Storia

Dal sec. I al VI dell'era cristiana la Cambogia, il cui nome significa “figli di Kambu”, un mitico eremita, fece parte di un grande Stato, ricordato dai Cinesi come Fu-nan, di cui si sa ben poco e a cui succedette, nel corso del sec. VI, il Regno di Chen-la (la terra dei Kambuja). Dalla fine del sec. IX alla metà del XV si svolse il periodo di Angkor, così chiamato dal nome della capitale. A partire dal 1350 presero un andamento continuo le guerre con i vicini, già iniziate in precedenza, e specialmente con il Siam. Nel 1430 il re di Ayutthaya conquistò Angkor; le lotte con il Siam a nord e il Viet Nam a sud durarono, con varie perdite e riconquiste di territori da parte della Cambogia, fino al 1860 ca., complicate nei sec. XVI-XVII da ingerenze portoghesi e olandesi. Nel 1864, sollecitata dal re Norodom, la Francia stabilì il suo protettorato sulla Cambogia e nel 1887 la incorporò nell'Union Indochinoise. Verso il 1930 ebbero inizio rivendicazioni nazionalistiche; nel 1941 il Giappone, approfittando dell'impossibilità della Francia a intervenire, costrinse la Cambogia a restituire alcune province alla Thailandia. L'indipendenza fu proclamata una prima volta il 12 marzo 1945 dal re Norodom Sihanouk, ma la Francia restaurò nell'agosto il regime coloniale e l'effettiva indipendenza fu possibile solo nel 1953. Nel 1955 Norodom Sihanouk abdicò in favore del padre e formò il partito Sangkum che alle successive elezioni ebbe tutti i seggi. Da allora fino al 1970 Sihanouk è stato sempre la guida politica della Cambogia, divenendo anche, alla morte del padre, effettivo capo dello Stato, pur senza assumere il titolo di re. Assertore della neutralità e del mantenimento dell'integrità territoriale del Paese, conservò buoni rapporti con gli USA fino al 1962 (Conferenza di Ginevra sul Laos) e allacciò poi stretti rapporti con la Cina Popolare, convinto di una sua egemonia nell'Asia di SE. Nel marzo 1970, in seguito a un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti, Norodom Sihanouk venne cacciato dalla Cambogia e il 9 ottobre il Paese assunse l'assetto repubblicano. Dall'esilio in Cina, Sihanouk organizzò un proprio governo, si legò ai Khmer rossi, una volta suoi oppositori, con i quali riuscì, dopo un'aspra guerra civile, a provocare, nel 1975, la fuga dal Paese del presidente Lon Nol (1º aprile) e a ridurre alla resa i filoamericani assediati a Phnom Penh. Il 14 dicembre 1975 venne proclamato lo Stato democratico di Cambogia e Sihanouk tenne il potere fino all'entrata in vigore della nuova Costituzione (5 gennaio 1976) e alle elezioni generali di marzo, in seguito alle quali fu eletto capo dello Stato Khieu Samphan, leader moderato dei Khmer rossi, mentre la carica di primo ministro venne assunta dal feroce Pol Pot. Assunta la denominazione di “Cambogia Democratica”, il Paese, governato da Pol Pot, fra il 1977 e il 1978 fu più volte coinvolto in conflitti con il Viet Nam, mentre cominciarono a diffondersi notizie circa il regime di terrore instaurato dai Khmer rossi. Nelle zone di frontiera tra Cambogia e Viet Nam si formò un movimento antigovernativo, il Fronte Unito Nazionale per la Salvezza della Kampuchéa (FUNSK), che trovò, proprio a causa della spietatezza del governo di Pol Pot, appoggio nella popolazione. In questa situazione sempre al limite della guerra civile, si inserirono le potenze internazionali interessate al controllo della zona. Nel gennaio 1979 truppe vietnamite, intervenute in appoggio al FUNSK, occuparono la capitale della Cambogia: la Cina, con cui il governo di Pol Pot aveva intrattenuto buone relazioni, accusò l'Unione Sovietica di essere dietro le quinte e di aver progettato l'occupazione del Paese; il governo legittimo si ritirò. L'11 gennaio 1979 veniva proclamata dal FUNSK la Repubblica popolare di Cambogia; gli scontri continuarono però tra FUNSK e Vietnamiti da un lato e Khmer dall'altro, mentre Unione Sovietica e Cina sostenevano nelle varie iniziative diplomatiche internazionali le opposte fazioni. Costretto a lasciare la Cambogia in seguito all'occupazione vietnamita, il principe Sihanouk fondò intanto un nuovo governo in esilio, alleandosi con le forze antivietnamite, tra cui i Khmer rossi. Nel luglio 1979 Pol Pot fu condannato a morte in contumacia, assurgendo quindi alla carica di presidente della Repubblica il filovietnamita Heng Samrin, divenuto nel 1981 anche segretario generale del Partito popolare Rivoluzionario. Assunto il nome di Repubblica popolare di Kampuchéa (1981) il Paese adottò, attraverso l'Assemblea nazionale contestualmente istituita, una nuova Costituzione. Per tutti gli anni Ottanta, nonostante ripetuti incontri fra le parti, i Khmer rossi, i seguaci del principe Sihanouk e i nazionalisti di Son Sann continuarono le operazioni di guerriglia contro le autorità di Phnom Penh. Nell'aprile 1989 venne emendata la Costituzione, si introdusse la denominazione di “Stato della Cambogia” e si proclamò di nuovo il buddhismo religione nazionale. Nello stesso periodo i Khmer rossi, approfittando del ritiro progressivo delle truppe vietnamite (completato nel settembre 1989), lanciarono una forte offensiva. Nel 1990 l'ONU elaborò un piano di pace accolto positivamente dalle parti, che istituivano un Consiglio supremo nazionale alla cui presidenza fu eletto (luglio 1991) il principe Sihanouk. Dopo ripetute interruzioni dei negoziati, si giungeva all'accordo di pace sottoscritto a Parigi (ottobre 1991) dai leaders delle quattro fazioni rivali. Si avviava così una fase di transizione sotto la diretta tutela dell'ONU, ma i Khmer rossi si opponevano (giugno 1992) allo schieramento delle forze dell'Autorità provvisoria dell'ONU per la Cambogia (APRONUC-UNTAC) e, incuranti delle sanzioni del Consiglio di Sicurezza, riprendevano a combattere. Ciò comunque non impediva che la scadenza elettorale fissata dal piano di pace firmato a Parigi fosse rispettata e, alla fine del maggio 1993, i Cambogiani erano chiamati alle urne. Nonostante il sanguinoso boicottaggio dei Khmer rossi, il 90% partecipava alle elezioni per l'Assemblea costituente, vinte dal partito di Sihanouk (FUNCIPEC) che si aggiudicava 58 seggi contro i 51 dei comunisti del PPC e i 10 del nazionalista Son Sann. Il mese successivo Sihanouk veniva proclamato capo dello Stato e si formava un governo di coalizione tra il FUNCIPEC e il PPC. La nuova Costituzione, varata il 21 settembre 1993, sanciva il ritorno alla monarchia fissando criteri garantisti per le deliberazioni legislative (maggioranza dei 2/3). Il governo veniva affidato al principe Norodom Ranarridh (FUNCINPEC), figlio di Sihanouk, che otteneva la carica di “primo primo ministro” affiancato da Hu Sen (PPC) come “secondo primo ministro”. Il successivo ritiro delle forze dell'ONU, portato a termine nel novembre 1993, rendeva ancora più fragile la giovane democrazia cambogiana su cui continuava a incombere la minaccia della guerriglia khmer, foriera per di più di divisioni tra il re (contrario) e il Parlamento deciso a condannare i Khmer rossi e Pol Pot. Più in generale lo stato d'instabilità generava non poche contraddizioni all'interno della compagine governativa, contraddizioni aggravate, nel 1997, dalla cattura di Pol Pot, morto poi prigioniero nel 1998, da parte di Khieu Samphan, il leader dei Khmer rossi ed ex braccio destro del dittatore. Paradossalmente, proprio la cattura di Pol Pot faceva esplodere apertamente la crisi tra il FUNCIPEC di Norodom Ranariddh e il PPC di Hu Sen, che il 5 luglio del 1997 con un golpe destituiva il rivale, sostituendolo con Ung Huot. Allo stesso tempo nel Nord del Paese si sviluppava una guerra civile tra le forze governative e i militare fedeli a Ranariddh, sostenuti dalla Thailandia. Nel febbraio del 1998 Hu Sen, spinto dalle pressioni internazionali, accettava un piano di pace e il ritorno dall'esilio di Ranariddh, in cambio del “cessate il fuoco” da parte delle truppe del FUNCIPEC. Indette le elezioni politiche per il luglio 1998, Hu Sen conquistava la maggioranza dei seggi, ma i risultati erano contestati da tutti i partiti in lizza e innescavano un'ampia protesta nel Paese. Avviati, quindi, negoziati si giungeva nel settembre dello stesso anno a un accordo per la formazione di un governo di coalizione tra Hu Sen e Ranariddh. Nel 1999 la Cambogia diveniva membro dell'ASEAN. Le elezioni politiche del 2003 attribuivano, con un'ampia maggioranza, la vittoria al partito di Hu Sen, il CPP (Partito Popolare cambogiano) tuttavia i conflitti tra le due formazioni politiche continuavano fino al luglio 2004, quando il Partito popolare e il FUNCIPEC raggiungevano un nuovo accordo per un governo di coalizione. In settembre il Parlamento ratificava l'entrata del Paese nel WTO, decisa nel 2003 alla conferenza di Cancùn. Nel ottobre 2004 il re Sihanouk, 81 anni, decideva di abdicare. Gli succedeva sul trono il figlio Norodom Sihamoni. Nel luglio 2008 si sono svolte nuove elezioni politiche vinte dal CPP e veniva riconfermato il premier Hu Sen. Nel 2009 iniziava il processo a Kaing Guek Eav detto Duch, ex direttore del principale carcere dei Khmer rossi.