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Economia
Paese ancora prevalentemente agricolo e poco sviluppato (la maggior parte della popolazione vive nella zona andina dove sussiste il latifondo largamente parassitario), l'Ecuador presenta tuttavia connotazioni tali da consentire di guardare al futuro con un certo ottimismo. Se il reddito è basso, significative sono però sia la presenza di risorse energetiche, non straordinarie ma sufficienti a dare all'Ecuador un certo peso come esportatore di petrolio, sia la forte espansione del settore manifatturiero. Nel 1972, l'anno in cui era realizzato l'oleodotto transandino collegante i giacimenti amazzonici dell'Oriente con il porto di Esmeraldas sul Pacifico, veniva fondata una società petrolifera di Stato, la Corporación Estatal Petrolera Ecuatoriana (CEPE); nell'ambito del programma di potenziamento delle risorse nazionali si inserisce anche il Fondo Nacional de Desarrollo (FONADE), un apposito fondo destinato a finanziare i nuovi piani di sviluppo economico ecuadoriano.
Agricoltura e foreste. È nel settore agricolo che si avverte particolarmente l'insufficienza di incisive riforme statali, benché dal 1976 si proceda alla graduale confisca di tutti i latifondi che risultino non coltivati per oltre l'80% della loro superficie. L'agricoltura in verità presenta due volti: nella Costa si hanno aziende molto produttive per lo più di medie dimensioni, mentre nella Sierra a poche immense proprietà terriere si contrappongono centinaia di migliaia di microfondi inferiori ai 5 ha, dove i contadini, spesso ridotti a un livello di pura sussistenza, si dedicano a colture di immediato consumo, su suoli ormai troppo sfruttati e con sistemi antiquati e ben poco produttivi. La Costa, oltre a fornire i prodotti chiave per l'economia del Paese, cioè banane (di cui l'Ecuador è tra i maggiori produttori del mondo), cacao di qualità pregiata (l'Ecuador ne è il maggior produttore americano dopo il Brasile), caffè, dà canna da zucchero, numerose varietà di frutta (come manghi, papaie, ananassi, agrumi), cotone, tabacco ecc., oltre ad alcune particolari palme, quali la Phytelephas macrocarpa, dal cui frutto si estrae il cosiddetto avorio vegetale (corozo), utilizzato nell'industria dei bottoni, e la Carludovica palmata , che fornisce la fibra impiegata per fabbricare i cappelli detti «panama», attività peraltro in netta diminuzione. Nei bacini intermontani della Sierra si coltivano invece cereali (mais e riso soprattutto), manioca, patate, leguminose e, in talune aree più protette e ben irrigate, colture frutticole. Oltre la metà della superficie territoriale è occupata da foreste: fra i numerosi prodotti forestali si annoverano la balsa, di cui l'Ecuador è il massimo produttore mondiale, e varie sostanze concianti.
Allevamento. Appare suscettibile di sviluppo anche il settore zootecnico, che oggi svolge una funzione ancora modesta nell'economia nazionale, coprendo a mala pena le richieste del mercato interno. Prevalgono i bovini, gli ovini e i suini, cui si aggiunge un discreto numero di volatili da cortile; nelle zone di montagna sono largamente impiegati come mezzi di trasporto asini e muli, oltre ai tradizionali lama. All'esportazione sono invece in prevalenza destinati i prodotti della pesca (gamberi, aragoste, tonni ecc.), settore cui il governo ha dedicato ampi investimenti.
Risorse minerarie. Unico prodotto notevole del sottosuolo è il petrolio, estratto sia ad Ancón, nella Penisola di Santa Elena, da dove è convogliato con oleodotto alla raffineria di La Libertad (altre raffinerie operano a Cautivo e a Quito), sia dai ricchi giacimenti dell'Oriente, situati al confine con la Colombia lungo il fiume Putumayo. Il petrolio è stato ampiamente posto al servizio della produzione elettrica; il problema dovrebbe tuttavia essere risolto con un maggiore utilizzo del ricchissimo potenziale idroelettrico della regione andina. Nonostante l'insufficiente produzione di energia, l'industria ha compiuto progressi notevolissimi e oggi opera anche per l'esportazione con i predominanti settori tradizionali tessile, alimentare e del tabacco.
Comunicazioni e commercio. Costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico dell'Ecuador l'insufficienza delle vie di comunicazione, il cui potenziamento è peraltro reso assai difficile dalla presenza di impervie montagne e di pressoché impenetrabili selve. Il Paese è servito da circa 1.000 km di ferrovie, 1400 km di autostrade e 45.000 km di strade. Le comunicazioni interne e con l'estero si avvalgono di una buona rete aerea (i principali aeroporti, entrambi internazionali, sono il Mariscal Sucre presso Quito e il Simón Bolívar presso Guayaquil); le maggiori compagnie aeree sono SAETA, SAN e TAME. Il commercio estero (l'Ecuador esporta soprattutto petrolio, pesce, caffè, cacao e banane, mentre importa in prevalenza macchinari e mezzi di trasporto, prodotti meccanici e chimici) si svolge per circa un terzo con gli Stati Uniti, seguiti dal Giappone per le importazioni e in gran parte con gli Stati Uniti per le esportazioni.






