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Economia
Un tempo indicato come la «Svizzera dell'America Latina» per le conquiste sociali e la relativa prosperità che lo distinguevano (prosperità iniziata già nel secolo scorso e protrattasi fino agli anni Cinquanta), l'Uruguay ha visto successivamente deteriorarsi le proprie istituzioni democratiche e le proprie strutture economiche. All'origine della crisi, divenuta gravissima, si pone un pluridecennale immobilismo degli organismi produttivi (per tacere delle crescenti sperequazioni sociali), sempre più pericoloso in un Paese, come l'Uruguay, privo di materie prime e le cui uniche risorse poggiavano e poggiano tuttora sull'allevamento del bestiame, un Paese quindi costretto a gravose importazioni di combustibili e della maggior parte dei generi industriali. La contrazione sui mercati esteri dell'acquisto dei tradizionali prodotti zootecnici uruguayani causò la rovina economica del Paese; il governo rispose con la svalutazione della moneta, il blocco dei salari e una serie di altre misure restrittive. La reazione dei sindacati fu di forte opposizione alla politica governativa, inaspritasi dal 1973 al 1985 con i militari al potere. Nel 1985 il nuovo governo civile avviò una ripresa economica attraverso gli aiuti del Fondo monetario internazionale e gli accordi di cooperazione commerciale con Brasile, Argentina e Paraguay (mercato comune Mercosur, operante dal 1995).
Agricoltura. Tra le colture agricole prevalgono i cereali, in particolare il frumento, il riso, il mais, l'orzo e il sorgo. Le altre principali colture alimentari riguardano le patate, le batate, la vite, gli agrumi (arance e limoni) e la frutta in genere, mentre fra le colture industriali hanno discreto rilievo quelle oleifere (lino, girasole, arachidi, soia ecc.), della canna e della barbabietola da zucchero, infine del tabacco. Modestissimo è il patrimonio forestale, che copre poco più del 5% del territorio nazionale.
Allevamento e pesca. L'allevamento del bestiame, che fruisce di spazi amplissimi (prati e pascoli permanenti coprono ben il 76% della superficie territoriale), rappresenta sempre la principale attività; organizzato tuttora sulle grandi estancias , fa capo a moderni macelli, che alimentano impianti conservieri ottimamente attrezzati. Prevalgono i bovini e gli ovini, cui si aggiungono suini e cavalli; relativamente minore importanza hanno i volatili da cortile. Grazie a rilevanti prestiti internazionali il governo uruguayano ha però provveduto a incentivare il settore della pesca, che oggi ha raggiunto posizioni di tutto rispetto.
Risorse minerarie e industrie. Il sottosuolo, del tutto privo di minerali energetici, fornisce solo quarzo, marmo, graniti e talco. Cospicuo è però il potenziale idroelettrico; nell'ambito della politica di incentivazione del settore energetico si colloca la realizzazione delle due grandi centrali idriche di Salto Grande (in parte argentina) e di Palmar (in parte brasiliana) che, a lavori ultimati, consentiranno all'Uruguay di esportare elevati quantitativi di energia elettrica. Le principali industrie sono quelle tessili, alimentari (soprattutto zucchero e birra), chimiche, del cemento, che, sviluppatesi grazie a forti investimenti esteri, hanno accusato una notevole contrazione a causa della pesante restrizione degli scambi.
Comunicazioni e commercio. Ben sviluppate sono le vie di comunicazione, che si avvantaggiano di una morfologia ovunque pianeggiante e collegano agevolmente l'Uruguay sia con l'Argentina sia con il Brasile. Le vie di comunicazione si diramano a ventaglio da Montevideo, che è anche il porto più attrezzato e attivo del Paese. La rete stradale ha uno sviluppo di oltre 50.000 km; 2.484 km appartengono alla Carretera Panamericana. La rete ferroviaria è complessivamente limitata (2.000 km ca.) ma ben collegata con quella brasiliana e, dal 1981, anche con quella argentina (linea Concordia-Salto). Svolgono un considerevole ruolo per i trasporti sia merci sia passeggeri il Río de la Plata e l'Uruguay, quest'ultimo navigabile per circa 500 km e sul quale sono i porti di Fray Bentos, Paysandú e Salto. I servizi aerei raccordano le maggiori città (compagnia di bandiera è la PLUNA, Primeras Líneas Uruguayas de Navegación Aérea ); aeroporto principale è quello internazionale di Carrasco, presso Montevideo. L'interscambio commerciale si svolge eminentemente con il Brasile, l'Argentina, gli USA, la Germania. Un considerevole apporto di valuta è dato dal turismo.