Economia

 

Allevamento e agricoltura. L'economia dell'Argentina ha avuto sviluppi tipicamente latino-americani, anche se complessivamente più fortunati a causa di vari fattori. All'inizio l'allevamento forniva soprattutto pelli e cuoiami (limitata era invece la produzione di carni, lavorate localmente in grandi saladeros ); nella seconda metà del secolo XIX l'invenzione delle celle frigorifere e la loro introduzione sulle navi consentirono uno sfruttamento ben più redditizio dell'attività zootecnica, in quanto fu resa possibile l'esportazione delle carni in Europa. Ben presto l'Argentina divenne un grande Paese esportatore: all'azione avventurosa e pionieristica del gaucho si sostituì una complessa organizzazione produttiva e commerciale che portò benessere nel Paese. L'agricoltura occupò dapprima le terre pampeane ma si spinse anche nell'interno, nelle pianure del Paraná, nelle conche e nelle vallate preandine. Nonostante le inevitabili flessioni dovute a fattori contingenti e all'imporsi sul mercato mondiale di altri Paesi produttori di carni e cereali (Stati Uniti e Canada soprattutto), non si pensò mai a una diversificazione dell'economia.

Industria e politiche monetarie. Una prima industrializzazione fu avviata solo durante l'ultima guerra, grazie a quel momento così fortunato per l'economia dell'Argentina, che dall'Europa aveva richieste di grano e carni più forti che mai e quindi poteva largamente investire nelle industrie. La gravissima crisi economica del 1973 ebbe immediate ripercussioni in Argentina; salirono alle stelle i prezzi dei prodotti industriali necessari al Paese, mentre la CEE operava pesanti tagli all'importazione delle carni e degli altri prodotti agricolo-zootecnici. L'inflazione toccò punte del 500% e persino del 900% nel 1976 e si registrarono il crollo della produzione industriale, la drastica caduta degli investimenti stranieri, la fuga dei capitali all'estero. Vi erano tutte le premesse per il colpo di Stato militare del 1976. La politica economica del governo militare stabilitosi al potere non diede i risultati sperati e il governo liberamente eletto nel 1983, dopo la tragica avventura del conflitto con l'Inghilterra per le Isole Falkland , si trovò di fronte a una situazione estremamente difficile. Venne varato un piano di riforma, che tuttavia diventò veramente efficace soltanto nel 1991 con la decisione di privatizzare le maggiori imprese statali e con la liberalizzazione del mercato con Brasile, Paraguay e Uruguay. I risultati sono stati una drastica riduzione dell'inflazione, un aumento della produzione industriale e un calo della disoccupazione. Tutto ciò, anche grazie alla decisione (1992) di agganciare al cambio del dollaro statunitense una nuova moneta, il peso, equivalente a 10.000 vecchio australes.