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Storia
Dall'epoca precolombiana all'occupazione di Cortés.
Nell'epoca precolombiana il territorio che oggi appartiene al Messico aveva visto la fioritura di importanti civiltà: quelle degli Olmechi, dei Chichimechi, dei Toltechi e infine degli Aztechi. Nella penisola meridionale dello Yucatán si era anche sviluppato il “Nuovo Impero” dei Maya, attraverso la Lega di Mayapán. Nessuno di quei popoli, però, riuscì a istituire organismi statali accentrati, avendo preferito il sistema dei patti federativi. In tal modo, le loro strutture politiche e sociali risultarono minate dall'interno e poterono resistere soltanto pochi secoli. In particolare, il dominio azteco, cominciatosi ad affermare intorno alla metà del sec. XIV (la capitale Tenochtitlán, nucleo dell'odierna Città del Messico, fu fondata nel 1325, secondo Vaillant e Vasconcelos, o nel 1345, secondo Herring), raggiunse l'apogeo durante i regni di Montezuma I (1440-69) e Axayacatl (1469-81), per poi iniziare una rapida decadenza. Guidati da Hernán Cortés, gli Spagnoli arrivarono nel 1519, mentre sul trono azteco regnava Montezuma II. Dallo Yucatán, dove era approdato, Cortés risalì la costa, erigendo la città di Veracruz. Indi si acquartierò più a nord, in un luogo che denominò San Juan de Ulúa. Qui ricevette un messaggio da Montezuma, che gli dava il benvenuto ma a un tempo lo invitava a ripartire. Cortés restò: anzi, per evitare fughe da parte dei suoi uomini, fece affondare le navi con le quali era giunto da Cuba. Ebbe inizio la Conquista. Sfruttando la rivalità delle popolazioni assoggettate dagli Aztechi e assistito da una donna indigena passata alle sue dipendenze (Malinche, dagli Spagnoli chiamata Doña Marina), Cortés pervenne alle porte di Tenochtitlán l'8 novembre 1519. Stipulata una tregua con Montezuma, dovette tornare precipitosamente a Veracruz, per fronteggiare un corpo di spedizione spagnolo che il governatore dell'Avana, Diego Velázquez de Cuéllar, aveva inviato contro di lui (Cortés si era distaccato dall'autorità del governatore e aveva deciso di operare in assoluta autonomia, al servizio diretto dell'imperatore Carlo V). Risolta favorevolmente la questione, poté rientrare a Tenochtitlán; ma vi trovò una situazione di rivolta. Allora costrinse Montezuma a parlare alla folla che si ammassava sotto i balconi del palazzo reale. Una freccia partita dalla piazza colpì il sovrano: tre giorni dopo, il 20 giugno 1520, Montezuma morì. Il suo successore, Cuitláhuac, sollevò gli Aztechi contro i conquistadores e questi si videro costretti a fuggire nella notte del 30 (la noche triste). Sei mesi più tardi, Cortés tornò all'assalto. Nel frattempo Cuitláhuac era morto di vaiolo e aveva trasmesso lo scettro al giovane nipote Cuauhtémoc. La resistenza azteca fu disperata, ma nulla poté contro i cavalli e i cannoni dei nemici. Il 13 agosto 1521 Tenochtitlán fu ripresa da Cortés. Cuauhtémoc, imprigionato, morì assassinato nel 1525.