Spazio fisico

Geomorfologia. Il Messico ha il suo cuore geografico nelle terre dell'altopiano vulcanico (Altopiano Centrale o, secondo l'antica denominazione azteca, Anáhuac ) in cui avviene la saldatura tra le due catene, la Sierra Madre Orientale e la Sierra Madre Occidentale, che, dirette da nord a sud, formano l'ossatura fondamentale del Paese. È una regione dominata dai superbi coni vulcanici del Popocatépetl (5.452 m), dell'Ixtaccíhuatl (5.286 m), del più marginale Citlaltépetl (5.747 m) e altri ancora, tra loro divisi da depressioni e bacini più o meno chiusi situati a circa 2.000-2.500 m d'altitudine. A nord di questa regione centrale le alteterre messicane assumono forme più distese e aperte, saldandosi con i tavolati del Texas. Esse sono orlate dalle pieghe della Sierra Madre Occidentale e della Sierra Madre Orientale, che continuano anch'esse, strutturalmente, gli allineamenti delle Montagne Rocciose. La continuità tra il territorio messicano e quello statunitense si ritrova anche nella penisola della Bassa California, che rappresenta la prosecuzione della Catena Costiera, così come il Golfo di California costituisce un'area depressionaria interposta tra la penisola e l'altopiano; sullo stesso allineamento della Bassa California si trova la Sierra Madre del Sud, che recinge l'altopiano messicano sul lato meridionale. Le due grandi catene che bordano l'altopiano risalgono all'era cenozoica; esse si sovrappongono agli strati mesozoici, che affiorano tuttavia in molte zone montagnose e su una larga parte dell'altopiano, dove sono anche estesi gli espandimenti vulcanici. Per contro la Sierra Madre del Sud e la bordatura meridionale del Pacifico sono formate da rocce paleozoiche. Sul lato orientale, lo Yucatán è una superficie sedimentaria con terreni cenozoici e neozoici. Questi ultimi coprono anche le pianure costiere che, sui due lati del Paese, si stendono ai piedi delle Sierre. Nel complesso sono però più vaste quelle sul versante orientale, che si raccordano con i bassi fondali del Golfo del Messico e formano un tutt'uno con le superfici sedimentarie dello Yucatán. Il territorio messicano è, quindi, complessivamente articolato e frammentato, benché il rilievo non assuma mai grandi asprezze. Sull'altopiano prevalgono in genere le superfici orizzontali, con rilievi residuali nella sezione settentrionale e apparati vulcanici in quella centrale. Tuttavia le catene che lo orlano, e che raggiungono e talora superano i 3.000-5.000 m, rappresentano ostacoli alle comunicazioni tra la costa e l'interno. A esse si deve inoltre il carattere endoreico dell'altopiano in tutta la sua sezione settentrionale, caratterizzata dalla presenza di bacini depressionari ( bolsones ). Nella sezione centrale si hanno invece dirette aperture tra l'interno e la costa occidentale, rappresentate dalle ampie vallate del Río Grande de Santiago e del Río Balsas. La parte meridionale del Paese è nel complesso più movimentata, con bacini depressionari e rilievi mai veramente aspri, che verso est si spengono nei tavolati dello Yucatán.

Clima. Il clima varia anzitutto da nord a sud, e ciò in misura sensibile dato il notevole sviluppo latitudinale del Paese; varia poi in un modo anche più forte in funzione dell'altitudine. Rispetto a questa si distinguono diverse fasce. La prima è quella delle tierras calientes , le terre calde situate vicino al mare, di cui pertanto avvertono gli influssi: le temperature annue sono piuttosto stabili e la media a Veracruz (Golfo del Messico) è sui 25 °C. La seconda fascia è quella delle tierras templadas , le terre temperate poste tra i 600-700 m e i 1.600 m; le temperature sono mitigate, risentono già delle differenze stagionali, sebbene ci siano notevoli differenze passando dal sud al nord del Paese (Chihuahua, situata a quasi 1.500 m, ha una media annua di 20 °C, una estiva di 26 °C). Condizioni ancora migliori si ritrovano ai bassi livelli della successiva fascia superiore, quella delle tierras frías , le terre fredde che si spingono fino a 2.800 m, altitudine peraltro già notevole e che ha effetti sulla temperatura e sulle sue escursioni termiche. A Città del Messico, la cui altitudine si aggira sui 2.300 m, le medie sono di 9 °C in gennaio, di 23 °C in luglio. Più oltre, si passa gradatamente verso le tierras heladas , le terre gelate, per la verità limitate, in Messico, alle cime dei più alti vulcani. Per quanto riguarda il meccanismo climatico, esso è regolato dagli influssi degli alisei di nord-est, dalle masse d'aria d'origine continentale proveniente dal nord e dalle masse d'aria tropicale di sud-est. All'aliseo di nord-est si deve l'azione prevalente: debole nei mesi invernali, esso si rafforza e assume il carattere di un monsone nei mesi estivi, durante i quali si concentrano le precipitazioni. Nei mesi invernali per contro predominano, specie in tutta la parte settentrionale e centrale, le masse d'aria continentali, che determinano tempo stabile e siccitoso, caratterizzato però sovente da venti freddi, i nortes , che abbassano considerevolmente la temperatura e danneggiano le colture. Le masse d'aria tropicale di sud-est lambiscono lo Yucatán e la costa orientale e spirano per lo più nei mesi invernali. Nel sud e nello Yucatán la stagione piovosa è molto prolungata e le precipitazioni sono abbondanti (oltre 2.000 mm annui; 3.000 mm sui rilievi del Chiapas che dominano lo Yucatán); le piogge decrescono passando verso nord e verso l'interno. L'aliseo provoca forti differenze tra la costa orientale e quella occidentale; a Veracruz, sulla traiettoria dei venti, cadono 1.600 mm di pioggia all'anno, mentre sulla costa del Sinaloa non si raggiungono i 1.000 mm. Inoltre sulla distribuzione delle piogge hanno una notevole incidenza i fattori orografici e così tutto l'altopiano a nord dell'Anáhuac è poco piovoso, perché riparato dalle Sierre. Nella zona che gravita sul Río Bravo si hanno intorno a 400 mm di piogge annui, che cadono nel giro di 2-3 mesi. Si ha un clima cioè semiarido; semiarida è anche la Bassa California, che si trova defilata rispetto alla traiettoria delle masse d'aria umide.

 

Flora. La vegetazione varia corrispondentemente alle caratteristiche climatiche delle diverse regioni. Così nel sud (Yucatán e rilievi che dominano l'istmo di Tehuantepec e il Golfo del Messico) si hanno le foreste tropicali che ospitano tutte le specie dell'ambiente caribico, dai mogani ai cedri, alternate a foreste secondarie, arbustive, tra cui si trova la pianta del chicle , la sapotiglia o sapodilla . Nelle zone dove più marcato è il clima a due stagioni, la vegetazione è savanica con specie xerofile: particolarmente numerose sono qui le piante grasse, come le agavi, le yucche , tipiche del paesaggio messicano, oltre a piante cespugliose come il mezquite, l'ocotillo ecc.

Idrografia. Il fiume maggiore è il Rìo Bravo, che per lungo tratto fa da confine tra Messico e USA sfociando nel Golfo del Messico dopo oltre 3.000 km di corso. Esso attinge una parte delle sue acque dall'altopiano messicano attraverso il Río Conchos, ma a sud di questo bacino l'idrografia dell'altopiano è priva di sbocchi e le acque dei fiumi che scendono dai versanti interni delle Sierre finiscono sul fondo dei bolsones formando lagunas salate o superfici incrostate di sale. I fiumi che drenano i fianchi esterni delle catene hanno per contro corsi brevi e veloci; al loro trasporto alluvionale si deve la formazione delle pianure costiere, come quella del Sonora e del Sinaloa sul lato occidentale, del Tabasco e del Veracruz su quello orientale. Dall'Altopiano Centrale, dove la morfologia vulcanica ha creato numerosi laghi (tra cui quelli di Chapala e di Cuitzco), scendono alle coste del Pacifico i già ricordati Río Grande de Santiago e Río Balsas. Hanno corsi spesso impetuosi e in taluni punti un letto profondamente incassato (con formazione di gole e cañones ); il loro regime è però più regolare dei fiumi del Messico settentrionale, che risentono dell'andamento a due stagioni del clima e hanno perciò forti piene estive. Ancor più regolare tende a essere il regime dei corsi d'acqua più meridionali, come il Tehuantepec, che sfocia nel golfo omonimo (Oceano Pacifico), e il Papaloapán (Golfo del Messico). La morfologia generalmente accidentata dei corsi d'acqua messicani ha favorito lo sfruttamento a scopi energetici e irrigui. Un'idrografia particolare presenta lo Yucatán, dove si ha un pronunciato sistema carsico dovuto alla natura calcarea dei suoli.