
www.unimondo.org/Paesi/Americhe/America-meridionale/Guyana/Economia2
Economia
L'economia della Guyana risente ancora di un'intrinseca debolezza delle strutture, che rimangono basate sulla monocoltura della canna da zucchero e sull'estrazione di bauxite, esportata per lo più grezza; scarsa è per contro l'incidenza dell'industria e il Paese, che è altresì insufficientemente fornito di infrastrutture in genere, dipende dall'estero per la maggior parte dei prodotti industriali. Negli ultimi anni tuttavia il governo dopo aver tentato di avviare una decisa politica di riappropriazione delle risorse nazionali, statalizzando le principali compagnie straniere come la Demerara Sugar Company , britannica, e passando l'intero settore della bauxite sotto il controllo dell'ente di Stato Guyamine , ha dovuto riprivatizzare e richiamare capitali stranieri per rinvigorire una economia sommamente disastrata.
Agricoltura, foreste e allevamento. L'agricoltura può contare su una superficie assai esigua e limitata quasi esclusivamente alla fascia costiera, specie a est del fiume Essequibo. Ai fini commerciali la coltura principale è quella della canna da zucchero, praticata sia in vaste e ben organizzate piantagioni, sia in piccoli appezzamenti a gestione familiare. Grazie ai cospicui investimenti effettuati nell'ambito del potenziamento agricolo la Guyana è vicina all'autosufficienza per quasi tutti i prodotti alimentari; primeggia nettamente il riso, favorito dall'abbondanza di acque e dal clima adatto, e seguito per importanza dalle colture della palma da cocco, degli agrumi, della manioca, del caffè, delle banane ecc. Ricchissime sono le risorse forestali, che per mancanza delle vie di comunicazione non sono ancora adeguatamente sfruttate; oltre al legname, trasportato per fluitazione e comprendente essenze assai pregiate ( Mora excelsa, Carapa guianensis, Eperua falcata ecc.), si ricava la balata, una sostanza gommosa simile al caucciù. Scarsamente sviluppato è l'allevamento che, se si escludono i numerosi volatili da cortile, non ha spazi adatti (alquanto ridotte sono ormai le aree savaniche dell'interno); la pesca, praticata sui bassi fondali della costa, consente invece una certa esportazione, specie di gamberi.
Miniere e industrie. La seconda principale ricchezza del Paese è quella mineraria, dato che la Guyana è uno dei massimi produttori mondiali di bauxite; altri prodotti minerari di rilievo sono l'oro, i diamanti, il manganese e l'amianto. Molto carente è il settore energetico; l'energia elettrica è per lo più prodotta con combustibili d'importazione, benché esistano ottime prospettive in campo idroelettrico, dati i frequenti e copiosi salti d'acqua del Paese. Le attività industriali sono tuttora limitate quasi esclusivamente alla prima lavorazione dei prodotti minerari, specie della bauxite (con principali impianti a Linden e a Everton), e alla trasformazione di quelli agricoli: si hanno perciò zuccherifici, distillerie di rhum e di alcol, birrifici, oleifici, manifatture di tabacco.
Comunicazioni e commercio. Estremamente scarse sono le vie di comunicazione; il Paese dispone di oltre 7.000 km di strade, in pratica limitate alla fascia costiera e in linea di massima al servizio dell'attività estrattiva, in quanto collegano i giacimenti con i porti d'imbarco dei minerali; del pari esclusivamente utilizzati per il trasporto dei minerali sono i due brevi tronchi ferroviari (ca. 200 km complessivamente) tra Matthews Ridge e Port Kaituma e tra Ituni e Linden. Nell'interno del Paese, fondamentale è il ricorso alle vie d'acqua e ai servizi aerei; a Timehri, presso Georgetown, funziona un aeroporto internazionale. La capitale è anche il massimo scalo marittimo della Guyana; altri porti sono New Amsterdam e Linden, sul fiume Demerara. La Guyana importa essenzialmente combustibili, prodotti industriali in genere, macchinari e mezzi di trasporto, ecc., mentre esporta bauxite e allumina, oro, diamanti, zucchero e melassa, seguiti da riso, legname, rhum e prodotti ittici; il commercio estero si svolge eminentemente con la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, il Canada e i Paesi membri del CARICOM.






