Spazio fisico

 

Morfologia. L'Uruguay ha una morfologia molto semplice essendo costituito da piane costiere e da aree intensamente spianate dall'erosione, che ha loro conferito un aspetto dolcemente ondulato: l'altitudine media si aggira infatti sui 100 m, mentre le modeste catene montuose, che non superano i 500 m d'altezza (501 m raggiunge un'isolata eminenza, nel Sud del Paese), interessano appena il 3% della superficie complessiva. Il territorio rappresenta l'estrema sezione meridionale degli altopiani facenti parte del grande scudo precambriano del Brasile. Le rocce (gneiss e graniti in prevalenza), intensamente metamorfosate e fratturate, affiorano allo scoperto nella parte meridionale del Paese, spingendosi fin sulle coste del Río de la Plata, dove l'erosione spesso le ha modellate a falesie (note localmente col nome di barrancos); nell'Uruguay settentrionale sono invece in genere coperte da potenti serie sedimentarie di arenarie, argilliti e calcari di età da devoniana (Paleozoico) a triassica (Mesozoico): sono anch'esse notevolmente peneplanate e fratturate e in più punti fenomeni di denudamento erosivo hanno messo allo scoperto il substrato cristallino. Numerosi sono gli espandimenti lavici di natura basaltica, manifestatisi nel Cenozoico, nell'ambito dell'intensa attività orogenetica di quell'era. Depositi neozoici, sia continentali sia marini, ricoprono le fasce costiere e le aree più basse dei fondo valle. Il rilievo si articola essenzialmente su due principali allineamenti che attraversano da nord-est a sud-ovest il Paese, le dorsali collinose della Cuchilla de Haedo, a nord-ovest, e della Cuchilla Grande , a sud-est, delimitanti l'ampio bacino del Río Negro; da esse si diramano in varie direzioni più basse e dolci ondulazioni, che si spengono con sporgenze rocciose e barrancos sul Río de la Plata e con superfici piatte, orlate di cordoni di dune sabbiose e di lagune, tra cui la vasta Laguna Merin (in portoghese denominata Lagoa Mirim), sull'Atlantico.

 

Clima. Il clima è temperato, con forti influssi oceanici. La piovosità media è di 1.000-1.200 mm annui, con aumento graduale da sud a nord; i periodi più piovosi cadono nei mesi di marzo e aprile e di settembre, quando più sensibile è l'influsso dell'anticiclone dell'Atlantico meridionale; le differenze stagionali sono però molto contenute. Le temperature sono miti: a Montevideo oscillano tra i 12,5 °C di luglio (durante cioè l'inverno australe) e i 22,6 °C di gennaio; lungo la costa atlantica le escursioni termiche annue sono attenuate dagli influssi delle ultime terminazioni della corrente calda del Brasile, che rende particolarmente ospitali i centri balneari uruguayani.

 

Flora. Quanto alla vegetazione, il paesaggio dominante è quello delle praterie, regno delle graminacee, presenti in un gran numero di varietà (oltre 500 sono le specie note), il che giustifica il notevole sviluppo dell'allevamento bovino. Lungo il corso dei fiumi settentrionali e dell'Uruguay si incontra la foresta a galleria, ricca di essenze tropicali; sulle zone più elevate delle cuchillas la vegetazione è rappresentata da rade boscaglie xerofile.

Idrografia. Idrograficamente la maggior parte del territorio appartiene al bacino dell'Uruguay, il cui corso si è impostato proprio al contatto tra penepiano e depressione platense. L'Uruguay è qui per gran parte navigabile, ma ostacolato dalle rapide di Salto Grande e di Salto Chico: vi si gettano il Cuareim, il cui corso segna parte del confine col Brasile, dove è detto Quaraí , l'Arapey Grande e il Queguay Grande, la cui lunghezza oscilla tra i 200 e i 300 km, tutti provenienti dalla Cuchilla de Haedo, e soprattutto il Río Negro (750 km), che drena oltre 1/3 del territorio uruguayano. Il Río Negro nasce poco oltre il confine brasiliano e attraversa diagonalmente la fascia mediana del Paese, ricevendo numerosi affluenti; è stato sbarrato nel tratto medio del suo corso, dando origine a un vasto (1.100 km2 ) lago artificiale. Modesti sono i fiumi che raggiungono direttamente il mare come il Santa Lucia, tributario del Río de la Plata; altri si gettano nella Laguna Merín , tra i quali il Río Yaguarón, che segna per gran tratto del suo corso il confine col Brasile.