Spazio fisico

 

Morfologia. Il paesaggio del Venezuela si presenta vario e discontinuo, in quanto il territorio risulta costituito da sezioni caratterizzate da un diverso sviluppo delle vicende geologiche. Si va dalle catene montuose, con vette anche oltre i 5.000 m, facenti parte del sistema andino, all'ampia depressione occupata dal Lago di Maracaibo, dalle ondulazioni della superficie peneplanata dello scudo precambriano della Guayana alle piatte e monotone distese del bassopiano compreso tra le catene andine e il Massiccio della Guayana . Esistono pertanto sia aree di recente formazione, coinvolte nelle complesse vicende dell'orogenesi andina e il cui assestamento non è ancora definitivo, come testimonia l'intensa attività sismica, sia aree antichissime, già emerse nel Precambriano. Nel complesso, il territorio venezuelano può essere distinto in tre fondamentali sezioni: a ovest e nord-ovest una regione montuosa facente parte del sistema andino, al centro la successione di vaste pianure (llanos) del bassopiano continentale solcato dagli affluenti di sinistra del maggior fiume del Venezuela, l'Orinoco, e a sud-est un ampio penepiano, l'area più antica del Venezuela, appartenente appunto allo scudo della Guayana.

 

Regione andina. Le Ande venezuelane costituiscono l'appendice nord-orientale del grande sistema andino, che qui si assottiglia e smembra in diverse catene minori. L'erezione di queste è avvenuta per gradi: le prime fasi orogenetiche risalgono alla fine del Paleozoico, ma quelle più importanti si sono succedute a partire dalla fine del Cretaceo, con un massimo durante il Pliocene e il Pleistocene, quando si ebbero i sollevamenti di potenti serie sedimentarie mesozoiche e cenozoiche e la risalita di grandi masse intrusive di natura granitica, come quella del Pico Bolívar , che con i suoi 5.007 m d'altezza è la più alta vetta venezuelana. I due principali allineamenti montuosi sono la Sierra de Perijá, lungo il confine con la Colombia, e la Cordigliera di Mérida, nella quale si eleva il Pico Bolívar e che si estende in direzione sud-ovest nord-est, per poi proseguire verso est col nome di Cordigliera della Costa. Tra la Sierra di Perijá e la Cordigliera di Mérida si apre una depressione, vasta oltre 70.000 km2 e in gran parte sommersa dalle acque del Lago di Maracaibo: è il residuo di un più vasto golfo marino parzialmente colmato dalle alluvioni dei corsi d'acqua provenienti dalle alture circostanti. Questa depressione si è impostata in un bacino subsidente, invaso a più riprese dal mare, riempito da sedimenti tanto marini quanto continentali per una potenza complessiva superiore a 5.000 m e in cui si sono formati numerosi giacimenti di idrocarburi.

 

Pianure. La regione dei llanos è vasta oltre 300.000 km2 , ossia circa il 35% del territorio venezuelano: piatto e monotono, questo bassopiano corrisponde strutturalmente a una subsidenza tettonica instauratasi tra la fascia orogenetica andina e il Massiccio della Guayana. Potenti alluvioni cenozoiche e neozoiche, deposte dall'Orinoco e dai suoi affluenti, hanno gradatamente colmato quello che durante il Cenozoico era un ampio golfo marino; ancora oggi l'Orinoco e i suoi affluenti depositano enormi quantità di alluvioni, in particolare sabbie, sui llanos (il vasto delta del fiume progredisce costantemente al ritmo di circa 45 m all'anno).

 

Area del penepiano. Oltre il corso dell'Orinoco si incontra la terza grande regione venezuelana, incisa profondamente dagli affluenti di destra del fiume. È un ampio penepiano, alto in media 600-700 m, di rocce cristalline e sedimentarie, spesso profondamente metamorfosate, risalenti in gran parte al Precambriano; nel tratto meridionale è parzialmente ricoperto da formazioni sedimentarie e da intrusioni cristalline mesozoiche. L'altopiano raggiunge le maggiori altitudini nel Pico de Neblina (3.014 m), al confine con il Brasile, e nel Pico Roraima (2.810 m), al confine con la Guyana; sempre ai margini con il Brasile corre la lunga Serranía de Pacaraima, che si affaccia sul bassopiano amazzonico. Le coste sono basse e paludose a ovest, tra le penisole della Guajira e di Paraguaná, mentre a est di quest'ultima si fanno man mano rettilinee ed elevate per l'allungarsi della Cordigliera della Costa parallelamente al litorale. In seguito al movimento di sommersione verificatosi nel Pliocene, pieghe marginali della Cordigliera Costiera hanno dato luogo alla caratteristica doppia Penisola di Araya e di Paria e a formazioni insulari, tra cui l'isola di Margarita.

 

Clima. Data la posizione del Paese (circa 1° e 12° latitudine nord), il clima presenta caratteristiche equatoriali; le temperature, almeno nelle zone più basse, sono relativamente uniformi, con deboli escursioni termiche annue: a Maracaibo le temperature medie di gennaio e di luglio sono rispettivamente 26 e 29 °C, a Barcelona 24 e 26 °C, a Maturín 23 e 25 °C. Variazioni notevoli si hanno naturalmente in funzione dell'altitudine: così a Caracas, posta a oltre 1.000 m, le temperature risultano di 12 e 21 °C e a Mérida, a 1.600 m, di 17,3 e 19,8 °C. Quanto alle precipitazioni però rientra nell'ambito del tipico clima equatoriale solo la vasta sezione meridionale, guaianense, con precipitazioni superiori ai 2.000-2.500 mm, regolarmente distribuite nel corso dell'anno; i llanos hanno invece un clima tropicale, a due stagioni (piovosa quella estiva, asciutta quella invernale) e piogge complessivamente meno abbondanti, sui 1.000 mm annui. Valori e caratteristiche non molto diversi si hanno nella regione costiera, sebbene qui la quantità delle precipitazioni, spesso notevolmente inferiori, dipenda sostanzialmente dall'eventuale ostacolo opposto dai rilievi, o comunque dall'esposizione più o meno felice agli alisei di nord-est (a Caracas 800 mm annui, a Maracaibo 400 mm), cui si devono i fondamentali apporti di umidità.

 

Flora. Quanto alla vegetazione, le differenti condizioni climatiche e morfologiche giustificano l'esistenza di paesaggi assai contrastanti. Là dove esistono elevate condizioni di umidità, come nella sezione compresa nel bacino amazzonico, nella parte centrale e sud-orientale del massiccio guaianense e del delta dell'Orinoco, regna una densa foresta di tipo equatoriale; nella zona guaianense settentrionale, più asciutta, è particolarmente esteso il chaparral, formazione di transizione tra la foresta tropicale e la savana, arborea e arbustiva. La maggior parte dei llanos è costituita da una continua superficie erbosa con radi alberi che si infittiscono lungo il corso dei fiumi; dove le precipitazioni sono inferiori agli 800 mm annui la vegetazione presenta uno spiccato adattamento xerofilo: in talune aree il paesaggio mostra aspetti di pseudosteppa o addirittura di predeserto. Sono soprattutto caratterizzate da una vegetazione xerofila le regioni vicine al litorale, dove spesso compare la foresta secca e rada, con grandi cactus a candelabro. Nell'area andina naturalmente la successione delle fasce altitudinali determina una sovrapposizione di ambienti assai diversi. Sino ai 1.500 m circa si stende la foresta umida, con abbondanza di epifite; essa degrada progressivamente, col crescere dell'altitudine, ponendosi verso i 3.000 m il limite della vegetazione arborea. L'ambiente diviene steppico, con formazioni arbustive, tra cui i seneci: è questa la fascia dei páramos, che giunge quasi ai 5.000 m, dove s'incontrano le nevi perenni.

Idrografia. La maggior parte del territorio venezuelano è tributaria dell'Atlantico tramite l'Orinoco (2.140 km; bacino 948.000 km2 ), il terzo fiume per lunghezza dell'America Meridionale. Nato presso il confine col Brasile, attraversa interamente il Venezuela formando un vasto arco, cui lo costringe la presenza del Massiccio della Guayana; assai ricco d'acque, dato l'apporto di numerosissimi affluenti, nel suo alto corso è interrotto da numerose rapide e cascate che ne impediscono la navigazione (ciò vale anche per i suoi tributari di destra, che scendono cioè dal Massiccio della Guayana: un suo subaffluente, tributario del Río Caroní, forma anzi la cascata più alta della Terra, il Salto Angel , 982 m). L'Orinoco tuttavia è navigabile per navi anche oceaniche sino a Ciudad Bolívar grazie al dragaggio del Río Grande, il principale dei bracci del suo delta. Il regime delle acque è condizionato dalla distribuzione delle piogge: il periodo di magra va da settembre a marzo e corrisponde alla stagione asciutta, che interessa la maggior parte del Paese. A Ciudad Bolívar, dove si registrano le portate massime, dagli oltre 36.000 m3/s di agosto la portata scende allora agli 8.000 m3/s della fine di marzo. Corsi d'acqua molto più modesti, come il Tocuyo, si gettano direttamente nel Mare delle Antille scendendo dalla Cordigliera della Costa o, come il Catatumbo, tributano al Lago di Maracaibo , una laguna che è vasta oltre 14.000 km2 ma non profonda più di 50 m, comunicante col Golfo del Venezuela attraverso uno stretto passaggio.