Economia

 

L'acquisizione dell'indipendenza non ha sostanzialmente mutato gli orientamenti di politica economica del Suriname, basati sin dall'epoca coloniale sullo sfruttamento dei ricchi giacimenti di bauxite e sull'agricoltura di piantagione; gli sforzi del governo sono eminentemente volti all'effettiva riappropriazione del patrimonio nazionale, giacché sono tuttora le società estere a dominare i settori più produttivi del Paese. Le possibilità offerte dal Suriname sono in effetti molteplici: oltre ai giacimenti minerari, il Paese ha terreni fertili, vastissime distese forestali con essenze di gran pregio, mari pescosi; non solo le attività primarie potrebbero essere notevolmente potenziate, ma ancor più quelle industriali, oggi molto modeste sia per la scarsità di manodopera specializzata sia per la mancanza di investimenti stranieri.

 

Agricoltura. L'agricoltura viene praticata in modo intensivo sull'enormemente esigua porzione di superficie coltivata (meno dell'1% del territorio nazionale); prevale nettamente la risicoltura, che copre le necessità interne e consente persinouna certa esportazione: la riseria modello di Wageningen, interamente meccanizzata, è tra le più grandi del mondo. Segue per importanza la coltivazione della palma da olio, introdotta solo nel 1976 e che, grazie al complesso oleario di Victoria, nel Distretto di Brokopondo, entrato in funzione nel 1977, soddisfa interamente le richieste locali (i progetti governativi prevedono l'ampliamento della superficie coltivata a palma olearia e di conseguenza l'esportazione anche dell'olio di palma). Il Paese è altresì autosufficiente per vari altri generi alimentari, come lo zucchero (dai sottoprodotti dello zucchero si ottengono notevoli quantità di rhum), gli agrumi, le banane e il caffè; un ruolo minore hanno il cacao, la palma da cocco e le arachidi.

 

Foreste. Come si è detto, il Suriname è in pratica un'immensa foresta, ricchissima di essenze pregiate, che si estende su oltre il 91% del territorio; ma solo un decimo viene attualmente sfruttato a fini commerciali. Il governo, per potenziare tale settore, ha acquisito il 50% delle azioni della società che ha sempre avuto il totale controllo delle attività legate allo sfruttamento forestale, l'olandese Bruynzeel. Scarso rilievo ha l'allevamento, che manca di adatte condizioni climatiche e ambientali; discretamente numerosi sono solo i volatili da cortile. Maggior importanza riveste la pesca (in preponderante misura di crostacei), che contribuisce a integrare le risorse alimentari della popolazione.

 

Miniere e industrie. L'economia del Paese si basa però essenzialmente sulla bauxite, che con i suoi derivati (allumina e alluminio) contribuisce per circa i 3/4 al valore complessivo delle esportazioni. Il settore è però controllato dalla Suralco, una consociata alla statunitense e potentissima Alcoa (Aluminium Company of America ), e dalla Billiton, una filiazione dell'anglo-olandese Royal Dutch/Shell. Le risorse minerarie includono anche manganese, rame, nichel, platino, oro; nel 1981 la Gulf Oil Corporation ha scoperto sabbie petrolifere nel distretto di Saramacca e l'anno successivo sono iniziate delle prospezioni sottomarine: attualmente sono estratte 275.000 t di petrolio all'anno. Le attività industriali, limitate anche per l'insufficiente produzione di energia elettrica, sono soprattutto rivolte alla lavorazione dei prodotti agricoli e forestali.

Comunicazioni e commercio. La scarsità di vie di comunicazione ostacola non poco lo sviluppo del Paese; la rete stradale, di 9.000 km, si articola su due principali arterie, la litoranea da Albina, presso la frontiera orientale, a Nieuw Nickerie, presso quella occidentale, e la via di penetrazione da Paramaribo ad Afobakka, che grosso modo segue il tracciato del breve tronco ferroviario. Buoni sono però i collegamenti fluviali e marittimi con i principali porti di Paramaribo, Nieuw Nickerie e Albina; particolare sviluppo hanno registrato le comunicazioni aeree (oltre alla compagnia di bandiera, la Surinaamse Luchtvaart Maatschappij, operano alcune società private), che fanno capo all'aeroporto internazionale di Pengel, a 45 km da Paramaribo. Il commercio interno è poco sviluppato, data la prevalenza di un'economia di sussistenza; abbastanza vivaci sono invece gli scambi con l'estero. Il Suriname esporta bauxite, allumina e alluminio, quindi riso, crostacei e legname: gli scambi più rilevanti si svolgono con gli Stati Uniti, i Paesi Bassi e la Norvegia.