Spazio fisico

 

Morfologia. Territorialmente il Guatemala ha le sue aree centrali e più importanti nei rilievi che, diretti generalmente da est a ovest, rappresentano una sezione della lunga catena che dal Messico continua fin verso Panamá. Sul lato settentrionale il Guatemala comprende una sezione delle ampie superfici tabulari dello Yucatán (il Petén), su quello del Pacifico infine la breve cimosa costiera costituisce il terzo elemento morfologico del Paese. La sezione montuosa centrale ha una struttura complessa. Essa si è originata in seguito ai movimenti crustali che, nel Cenozoico, hanno portato alla costituzione dell'istmo centroamericano. Come prima fase orogenetica si ebbe la nascita delle catene settentrionali che dominano il versante caribico, cioè gli Altos Cuchumatanes (3.993 m), la Sierra de Chuacús (2.651 m), la Sierra de las Minas (3.140 m), ecc. Si tratta di blocchi fratturati e sollevati rispetto alla piattaforma dello Yucatán, formati da rocce paleozoiche e da masse granitiche intrusive. Tale origine assicura a questa sezione montagnosa linee mai molto aspre, anzi distese talora ad altopiano. A questi rilievi si giustappone la Cordigliera Vulcanica, un corrugamento più recente che domina il lato del Pacifico, formato da un substrato cristallino sormontato da espandimenti vulcanici e, morfologicamente, da una serie ininterrotta di coni e crateri vulcanici. È qui che il Guatemala assume il suo aspetto più caratteristico. Questa ruga «esterna», separata dai rilievi settentrionali da un solco tettonico ben marcato (bacino superiore del Motagua), ha un andamento continuo, ma è rotta da piccoli bacini depressionari, formatisi in seguito a fratture longitudinali. Gli stessi bacini, aree tettonicamente tormentate, sono coronati dai già citati coni vulcanici, alcuni dei quali ancor oggi attivi. Partendo dal confine messicano s'incontrano il Tacaná (4.093 m), il Tajumulco (4.220 m), il Santa María (3.772 m), l'Atitlán (3.537 m) sovrastante l'omonimo lago, il Fuego (3.763 m) e l'Agua (3.766 m) che dominano la conca di Antigua e di Guatemala, il Pacaya (2.552 m). Nonostante l'elevata sismicità, l'uomo si è addensato su queste conche e sui fianchi di questi rilievi in misura eccezionale e ciò sia per la fertilità dei suoli vulcanici, lavici, tufacei ( tepetate ), sia per l'altitudine media elevata, che mitiga il clima tropicale. La cimosa costiera del Pacifico è ampia non più di 50 km ed è formata da suoli alluvionali depositati dai fiumi che scendono dalla Cordigliera Vulcanica, il cui versante non è mai molto aspro. Per quanto riguarda l'appendice settentrionale del Paese, il Petén, si tratta di una regione pianeggiante, costituita, come tutto lo Yucatán, da tavolati calcarei che sovrappongono formazioni cenozoiche a substrati mesozoici, il tutto con diffuse morfologie carsiche.

 

Clima. Situato tra il Tropico del Cancro e l'Equatore, il Guatemala presenta un clima di tipo tropicale, differenziato però in funzione dell'altitudine secondo la caratteristica suddivisione dell'America istmica: il Petén e la fascia costiera pacifica fanno parte delle cosiddette tierras calientes (fino a 700-800 m d'altitudine); le cordigliere e gli altopiani rientrano nelle tierras templadas , sino a 1.500 m, e, al di sopra, nelle tierras frías . Vi corrispondono valori termici medi ben precisi: nelle terre basse la temperatura non scende mai al di sotto dei 25 °C, con massimi estivi (luglio) di 30-32 °C; nelle terre intermedie, temperate, le medie si aggirano durante tutto l'anno sui 20 °C (è il livello della «primavera eterna guatemalteca»), così come si riscontra nella capitale, dove in gennaio si hanno 18 °C e in luglio 20 °C. Infine, nelle tierras frías , la temperatura scende a medie di 12-15 °C; sulle cime più alte non mancano cadute nevose. Per quanto riguarda le precipitazioni il Guatemala è notevolmente favorito: la media generale del Paese è di 1.500 mm annui, con valori diversi passando dai rilievi più elevati e più esposti (negli Altos Cuchumatanes si raggiungono i 6.000 mm annui) alle zone interne più infossate, come la media Valle del Motagua, dove si hanno meno di 800 mm annui di pioggia (Zacapa, 738 mm). Relativamente scarse sono anche le piogge a Guatemala (1.050 mm) mentre nel Petén e nella piana costiera del Pacifico i valori medi si aggirano sui 1.500 mm. Le precipitazioni sono portate dagli alisei di nord-est, che si caricano d'umidità sul Mar delle Antille, e più marginalmente dagli alisei di sud-est. Il regime è legato, come in tutte le fasce tropicali, alle zenitazioni solari: vi è perciò una stagione invernale, piuttosto asciutta, da novembre a maggio, e una stagione piovosa da giugno a settembre. Sulla costa meridionale, interessata dagli alisei di sud-est, si manifestano, d'estate, anche violenti cicloni.

 

Flora. Il manto vegetale del Paese è assai vario, secondo l'altitudine e le precipitazioni. Nelle tierras calientes più piovose e lungo i corsi fluviali si hanno foreste sempreverdi, d'alto fusto, d'ambiente equatoriale, che accolgono belle piante come la Ceiba e il mogano, e un ricchissimo sottobosco di epifite; altrove, nelle zone meno umide, la foresta si fa più rada e ospita specie tropicali che risentono della doppia stagione: allignano tra l'altro la sapodilla (da cui si ricava il chicle e che è diffusa nel Petén), la chinchona (da cui si estrae il chinino), l'albero del pane, ecc. Nelle aree meno piovose delle alte terre o dei bacini chiusi si trovano associazioni che ricordano il chaparral , basse, cespugliose, con specie xerofile su suoli spesso lateritici. Sui rilievi oltre i 1.500 m si hanno boschi di querce e conifere; quest'ultime verso i 3.000-3.200 m lasciano il posto alla vegetazione erbosa e arbustiva propria della puna.

Idrografia. In rapporto alla morfologia generale, i fiumi non hanno bacini molto estesi; più brevi e a carattere torrentizio sono i corsi d'acqua che tributano al Pacifico, più importanti e con regime più regolare quelli che scendono al Mar delle Antille. Il fiume maggiore è il Motagua , che raccoglie le acque di una larga sezione del versante caribico; navigabile per una buona metà del suo corso, sfocia nel Golfo dell'Honduras, dove una barra sabbiosa chiude il suo sbocco formando la Baia di Amatique (e qui sorge il maggior porto del Guatemala, Puerto Barrios). Sempre dal versante settentrionale scendono fiumi, come il Río de la Pasión, che tributano al Golfo del Messico tramite l'Usumacinta. Nel Petén il drenaggio delle acque è complicato dalla struttura della regione, che ha oltretutto un'idrografia carsica, sotterranea: al centro di essa si apre il Lago Petén Itzá. Sul lato del Pacifico i fiumi, tutti brevi (Samalá, Madre Vieja ecc.), scendono alla costa con direzione normale. Il Guatemala è famoso per i suoi molti e bellissimi laghi; tra quelli che occupano i bacini depressionari delle alte terre vulcaniche, il maggiore è il già ricordato Atitlán , ma il più grande lago del Paese è l'Izabal, compreso tra la costa caribica e le appendici della Sierra de las Minas.