali in pratica nemmeno la politica governativa, impostata secondo principi che si ispiravano a una sorta di socialismo comunitario, ha saputo apportare sostanziali mutamenti.
Agricoltura e industria. Il prodotto nazionale, nonostante i piani quadriennali, si è accresciuto assai lentamente, in alcuni anni non riuscendo neppure a tenere il passo con il forte incremento demografico. Eppure l'agricoltura può fruire, nelle pianure alluvionali, di terreni assai fertili, ma le rese sono molto basse. Fortemente negativa è del pari la situazione per quanto concerne l'attività industriale, imperniata sulle lavorazioni connesse all'agricoltura. La nazionalizzazione di tutti i settori chiave dell'economia (industrie, banche, commercio estero, trasporti ecc.) e la chiusura al capitale straniero, in un quadro di rigorosa politica di autosufficienza, non ha favorito lo sviluppo. A partire dalla seconda metà degli anni Settanta è stata tentata un'inversione di tendenza, che da un lato mirava a rivitalizzare l'industria privata, dall'altro faceva ricorso ad aiuti finanziari ormai ingenti, specie giapponesi, tedeschi e del Fondo Monetario Internazionale. Ma il riassetto dell'economia tarda ad avviarsi, a causa della situazione politica oppressiva e del perdurare di guerriglia e contestazioni. La maggior ricchezza della Myanmar è da sempre il riso, che da solo occupa oltre la metà dell'intera superficie coltivata.
Allevamento, pesca e foreste. L'allevamento è attività complementare dell'agricoltura, che impiega bovini e bufali nei lavori dei campi; allevamenti tradizionali, benché modesti, sono anche quelli dei suini e dei volatili da cortile. Una notevole risorsa per l'alimentazione locale è invece fornita dalla pesca, assai abbondante anche nelle acque interne. Estesissime sono le foreste (poco meno della metà del territorio); il loro sfruttamento dà al Myanmar, insieme alla risicoltura, i redditi maggiori.
Risorse minerarie e industrie. Il Myanmar non manca altresì di risorse minerarie. In primo piano si pone il petrolio estratto nelle isole costiere e nella parte centrale del Paese, spesso associato al gas naturale: presente in discreta quantità, registra un costante calo dei livelli estrattivi, ciò che ha reso necessario ricorrere all'importazione. Buone sono anche le produzioni di vari minerali metalliferi, tra cui soprattutto piombo, zinco, stagno, tungsteno e nichel e delle pietre preziose. Le industrie operano soprattutto nei comparti agroalimentare e tessile; si segnalano poi alcuni cementifici e una fonderia di piombo.
Comunicazioni. I traffici interni, nel complesso non molto intensi, si svolgono principalmente per via fluviale. Di recente potenziate ma tuttora insufficienti sono le strade (27.600 km ca.); la rete si infittisce intorno alla capitale, che è il vertice di tutto il sistema delle comunicazioni del Paese, di cui costituisce anche il massimo centro portuale e aeroportuale (aeroporto internazionale di Mingaladon). Compagnia di navigazione aerea è la Myanmar Airways.