Spazio fisico

Indice articolo

  1. Cile
  2. Storia
  3. Economia
  4. Ambiente umano
  5. Spazio fisico

Geomorfologia. La geografia cilena, pur varia e contrastante, dipende interamente dalle Ande . La catena domina l'intero territorio con il suo versante occidentale, formato dal fianco di una possente anticlinale sormontata da vulcani e da edifici di rocce granitiche, intrusive. Questo piegamento si distende, prima di sprofondare nelle fosse oceaniche, in un'altra e più blanda anticlinale che dà luogo a un basso allineamento montuoso in prossimità della costa (Cordigliera della Costa). Tra le due pieghe si apre una lunga depressione sinclinale che diventa soprattutto ampia e ben marcata nella sezione mediana, dove forma il Valle Central o Valle del Chile. Lo stesso motivo tettonico continua nel settore meridionale del Paese, in cui però le ingressioni marine hanno dato origine a una caratteristica frammentazione insulare (Isole Chiloé, arcipelaghi de los Chonos, di Madre de Dios ecc.). Le Ande hanno aspetti assai diversi nel loro lungo e ininterrotto sviluppo. Nella sezione settentrionale esse rappresentano la prosecuzione delle alte terre peruviane, costituite da un'antica zolla peneplanata, coperta da formazioni mesozoiche e cenozoiche; morfologicamente si presentano come una successione di bacini endoreici (il più ampio è occupato dal Salar de Atacama) dominati dai grandi coni vulcanici del Lascar (5.641 m), del Socompa (6.031 m), del Llullaillaco (6.723 m). Queste alte terre digradano verso l'orlatura montuosa costiera con versanti non molto aspri, in un ambiente però aridissimo, corrispondente al Deserto di Atacama cui segue, a nord del fiume Loa , l'altrettanto desertica Pampa del Tamarugal. Verso sud la catena andina tende a restringersi e si fa più possente, elevandosi oltre i 6.000 m, non solo con i grandi coni vulcanici ma anche con gigantesche masse intrusive (Ojos del Salado, 6.880 m), culminando infine nell'Aconcagua (6.959 m, la massima elevazione del continente), affiancata dal Cerro Tupungato (6.550 m). A sud di questi massicci la cordigliera progressivamente si abbassa; alle strutture sedimentarie e scistose tendono via via a sostituirsi le formazioni effusive (cui si collega la bella successione dei vulcani Villarrica, Osorno, Puyehue) e intrusive, gigantesche masse batolitiche che danno al rilievo andino una forma disunita, caratterizzata da isolati massicci, tra loro separati da marcate depressioni. Nella sezione meridionale i massicci si elevano spesso al di sopra di profonde penetrazioni marine, di veri e propri fiordi formatisi in seguito a un generale moto eustatico che interessò tutto l'apice meridionale del continente; il massiccio più superbo, in questo tratto delle Ande Cilene, è il Fitz Roy (3.375 m), con le sue belle torri granitiche. La parte più australe del territorio si estende sulla Terra del Fuoco (di cui è però cilena solo la sezione occidentale), dominata dalla Cordigliera di Darwin (2.467 m), e nelle isole, che continuano la frammentata dorsale montuosa esterna. In relazione alle stesse forme strutturali il lungo contorno costiero del Cile è assai variabile: nel tratto meridionale, come si è detto, è frastagliatissimo, rotto da isole, penisole, penetrazioni profonde; in quelli centrale e settentrionale è invece continuo, poco accidentato, con strette pianure alluvionali costiere in corrispondenza degli sbocchi dei fiumi che scendono dalle Ande.

 

Clima. A causa dello sviluppo latitudinale e delle differenze altimetriche, il clima cileno è soggetto a fortissime variazioni; presenta però una curiosa anomalia nell'andamento delle isoterme e delle stesse isoiete, che in certa misura attenua le differenze tra nord e sud, peraltro molto marcate. Tra i fattori per i quali isoterme e isoiete in genere tendono a disporsi in senso meridiano si pongono la chiusura ininterrotta agli influssi continentali, data la barriera andina, e la corrispondente completa apertura alle influenze oceaniche e soprattutto la presenza della corrente fredda di Humboldt, che lambisce le coste del Paese contribuendo a livellare le temperature, specie durante l'estate australe (in gennaio ad Antofagasta, nell'estremo nord, si hanno in media 19 °C; a Puerto Aisén, 2.000 km più a sud, 15 °C); essa è inoltre responsabile in larga misura, con la sua azione condensatrice dell'umidità portata dai venti marini, della grande aridità che investe il Cile settentrionale (nel Deserto di Atacama le piogge possono mancare per vari anni). La piovosità aumenta progressivamente verso sud; nella sezione mediana del Paese le precipitazioni raggiungono valori di 500-1.000 mm annui e si manifestano prevalentemente durante l'inverno australe: si ha perciò, specie nel Valle Central, un clima di tipo mediterraneo, mite (media annua di 16 °C, con limitate escursioni termiche), poco piovoso e assai adatto all'insediamento. Il Cile meridionale è caratterizzato invece da un clima temperato-freddo oceanico, molto piovoso (negli arcipelaghi cadono sino a 4.000 mm annui di pioggia). Le temperature non conoscono però i rigori dei climi continentali. Da nord a sud il limite delle nevi perenni varia in fortissima misura, passando da 5.000 ma meno di 1.000 m nella parte meridionale; nella Terra del Fuoco, dove il clima è decisamente subantartico, i ghiacciai scendono direttamente al mare. Solo nella sezione settentrionale e mediana del Cile è valida perciò la distinzione in tierras calientes , tierras templadas e tierras frías caratteristica dei Paesi andini.

 

Flora e fauna. Alla varietà delle condizioni climatiche e altitudinali corrisponde una notevole differenziazione di paesaggi vegetali: si passa dalle aridissime steppe settentrionali alle formazioni arbustive e xerofile del centro-nord, all'ambiente via via temperato della sezione centro-meridionale, dove però al paesaggio naturale si sono quasi ovunque sostituite le fiorenti colture, appena interrotte dalle formazioni riparie di pioppi. Più a sud si stende invece la fitta foresta di conifere e faggi che occupa la maggior parte del territorio del Cile meridionale, cedendo infine alle tundre dell'estremo sud. Legata alle particolarità climatiche è anche la ricchezza di pesce delle acque costiere cilene, dovuta alla gran quantità di plancton indotto dalla corrente di Humboldt, che favorisce l'elevata proliferazione di uccelli marini cui si deve il notevole accumulo di guano che ha dato origine ai vastissimi giacimenti di soda nitro del Cile settentrionale.

Idrografia. La configurazione del Paese impedisce lo sviluppo dell'idrografia. Tutti i fiumi hanno corso breve e a nord generalmente non raggiungono nemmeno il mare, perdendosi nei salares (unico fiume di un certo rilievo è il Loa, che sfocia a sud di Iquique): la loro importanza è essenzialmente legata alla possibilità di utilizzarne le acque per l'irrigazione, cui si deve l'esistenza di alcune zone oasiche. Solo nella sezione mediana del Paese, dove si amplia la depressione tra la catena andina e quella costiera, è maggiore lo sviluppo dei bacini idrografici e, per le più copiose precipitazioni, più consistente la portata: è qui che scorre il Bíobío , il più importante fiume cileno. Numerosi sono i laghi, a partire dal 40° parallelo, modellati dall'erosione glaciale; i più estesi sono il Llanquihue, ai piedi del Vulcano Osorno, il General Carrera e l'O'Higgins , questi due ultimi divisi con l'Argentina.