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Ambiente umano
Radici precolombiane. La geografia umana del Paese ha le sue prime basi nelle strutture territoriali create dagli Aztechi. Questi avevano la loro capitale a Tenochtitlán, in quella che è oggi la capitale del Messico; e così strade e centri che ruotano intorno alla capitale obbediscono al tessuto precolombiano. L'Anáhuac è rimasto, come in passato, la parte più popolosa del Paese. Ma profonde trasformazioni si sono avute con la conquista spagnola e ciò in funzione delle diverse forme di sfruttamento. Tra queste si impose subito l'allevamento del bestiame, in rapporto al quale sorsero le prime grandi haciendas su terre vastissime assegnate agli encomenderos , i latifondisti spagnoli. Ancor più determinante fu lo sfruttamento minerario che arricchì il Paese in modo prodigioso, facendo nascere nuove e belle città, come Taxco, Guanajuato, Zacatecas ecc. Già alla fine del Seicento esistevano nel Messico 35 vivaci città, cui facevano capo haciendas , ranchos (piccole proprietà) e villaggi, più numerosi questi ultimi nelle tradizionali aree di popolamento indio, prevalenti i primi nelle zone di colonizzazione. Si ebbe nel contempo la formazione dell'uomo ispano-messicano, nato da un processo di meticciamento sempre più profondo ed esteso, benché si conservassero ampie zone, specie nel nord, di intatta popolazione india. La prosperità economica contribuì a dare impulsi demografici soprattutto alla popolazione bianca e meticcia, mentre gli indios si riducevano, decimati dalle epidemie. Per tutto il secolo scorso la popolazione messicana non registrò forti aumenti, e ciò a causa delle cattive condizioni in cui viveva il peón , il contadino, assoggettato al regime coloniale.
Sviluppo demografico. La guerra civile del 1910-1917 fu lo sbocco di una situazione insostenibile, com'è vero che essa provocò subito la riforma fondiaria e l'istituzione degli ejidos , le comunità rurali che diventavano padrone della terra e nell'ambito delle quali ogni contadino aveva la sua parte di terra in usufrutto. Cominciò da allora la vita del Messico moderno e si ebbero i primi forti incrementi demografici. L'incremento tumultuoso si ebbe a partire dagli anni Quaranta, quando la mortalità subì sensibili riduzioni, mentre la natalità conservava i valori tradizionali, elevatissimi. Nel 1940 la popolazione era di 19 milioni e nel 1960 era già di 38 milioni.
Composizione e distribuzione. La popolazione è costituita per il 60% da meticci, per il 30% da Amerindi, diffusisi specialmente nel nord e nel sud, mentre i Creoli, Messicani di origine spagnola, e gli altri bianchi, molti dei quali nordamericani immigrati di recente, sono il 9%; di scarsa entità gli altri gruppi, tra cui Cinesi, Malesi ecc. Lungo le coste meridionali si trovano minoranze afroamericane e di zambos , derivati dall'incrocio tra indios e afroamericani. La densità di popolazione varia da zona a zona. La distribuzione risente delle possibilità agricole, ma l'elevata popolazione dell'Anáhuac dipende dallo sviluppato urbanesimo della regione, mentre la bassa densità del sud è dovuta alla ritardata valorizzazione delle terre: fatto che si riscontra anche in numerose plaghe del nord ed è all'origine del fenomeno della migrazione stagionale dei braceros , manodopera che raggiunge gli Stati Uniti dove viene impiegata nei lavori agricoli stagionali. La popolazione messicana, che sino al 1940 era in maggior parte considerata rurale, oggi è molto urbanizzata. La popolazione rurale vive nei pueblos , in villaggi che hanno funzioni centrali nell'ambito di territori agricoli disseminati di nuclei di peones ( rancherías o ranchos composti di non più di 50-100 famiglie) e di haciendas . L'istituzione degli ejidos non ha mutato sostanzialmente la struttura insediativa preesistente, che è un fenomeno di tipo spontaneo, legato alla trama dei centri gerarchici. Poche sono ormai le zone dove gli indios vivono nelle loro condizioni originarie, in vecchie abitazioni di legno e paglia. Ma anche altrove il contadino vive in povere capanne di argilla impastata, che solo nei centri principali sono sostituite da case di tipo moderno.
Capitale e città satelliti. Lo sviluppato urbanesimo del Messico, legato nei secoli della colonizzazione spagnola all'impulso delle attività minerarie, è stato determinato, in epoca recente, dalla pressione demografica nelle campagne e dal parallelo processo di industrializzazione. Negli ultimi decenni gran parte delle città hanno subito forti aumenti; eccezionale è stato però quello di Città del Messico , che detiene il primato nell'America Latina. Sorta sulle rovine dell'antica Tenochtitlán, la capitale messicana ha la tipica struttura coloniale spagnola a pianta quadrata, così com'era stato voluto da Cortés. Il centro è la piazza della Costituzione, lo Zócalo, che si ritrova nelle altre città sorte in epoca coloniale. Città del Messico, in quanto capitale, accoglie tutti i servizi dello Stato, è centro di cultura, finanziario, religioso; ma è anche un centro industriale e intorno a sé ha dato vitalità a una vastissima conurbazione che ormai supera i confini del Distrito Federal. Ma l'azione propulsiva della capitale si estende a tutto l'Altopiano Centrale, ricco di grossi centri urbani. Nell'orbita della capitale rientrano infatti Puebla (o Puebla de Zaragoza), al centro di una ricca regione agricola, sede anche di industrie, Toluca (o Toluca de Lerdo), tra le più elevate città del Paese a 2.640 m di altitudine, Cuernavaca, Pachuca e le più lontane Querétaro e Morelia.
Altre città. Una decisa autonomia nei confronti di Città del Messico ha invece Guadalajara, seconda città del Paese per numero di abitanti, situata nel bacino del Río Grande de Santiago. Di origine coloniale, divenuta ben presto centro assai attivo, Guadalajara si trova in una fertile regione agricola ed è sede di diverse industrie tessili, alimentari ecc. Altre città importanti nell'altopiano a nord di Città del Messico sono León, Aguascalientes e San Luis Potosí, popolosi centri commerciali o minerari, oggi con industrie. San Luis Potosí è uno dei maggiori centri ferroviari del Paese, in diretto collegamento con il nord, dove primeggia Monterrey, città di origine mineraria e divenuta oggi uno dei maggiori centri industriali del Messico, sede in particolare di una forte industria siderurgica. Sulla linea ferroviaria che collega San Luis Potosí a Ciudad Juárez, sul confine statunitense, sorgono altre due città importanti, Torréon e Chihuahua. Ciudad Juárez, così come più a ovest Mexicali e Tijuana nella Bassa California, a est Nuevo Laredo, sono città il cui sviluppo è determinato soprattutto dall'essere poste sul confine, al di là del quale sorgono importanti città (San Diego, El Paso, Laredo ecc.), sicché quotidianamente una parte notevole della popolazione dei centri messicani si reca a lavorare nelle città gemelle statunitensi. Tra gli sbocchi portuali dell'interno, sulla costa pacifica il più importante è Mazatlán, mentre Acapulco ( Acapulco de Juárez) è soprattutto noto come stazione balneare. Sulla costa orientale il porto maggiore è Veracruz ( Veracruz Llave ), collegato direttamente all'Altopiano Centrale e a Città del Messico, con un vasto dintorno agricolo; importante sbocco costiero e centro petrolifero è anche Tampico, più a nord. Lo sviluppo urbano del sud è piuttosto limitato. Una delle città principali è Oaxaca de Juárez, centro storico e culturale nella valle del Río Verde, mentre nello Yucatán è la popolosa Mérida , bella e antica città con una fiorente attività di piantagione, specie di agavi, ma anche uno dei più frequentati centri turistici del Messico perché base di partenza per la visita alle vestigia della civiltà maya.