Economia

 

Con un'economia relativamente diversificata, la Repubblica Dominicana si pone tra i Paesi in via di sviluppo dell'area caribica. In particolare a partire dalla caduta del regime di Trujillo ha preso avvio una certa partecipazione governativa alla vita economica nazionale mediante la creazione di taluni enti di Stato, tra cui la Corporación Dominicana de Empresas Estatales (CORDE) e il Consejo Estatal del Azúcar (CEA), entrambi fondati nel 1966. Rappresenta però un grave ostacolo a un autentico sviluppo dell'economia del Paese la pesante dipendenza dagli Stati Uniti, i quali da un lato hanno impedito una reale ristrutturazione agraria (prevale nettamente la coltura della canna da zucchero, cui negli ultimi anni è stata affiancata una intensa coltivazione di caffè e di cacao per sopperire alla diminuita richiesta di zucchero), dall'altro detengono attraverso le loro multinazionali le effettive leve economiche del Paese.

 

Agricoltura. Benché sia la struttura portante dell'economia, l'agricoltura è un'attività per vari aspetti poco redditizia, scarsamente meccanizzata, ma che può avere ampi sviluppi con adeguate opere irrigue; l'arativo occupa ancora oggi il 30% circa della superficie territoriale. Come in tutti i Paesi a prevalente economia di tipo neocoloniale, si devono nettamente distinguere, in campo agricolo, il settore delle grandi piantagioni in cui si ottengono, con tecniche moderne e largo impiego di capitali, i prodotti destinati all'esportazione, e quello delle piccole e medie proprietà, che provvedono a fornire i generi di consumo interno. Le piantagioni sono destinate soprattutto alla coltivazione della canna da zucchero, particolarmente diffusa nella pianura costiera meridionale, da Barahona a La Romana, e in quella settentrionale nella Provincia di Puerto Plata, da cui si ricavano annualmente 6 milioni di q di zucchero. Per diversificare il panorama agricolo il governo ha tuttavia intensificato le produzioni di caffè e di cacao. Per il consumo interno prevalgono invece i cereali, in specie il riso, la manioca, la patata dolce e vari ortaggi; le banane vengono anche esportate. Cospicuo è il patrimonio forestale (boschi e foreste ricoprono il 12% della superficie territoriale), soprattutto perché forniscono essenze pregiate, da cui si ricavano altresì sostanze coloranti. Benché il Paese possegga ricchi pascoli, l'allevamento non è molto sviluppato (prevalgono bovini e suini), così come poco praticata e del tutto insufficiente è la pesca.

 

Risorse minerarie e industria. Svariate e spesso abbondanti sono le risorse minerarie, ma attualmente vengono adeguatamente sfruttati solo i giacimenti di bauxite, minerali nichel-ferrosi, oro, argento e salgemma. Gli altissimi costi delle importazioni petrolifere hanno ritardato l'espansione del settore energetico e di conseguenza delle attività industriali. L'attività manifatturiera è quasi unicamente limitata alla trasformazione dei prodotti agricoli locali, annoverando perciò zuccherifici, distillerie di alcol e di rhum, manifatture di tabacchi, cotonifici, oleifici, birrifici; si hanno inoltre alcuni cementifici, piccoli stabilimenti chimici e fonderie, fabbriche di mobili, calzaturifici.

 

Comunicazioni. La rete delle vie di comunicazione raggiunge un discreto livello, in particolare per il sistema stradale, che si sviluppa complessivamente per 12.000 km (di cui la metà asfaltati) e si basa su tre principali arterie stradali, che si diramano dalla capitale verso le regioni settentrionale e occidentale; le ferrovie, il cui sviluppo raggiunge i 1.655 km, sono praticamente al servizio delle grandi piantagioni, provvedendo al trasporto dei prodotti agricoli, in particolare lo zucchero, ai centri portuali d'esportazione. Il maggiore sbocco marittimo del Paese è il porto di Santo Domingo, modernamente attrezzato, per il quale passa quasi tutto il movimento commerciale con l'estero; la capitale è inoltre servita dall'importante aeroporto internazionale di Punta Caucedo.

Commercio. L'interscambio si svolge per circa il 40% con gli Stati Uniti, seguiti dal Venezuela per le importazioni di petrolio, dal Giappone e da taluni Paesi europei; la Svizzera occupa il secondo posto per le esportazioni di prodotti alimentari. Le esportazioni sono però ancora basate sulle materie prime: lo zucchero rappresenta da solo il 25-30% del valore totale seguito da caffè, cacao, tabacco e da alcuni metalli (leghe ferro-nichel e oro-argento). Le importazioni sono rappresentate da prodotti petroliferi, generi alimentari, veicoli, macchinari ecc. Un importante settore economico è ormai il turismo, cui il governo dedica cospicui investimenti.