www.unimondo.org/Paesi/Americhe/America-centrale/El-Salvador/Economia2
Economia
Le fertili e ben irrigate terre vulcaniche sono la principale risorsa di questo piccolo Paese, che fonda la propria economia sull'agricoltura, pur con tutte le implicazioni negative di dipendere, in pratica, da un solo prodotto, il caffè. Tuttavia il Paese rimane assai povero. Grave è la totale concentrazione dell'economia nelle mani delle cosiddette "200 famiglie" di latifondisti, il cui potere reale ha sempre impedito qualsiasi tentativo di una più equa distribuzione delle terre (e quindi del reddito), tanto che, ai primi tentativi di introdurre riforme più democratiche, queste forze hanno dato avvio a una serie pressoché ininterrotta di azioni terroristiche in tutto il territorio nazionale, mentre è in pratica inoperante la riforma agraria del 1980, che prevedeva ampie espropriazioni dei latifondi. La già latente crisi economica è stata aggravata da vari fattori. Innanzitutto la cosiddetta "guerra tra poveri", scoppiata nel 1969 con l'Honduras, che, terminata nel 1980, ha costretto tra l'altro al ritorno in patria di un elevato contingente di Salvadoregni, emigrati più o meno legalmente nella vicina repubblica, appesantendo così sensibilmente il già sovraccarico mercato del lavoro. In seguito il Paese è stato travagliato da anni di crudele guerriglia tra governo ed estremisti di destra e di sinistra, placata nel 1991, che ha lasciato profonde ferite anche nelle strutture produttive.
Agricoltura. L'agricoltura, che interessa quasi il 27% della superficie territoriale, è condotta in larga misura con tecniche arcaiche e quindi poco redditizie. Il settore più remunerativo riguarda alcune colture commerciali, in primo luogo il caffè, coltivato nelle alteterre, quindi la canna da zucchero, il cotone, il tabacco e il sesamo. Tali prodotti provengono in genere da piantagioni modernamente attrezzate che, a differenza di quanto si verifica in altri Paesi centramericani, sono di proprietà locale, non di società estere. La maggior parte dei contadini ricava però dai propri microfondi i generi alimentari di prima necessità, mais soprattutto, base dell'alimentazione dei Salvadoregni, quindi sorgo, riso e fagioli; si coltivano inoltre ortaggi, agrumi e varia frutta tropicale (ananas, banane ecc.). La produzione di legname è notevolmente aumentata; si hanno essenze pregiate come il cedro, il mogano, il legno di rosa e il cosiddetto balsamo del Perú, da cui si estrae l'omonima resina, largamente impiegata nell'industria dei cosmetici e di cui El Salvador è uno dei massimi produttori mondiali. L'allevamento ha una discreta diffusione, specie per i bovini, che sfruttano pascoli naturali relativamente estesi (29% della superficie totale); scarseggia invece la pesca, nonostante gli interventi governativi per potenziare il settore.
Risorse minerarie e industrie. Le risorse minerarie sono pressoché nulle (vi è solo una miniera d'oro e d'argento) e l'energia elettrica deriva in prevalenza da impianti idrici, dei quali il maggiore è quello costruito sul Río Lempa, e da centrali geotermiche. Le industrie riguardano essenzialmente la lavorazione dei prodotti locali; la principale è quella tessile (cotonifici), cui si aggiungono impianti per la lavorazione del caffè, birrifici, oleifici, zuccherifici, tabacchifici, quindi calzaturifici, cementifici. Esistono inoltre piccoli stabilimenti chimici (specie per la produzione di fertilizzanti) e petrolchimici.
Comunicazioni e commercio. Le vie di comunicazione sono sufficienti, ma il 40% delle strade è praticabile solo durante la stagione secca per cui i traffici sono basati sulla linea ferroviaria che attraversa l'intero territorio nazionale raccordando i centri principali, sul tratto salvadoregno della Carretera Panamericana e sulle strade asfaltate (ca. 2.000 km) che collegano i centri maggiori dell'interno con i centri portuali, specie con quello di Acajutla. Esistono tre aeroporti internazionali, quello di Ilopango che serve la capitale San Salvador, e quelli di Santa Ana e San Miguel. Il movimento commerciale estero si svolge per oltre un terzo con gli Stati Uniti, quindi con il Guatemala e il Giappone per le importazioni, la Germania e ancora il Guatemala per le esportazioni; fra queste ultime domina nettamente il caffè, seguito dal cotone (fibra e tessuti), mentre le importazioni sono essenzialmente costituite da macchinari, mezzi di trasporto, combustibili, apparecchiature e prodotti industriali di largo consumo.