Economia

La situazione economica della Malaysia appare, grazie alle ingenti risorse naturali di cui dispone (caucciù, palma da olio, legname, petrolio, stagno ecc.), una delle più floride e sicure tra quelle degli Stati asiatici in via di sviluppo, come attesta il relativamente alto reddito pro capite. La discreta dinamica dell'assetto produttivo ha permesso alla Malaysia di superare le ripercussioni negative della crisi mondiale particolarmente acuta fra il 1973 e il 1975; il Paese può nuovamente contare su un consistente attivo della bilancia commerciale e su un elevato incremento del prodotto nazionale. Tuttavia questi elementi positivi non devono mascherare taluni perduranti aspetti di debolezza organica, dovuti ai marcati antagonismi territoriali ed etnici: non è sempre facile conciliare gli interessi spesso contrastanti dei due gruppi di maggior rilievo, i Malesi e i Cinesi. Né bisogna dimenticare la persistente dipendenza di tipo neocoloniale delle strutture produttive, il cui pur favorevole andamento va posto in larga misura in relazione ai cospi cui afflussi di capitali provenienti dall'estero, in particolare dal Giappone, dagli Stati Uniti ecc.

Agricoltura. Arativo e colture arborescenti coprono circa il 23% del territorio nazionale. Il settore agricolo continua tuttavia a presentare al suo interno un ben preciso sdoppiamento tra l'agricoltura di sussistenza, che poggia prevalentemente sulla grande diffusione della risicoltura, e le produzioni destinate all'esportazione: nel primo caso, nonostante gli interventi governativi per la modernizzazione, dominano le piccole proprietà molto frazionate con insufficienti legami commerciali e i cui prodotti sono in gran parte finalizzati all'autoconsumo; nel secondo, invece, la coltivazione del caucciù e della palma da olio, nonché lo sfruttamento delle ingenti risorse forestali, sono in larga misura strutturati con criteri propriamente capitalistici e vedono l'intervento massiccio delle multinazionali, che organizzano la vendita dei vari prodotti. Come si è detto, base dell'alimentazione locale è il riso; le altre principali colture alimentari sono quelle della manioca, delle banane e di altri frutti tropicali, soprattutto di ananas, quindi delle patate dolci, degli ortaggi ecc.; lungo le coste prospera la palma da cocco. Molto importante ai fini commerciali è invece la coltivazione della palma da olio che, introdotta su vasta scala solo in epoca recente, pone la Malaysia ai vertici mondiali per la produzione di tale olio (massimo prodotto agricolo d'esportazione del Paese) e per le noci. Si coltivano inoltre arachidi, tabacco, tè, caffè, cacao, canna da zucchero, pepe (nel Sarawak).

Foreste. Circa 2/3 del territorio sono ricoperti da un fitto manto forestale il cui sfruttamento rappresenta una rilevantissima fonte di reddito per il Paese. Il Governo, tramite soprattutto l'ente di Stato Malaysian Timber Industry Board, tende ad attuare uno sfruttamento delle foreste razionale, necessario innanzitutto per la conservazione del suolo e inoltre per poter disporre di materiale da costruzione e per alimentare lo sviluppo dell'industria del legno. Ma ancor più conta nell'economia del Paese il caucciù, di cui la Malaysia è uno dei maggiori produttori mondiali. L'Hevea brasiliensis è stata introdotta solo alla fine del secolo scorso e i primi a credere nelle sue possibilità furono i Cinesi; successivamente, vastissime piantagioni, anche di alcune migliaia di ettari (l'attuale tendenza è però di frazionarle), furono impiantate da grandi società occidentali, tra cui il Dunlop. Oltre la metà del caucciù viene prodotta in piantagioni di almeno 40 ha, il rimanente è fornito da varie decine di migliaia di piccoli appezzamenti, che per la metà appartengono a Malesi, per il resto sono di proprietà in parte di Cinesi e in parte di Indiani.

Allevamento. L'allevamento ha invece scarsa importanza, anche per la limitata estensione di terreni adatti al pascolo; predominano i suini e soprattutto i volatili da cortile, mentre bovini e bufali sono presenti in numero più limitato; nelle aree risicole comunque è tradizionale l'allevamento dei bufali, impiegati nei lavori dei campi.

Pesca. La pesca è invece da sempre un'attività diffusissima presso i Malesi; la notevole ricchezza ittica dei mari malesi sopperisce al fatto che la pesca, cui sono adibite stabilmente migliaia di persone, venga tuttora praticata generalmente con metodi antiquati e poco redditizi; non mancano tuttavia appositi programmi volti in particolare a dotare la flotta peschereccia di mezzi moderni e a potenziare le attrezzature per la conservazione.

Risorse minerarie. Rilevantissime sono anche le risorse minerarie, specie per quanto riguarda lo stagno: i principali giacimenti (che vanno però impoverendosi) sono situati nel Perak e presso Kuala Lumpur; giacimenti minori si hanno nello Johor e nel Pahang (nelle fonderie di stagno si ottengono come sottoprodotti columbite e ilmenite). Seguono i minerali di ferro, la bauxite, l'oro, il manganese, il tungsteno, il rame, il carbone (nel Sabah), i fosfati e l'antimonio (nel Sarawak). Anche il petrolio sta assumendo una crescente importanza nell'economia nazionale, grazie alla presenza di ricchi giacimenti off shore, dove si trova associato a giacimenti di gas naturale. Nel 1974 è stato fondato un ente di Stato, il Petronas, che disciplina i rapporti di proprietà di produzione tra il governo malaysiano e le multinazionali che operano nel settore petrolifero. Per far fronte alla crescente richiesta energetica delle industrie e consentire inoltre l'elettrificazione integrale delle zone agricole, il governo tende a realizzare progetti che sfruttino il notevole potenziale idrico; tuttavia le ormai buone disponibilità petrolifere consentono di incrementare anche la produzione di energia elettrica di origine termica.

Industria. La Malaysia è impegnata nel diversificare il più possibile le sue industrie: grazie all'intervento di vari enti pubblici, quale il Malaysian Industrial Development Finance , e grazie anche ai cospicui investimenti esteri, nonché all'assistenza tecnica di numerosi Paesi industrializzati, il settore partecipa ormai per oltre un terzo alla formazione del prodotto nazionale. Ciò è il risultato di una crescente importanza acquisita dai processi di lavorazione di molti prodotti locali, un tempo esportati prevalentemente grezzi: la Malaysia ha ormai un'industria metallurgica, metalmeccanica e petrolchimica di discreta portata. Le fonderie malaysiane (a Pinang, Butterworth, Kelang) forniscono quasi il 20% della produzione mondiale di stagno; impianti siderurgici lavorano i minerali di ferro locali; a Kuching, nel Sarawak, opera una fonderia di antimonio; funzionano raffinerie di petrolio, come quella di Lutong, sempre nel Sarawak, dove è anche attivo un impianto di liquefazione di gas naturale presso Bintulu. L'industria meccanica può contare su importanti cantieri navali (a Pinang), sulle officine ferroviarie di Kuala Lumpur, su vari complessi per il montaggio di autoveicoli, trattori ecc. Anche l'industria chimica è stata notevolmente incrementata e fornisce in discreta misura fertilizzanti, estratti tannici ecc. Sono attivi anche cementifici e industria della gomma (pneumatici). Floride sono le attività che riguardano il campo alimentare (oleifici, zuccherifici, conservifici di frutta), le manifatture dei tabacchi, i calzaturifici, gli stabilimenti tessili e dell'abbigliamento, le segherie e gli altri impianti legati alla lavorazione del legno.

Comunicazioni. Se si eccettuano le zone forestali, la Malaysia dispone di un discreto sistema interno di comunicazioni , specie nella parte peninsulare, mentre è collegata con l'estero da un'efficiente rete di linee aeree e marittime. L'asse ferroviario fondamentale (di 787 km) è quello che segue la costa occidentale della Malaysia Peninsulare, collegando Singapore a Butterworth e raggiungendo più a nord, a Padang Besar, la rete ferroviaria thailandese. Un'altra linea corre in gran parte nella fascia centrale della penisola, da Gemas a Tumpat, presso Kota Baharu, sulla costa orientale. Non esistono ferrovie nel Sarawak, mentre a Sabah un tronco di 148 km, a scartamento ridotto, raccorda Kota Kinabalu con Tenom, nell'interno, servendo in parte anche la costa occidentale. È stata particolarmente migliorata e potenziata in tutto il Paese la rete stradale, che oggi ha uno sviluppo complessivo di oltre 64.000 km; la motorizzazione, seppure in aumento, è modesta, contandosi circa 3 milioni di autoveicoli. Tradizionalmente intenso è il traffico marittimo (i porti principali sono quelli di Kelang e di Pinang) sia internaziona le sia locale; quest'ultimo è svolto però tuttora in gran parte dai praho , le tipiche imbarcazioni malesi; inoltre un servizio di navi-traghetto consente il collegamento delle reti ferroviarie della Malaysia Peninsulare e di Sumatra. Attivi sono anche i servizi aerei, gestiti dalla compagnia di bandiera Malaysia Airline System (MAS); essi si avvalgono di buoni aeroporti, specie dei 5 scali internazionali di Kuala Lumpur, Kota Kinabalu, Pinang, Langkawi e Kuching.

Commercio. Il commercio interno si è andato attivando solo a partire dal secolo scorso a seguito della penetrazione europea, che ha avviato lo sfruttamento minerario e l'economia di piantagione; si è via via sempre più intensificato in concomitanza al generale sviluppo dell'economia malaysiana. Quanto al commercio estero, sensibili cambiamenti si verificano nelle voci di esportazione: mentre in passato erano in pratica limitate al caucciù e allo stagno, un peso sempre crescente stanno acquistando il legname, il petrolio, il gas naturale, l'olio di palma, ma anche taluni prodotti industriali, specie dell'industria meccanica e chimica. Le importazioni sono invece eminentemente rappresentate da macchinari e mezzi di trasporto, prodotti industriali vari e, in discreta misura, da generi alimentari. L'interscambio è positivo, data la costante richiesta sui mercati mondiali delle materie prime offerte dalla Malaysia; principali partners commerciali sono Singapore, il Giappone e gli Stati Uniti. Un buon andamento presenta anche il turismo, che costituisce una buona fonte di entrate in valuta estera.