Storia

Dalla conquista spagnola alla prima costituzione.

Le coste ecuadoriane furono toccate dagli Europei prima ancora di quelle peruviane. Infatti, nel 1528, Francisco Pizarro e Diego de Almagro, per prepararsi alla conquista del Perú, esplorarono le zone di Túmbes e Atacames. Spettò però a Sebastiàn de Belalcázar il compito di occupare l'Ecuador, dopo l'assassinio dell'inca Atahualpa. Accanto alla vecchia San Francisco de Quito in rovina sorse la nuova Quito (l'odierna capitale). Primo governatore della colonia fu dal 1540 Gonzalo Pizarro, fratellastro di Francisco, che si spinse anche entro le foreste amazzoniche. Sede di Real Audiencia dal 1563, l'Ecuador fece parte del Vicereame del Perú fino al 1717, anno in cui fu incorporato nel neocostituito Vicereame della Nuova Granada. La sua organizzazione politico-amministrativa ricalcò quella delle altre colonie spagnole nell'America Meridionale. Ne ripeteva i modelli anche la struttura economico-sociale; pertanto, gradualmente, si assestò un'oligarchia latifondista di origine spagnola, al di sopra della grande massa indigena, costretta al lavoro agricolo e ai più umili servizi domestici o artigianali; al centro, fra queste due categorie, il ceto mercantile e burocratico, di estrazione europea ma nativo del posto (criollo). Appunto fra i criollos sul finire del sec. XVIII cominciarono a serpeggiare tendenze autonomistiche, che presto si tradussero in aspirazioni all'indipendenza. Il più autorevole propugnatore di tali idee fu Francisco Eugenio Espejo de Santa Cruz, segretario della Società patriottica degli amici del Paese, che morì in carcere nel 1796. Il 10 agosto 1809 insorti criollos destituirono le autorità iberiche e insediarono una giunta rivoluzionaria. La liberazione, tuttavia, giunse soltanto nel 1822, dopo le vittorie militari conseguite a Yaguachi e Pichincha dal generale Antonio José de Sucre (1821 e 1822). L'Ecuador poté così aderire – come terzo membro insieme con Colombia e Venezuela – alla Repubblica della Gran Colombia, istituita da Simón Bolívar nel dicembre 1819. Ma nel 1830 l'unione si sgretolò e ognuno dei suoi componenti diventò Stato sovrano. L'Ecuador si diede la prima Costituzione nazionale il 23 settembre 1830 ed elesse presidente della Repubblica il generale Juan José Flores, esponente dell'aristocrazia creola e rappresentante degli interessi degli oligarchi dell'entroterra: perciò fu osteggiato dai liberali, forti soprattutto nella zona costiera e mercantile di Guayaquil. Un compromesso fra i due schieramenti portò nel 1835 alla guida dello Stato il liberale Vicente Rocafuerte, che riformò la carta costituzionale; Flores riassunse la carica quattro anni dopo (anch'egli ritoccò la Costituzione, accentuandone gli aspetti autoritari). La lotta tra liberali e conservatori si riaccese, conducendo ora gli uni ora gli altri al potere.