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Spazio fisico
Morfologia. Il carattere essenziale del rilievo è dato dalla netta contrapposizione fra le pianure orientali e la cordigliera andina, che segna il confine col Cile. Nella parte settentrionale i rilievi hanno aspetto massiccio e tabulare e racchiudono un vasto altopiano desertico (Puna de Atacama, 3.400-4.000 m). Nelle Ande centrali la catena si restringe, ma si fa più impervia, raggiungendo le massime elevazioni (Aconcagua 6.959 m, Mercedario 6.770 m). Per l'aridità del clima, il limite delle nevi persistenti è assai elevato (6.000 ma 28 o latitudine sud). A sud delle sorgenti del Neuquén, le Ande patagoniche (culminanti a 3.554 m nel Cerro Tronador) a clima umido sono invece ricoperte di nevi e di ghiacciai malgrado l'altezza relativamente modesta. A est della regione andina si incontrano regioni molto varie, sia dal punto di vista climatico che morfologico. Da nord a sud si distinguono il Chaco , vasto bassopiano attraversato da fiumi dal corso lento e divagante e coperto da una prateria sparsa di arbusti; la Pampa , sterminata distesa pianeggiante con clima temperato, ricoperta da una steppa di graminacee che l'uomo ha sostituito in parte con colture di cereali; la Mesopotamia argentina , compresa tra i fiumi Paraná e Uruguay, bassa e paludosa; la regione patagonica , a sud del Río Colorado, stepposa e poco popolata, che scende a ripiani dalle Ande alla costa atlantica, solcata in senso trasversale da profonde valli.
Clima. L'essere situata nella porzione più sottile dell'America Meridionale ha una forte incidenza sul clima dell'Argentina, che presenta perciò relativamente attenuati gli effetti della continentalità: di fatto la più peculiare (ed economicamente importante) area climatica dell'Argentina è quella centrale, pampeana, dal clima temperato, anche se in certe zone scarse sono le precipitazioni; data però la notevole estensione del Paese nel senso della latitudine (da 22° a 55° sud) le condizioni variano sensibilmente tra il nord e il sud, passando da un clima tropicale o subtropicale nella Mesopotamia e nel Chaco, con estati calde e inverni miti (media annua 18-20 °C), a un clima di tipo oceanico freddo nella Patagonia. Il clima della regione andina risente naturalmente anche dell'altitudine e presenta i caratteri tipicamente montani (forti escursioni termiche, inverni assai rigidi ecc.): nella Puna e in genere nelle Ande Settentrionali è accentuata l'aridità, mentre piovosità assai abbondante si registra a sud dove, per l'abbassarsi della catena andina e l'estremo assottigliarsi del territorio, prevale dovunque il clima oceanico. L'Argentina meridionale è l'unica area sottoposta all'azione dei venti del Pacifico, data la barriera altrove frapposta dalle Ande al loro passaggio; sul lato opposto la particolare direzione delle masse d'aria promosse dall'anticiclone dell'Atlantico meridionale fa sì che esso investa direttamente solo la parte più settentrionale del Paese. Qui infatti, a ridosso degli altopiani brasiliani, si verificano le precipitazioni più abbondanti, con massimi intorno ai 1.800 mm annui; altrove si scende ai valori propri dei Paesi semiaridi o addirittura aridi, con una generale diminuzione procedendo da est verso ovest: così il Chaco passa da oltre 1.000 a 500 mm di precipitazioni, registrando nell'area occidentale un clima tipicamente tropicale, caratterizzato d'inverno da una lunga stagione secca. A clima subtropicale monsonico senza stagione asciutta è invece la striscia della Mesopotamia; nella Pampa si passa dai 1.000 mm della costa ( pampa húmeda ) ai 600 mm dell'interno ( pampa seca), dove si ha un clima temperato stepposo, con estati assai calde e inverni miti. Subdesertica è la Patagonia, contraddistinta da inverni assai rigidi, escursioni termiche molto forti e precipitazioni tra i 200 e i 400 mm annui; procedendo verso sud, sino a includere la Terra del Fuoco, le piogge aumentano per i citati influssi oceanici, mentre le temperature si abbassano sensibilmente (media annua di 5 °C): qui il limite delle nevi perenni, che sulle Ande Settentrionali è a 5.000-6.000 m, scende a 1.000 m sullo stretto di Magellano.
Flora. Dalla varietà di condizioni climatiche deriva una notevole diversità di ambienti. Quello più caratteristico, più tipicamente argentino, è la pampa , grande pianura erbosa, alimentata dalle piogge invernali, che verso l'interno più arido si fa stepposa, ma in genere sempre su ricchi suoli agricoli adatti alla cerealicoltura. Nel nord subtropicale umido, il paesaggio fluviale è caratterizzato da lembi forestali dove si trova anche l' Ilex paraguariensis . Il chaco è un ambiente savanico, con palme e associazioni arboree di quebracho nelle aree più umide. La Patagonia è un'unica regione stepposa, talora desertica, con vegetazione oasica raccolta lungo i fiumi. I primi rilievi andini presentano una vegetazione cespugliosa xerofila (caratteristica l'associazione detta monte formata da mimosacee). Sugli altopiani settentrionali si trova il desolato ambiente della puna e solo nella sezione più meridionale, oceanica, compare la foresta, con conifere e latifoglie, che crescono talora ai margini delle lingue glaciali. Nella Terra del Fuoco queste si spingono sino al mare, dato che, come si è detto, il limite delle nevi perenni in queste zone australi è molto basso.
Fauna. Anche la fauna è quanto mai varia. Nella pampa i pochi cervidi rimasti sono confinati nelle zone più aride; numerosi invece sono roditori, donnole, furetti, volpi, guanachi, tapiri, armadilli e, fra gli uccelli, i nandù. Nel chaco vivono cebi e callitrici, vampiri, puma, giaguari, formichieri e armadilli. Nella Mesopotamia argentina numerose sono le scimmie, i serpenti, i giaguari e i tapiri. Nelle Ande caratteristici sono la vigogna, che vive solo oltre i 3.500 m, il guanaco, alcuni cervidi e il condor. Infine nella Patagonia, ricca di armadilli e guanachi, vivono roditori e pappagalli, mentre sulle rive gelate della Terra del Fuoco si trovano uccelli antartici e leoni di mare.
Idrografia. Dal punto di vista idrografico il territorio argentino è diviso tra il bacino del Río de la Plata-Paraná e, in piccola parte, i bacini autonomi dei fiumi che dalle Ande scendono direttamente all'Atlantico. Il bacino del Río de la Plata-Paraná è, dopo quello amazzonico, il più esteso dell'America Meridionale, interessando oltre 3 milioni di km 2 . Esso è formato dal Paraná, che scende dagli altopiani brasiliani, dal Río Paraguay, che accoglie le acque di una vasta sezione tra lo spartiacque amazzonico e le Ande boliviane, infine dai fiumi andini che attraversano il Chaco e le pianure pedemontane in direzione sud-sud-est, attratti là dove il bassopiano platense ha la sua maggior depressione: si origina così quel Río de la Plata che è al tempo stesso un estuario e una rientranza continentale di straordinaria ampiezza e al quale giunge anche il Río Uruguay, che segna il confine dell'Argentina con l'omonimo Stato, di cui raccoglie le acque. Il Paraná è navigabile e, con il Río Paraguay, forma una preziosa via di comunicazione del Paese. Dei fiumi andini che tributano direttamente all'Atlantico, il più importante è il Río Colorado; seguono i fiumi patagonici (Negro, Chubut, Deseado ecc.) che hanno un corso pressoché parallelo, da ovest a est, e incidono i tavolati sedimentari della regione sfociando al mare con profondi estuari. Laghi veri e propri, taluni dei quali anche di vasta area e celebri per le loro bellezze paesaggistiche (come il Nahuel Huapí, il Buenos Aires, il Viedma, l'Argentino ), sono presenti nelle Ande patagoniche e hanno caratteristiche tipicamente alpine.






