Ambiente umano

Indice articolo

  1. Uruguay
  2. Storia
  3. Economia
  4. Ambiente umano
  5. Spazio fisico

 

Popolamento. I più antichi abitanti furono gruppi di cacciatori di estrazione pampide e altri di raccoglitori e di coltivatori propri dell'ambiente amazzonico. Quando i bianchi iniziarono a insediarsi in Uruguay nel XVI secolo la popolazione era costituita da tribù indie prevalentemente appartenenti ai Ciarrua (Charrua), popolo di guerrieri e cacciatori delle praterie e quindi di ambiente pampide; lungo il corso dell'Uruguay si erano insediati, probabilmente da poco, anche gruppi di Guaraní, culturalmente superiori ai Ciarrua e di estrazione amazzonica. I Ciarrua si opposero fieramente alla colonizzazione bianca, ma furono man mano sospinti dall'avanzata dei bianchi verso l'interno: il loro numerosi ridusse progressivamente tanto da annullarsi complessivamente poco dopo il 1830. Un certo apporto alla formazione della popolazione è stato dato anche dall'elemento nero, costituito dai discendenti di negros ladinos , schiavi provenienti dal Brasile e non direttamente dall'Africa, introdotti fino al 1842, quando fu abolita la schiavitù. Il ruolo fondamentale nella formazione dell'attuale popolazione uruguayana è stato invece svolto dall'immigrazione europea. I primi nuclei di diffusione furono alcune fattorie lungo la sponda settentrionale del Río de la Plata, grazie alle quali fu introdotto nel Paese l'allevamento del bestiame: questo fin dall'inizio rappresentò la base dello sviluppo economico dell'Uruguay, condizionandone modi di vita e costumi, data la mancanza di risorse minerarie e di attività di piantagione.

Sviluppo demografico. Nel 1778 la popolazione dell'Uruguay, indios esclusi, assommava a circa 20.000 abitanti (di cui oltre 1/5 a Montevideo, città che ebbe sempre un ruolo prioritario nella vita del Paese), saliti a circa 75.000 al momento della conquista dell'indipendenza e a 132.000 al censimento del 1852. Ma fu la prosperità dovuta alle fortune dell'allevamento, cui diede tra l'altro grande impulso la creazione di impianti per la preparazione di estratti di carne a opera della Compagnia Liebig, attiva in Uruguay sin dal 1864, ad attirare, a iniziare dalla seconda metà del secolo scorso, un numero assai ingente di immigrati. Le ripercussioni della crisi economica mondiale del 1929 imposero delle restrizioni all'immigrazione, riadottate anche dopo la seconda guerra mondiale.

 

Gruppi etnici. In conseguenza delle vicende del popolamento la composizione della popolazione uruguayana è molto eterogenea: conservano la loro nazionalità circa 400.000 persone; i maggiori gruppi etnici sono quelli italiano e spagnolo, seguiti da quelli brasiliano, argentino, francese, tedesco ecc. A differenza di quelli europei, prevalentemente insediati nella capitale, gli immigrati brasiliani e argentini gravitano di preferenza intorno alle zone di frontiera con i rispettivi Paesi di origine.

Insediamenti. L'Uruguay è uno tra i Paesi più densamente popolati dell'America Latina; il valore medio della densità non rispecchia minimamente la reale distribuzione della popolazione, che per quasi la metà è concentrata nella capitale e in genere diffusa soprattutto nella sezione meridionale del Paese, lungo il Río de la Plata. Montevideo ospita tutte le principali attività culturali, economiche e finanziarie dell'Uruguay ed è un porto attivissimo. Le altre città hanno ruoli nettamente inferiori: le principali sono Salto e Paysandú, porti fluviali sull'Uruguay, Rivera e Melo, nella fascia a ridosso del confine brasiliano. Numerosi sono i centri balneari sulla costa atlantica, come l'elegante Punta del Este. Nell'interno si hanno solo cittadine con funzioni commerciali, cui fanno capo le estancias, l'elemento insediativo più caratteristico dell'Uruguay, con al centro la residenza dell'estanciero e attorno, a una certa distanza, gli steccati per la raccolta del bestiame, i magazzini per la lana e le abitazioni dei dipendenti.