Ambiente umano

 

Popolamento e composizione etnica. Abitata prima dai Taino, del gruppo degli Aruachi, poi dai sopraggiunti Caribi, l'attuale Repubblica Dominicana accoglieva forse 100.000 indios all'arrivo degli Spagnoli, che in breve tempo sterminarono l'intera popolazione. I nuovi conquistatori, che avevano trovato nel Paese oro e terre fertili, ricorsero largamente, come in seguito altrove, al reclutamento in massa di schiavi neri africani. Quando, nel 1844, fu raggiunta l'indipendenza, neri e mulatti formavano il 90% della popolazione, la cui entità numerica era di soli 125.000 individui, pressoché eguale perciò a quella di oltre trecent'anni prima. Per tutto il XIX secolo l'incremento demografico rimase assai modesto (alla fine del secolo la popolazione era stimata a 600.000 abitanti), ma andava man mano mutando la composizione etnica dello Stato per il continuo regresso dei neri, molti dei quali tra l'altro si trasferivano nella vicina Haiti, e il contemporaneo aumento dei bianchi. Più che dipendere da fattori naturali, tale aumento fu il risultato della precisa politica attuata dall'élite creola, rimasta detentrice del potere con l'indipendenza e che incoraggiò l'immigrazione di agricoltori stranieri con speciale riguardo per quelli di razza bianca (politica razziale poi accentuata da Rafael Trujillo): così, mentre per esempio nel 1920 i mulatti erano il 69% della popolazione, i neri il 19% e i bianchi il 12%, oggi mulatti e neri sono passati rispettivamente al 73% e all'11%, mentre i bianchi sono il 16%. Sempre nel 1920, anno del primo censimento ufficiale, il numero degli abitanti non raggiungeva le 900.000 unità; ma in seguito il Paese ha registrato un considerevole incremento demografico, tanto che già nel 1950 la popolazione assommava a 2,1 milioni di abitanti e nel 1960 a 3 milioni di abitanti.

Distribuzione e città. Le aree di più fitto insediamento sono la valle del Cibao, dove per esempio la provincia di Salcedo raggiunge i 231 abitanti/km2, e la pianura costiera meridionale, specie attorno alla capitale. Si distacca nettamente dalle altre città, con le sue molteplici attività industriali e commerciali, la capitale, dal cui nome derivò quello dello Stato. Segue per importanza Santiago de los Caballeros, situata nella valle del Cibao e grande centro per la lavorazione del tabacco, che è esportato dal vicino scalo marittimo di Puerto Plata (San Felipe de Puerto Plata); per il resto si tratta di città di assai minore rilievo, tra cui tuttavia vanno menzionati i grossi mercati agricoli di San Francisco de Macorís , situato ai piedi della Cordigliera Settentrionale a breve distanza da Santiago de los Caballeros, e di San Juan de la Maguana, nella fertile valle di San Juan, oltre agli scali marittimi di San Pedro de Macorís e di La Romana, adibiti prevalentemente all'esportazione di zucchero e di banane.