Storia

Dalle origini ai governi dei caudillos.

Il territorio dell'attuale Guatemala fu abitato dai Maya che, giunti in epoca antichissima, trasmigrarono poi più a nord, nella penisola messicana dello Yucatán. Quando avvenne la conquista spagnola nel Guatemala, come nel resto dell'America Centrale, non esistevano più società indigene politicamente forti, bensì soltanto nuclei in lotta tra loro. La penetrazione iberica si realizzò intorno agli anni 1523-24, per opera di Pedro de Alvarado, che fu pure il fondatore della vecchia capitale del Guatemala, Antigua. Dal punto di vista politico-amministrativo, il possedimento subì la sorte di tutte le colonie della Spagna nel Nuovo Mondo. In particolare, diventò una Capitanía General, nel quadro del Vicereame della Nuova Spagna (Messico). Perciò le vicende che condussero il Messico all'indipendenza coinvolsero il Guatemala e gli altri Paesi centramericani. Il 15 settembre 1821 un Cabildo abierto proclamò a Guatemala l'indipendenza dell'intera regione; ma il Messico non accettò il distacco e riconquistò militarmente le “province” dissidenti. Tuttavia, allorché le lotte intestine messicane crearono condizioni più favorevoli, i ribelli ripresero l'iniziativa: nel giugno 1823 diedero vita a un'entità statale, che denominarono Province Unite del Centroamerica. Nel 1839, sfaldatasi l'unità, ciascuna “provincia” si rese autonoma, assumendo connotati costituzionali repubblicani. Nel Guatemala l'indipendenza non portò mutamenti nella struttura socio-economica, che rimase di tipo coloniale, a vantaggio dell'oligarchia dominante. I governi rispecchiarono quella situazione, attraverso l'ascesa di caudillos e dittatori. Si ricordano Rafael Carrera, 1839-65; Justo Rufino Barrios, 1873-85; Manuel Lisandro Baillas, 1885-92; Manuel Estrada Cabrera, 1899-1920; Jorge Ubico, 1931-44. Già Barrios, ma specialmente Estrada Cabrera e Ubico, spalancarono le porte del Guatemala agli investimenti statunitensi. Se ne avvantaggiarono la United Fruit Company, concessionaria di vastissime piantagioni di caffè e banani, oltre che di servizi, la International Railways of Central America, attiva nel campo dei trasporti, e la Empresa Eléctrica, filiale dell'American Foreign Power. Queste “Tre Grandi” asservirono in pratica l'economia guatemalteca agli interessi degli Stati Uniti, così come avevano fatto o si apprestavano a fare con le altre Repubbliche del settore. La maturazione interna (nascita di una classe media e di ceti operai), nonché l'evolversi del quadro internazionale crearono le premesse, durante la dittatura di Ubico, per un ricambio radicale.