Spazio fisico

Morfologia. Nei suoi confini attuali l'Algeria ha inglobato anche un'ampia sezione del Sahara, che durante l'epoca coloniale costituiva un'area con una sua particolare amministrazione. La parte più vitale, importante e popolata del Paese è però il Maghreb, con il quale in pratica l'Algeria si identifica sebbene rappresenti in superficie un settimo circa del territorio nazionale. Il Maghreb forma una regione naturale ben distinta da quella sahariana e costituisce, con i suoi allineamenti montuosi, la prosecuzione dei rilievi del Marocco. È formato da due principali fasci di pieghe (Atlante del Tell o Telliano o, semplicemente, Tell, e Atlante Sahariano) che corrono paralleli alla costa e sono separati da una serie di altopiani. Come in Marocco, il Maghreb algerino fu interessato dall'orogenesi alpina, manifestatasi in due ben differenziate fasi. Alla più recente, pliocenica, si devono i rilievi più settentrionali, l'Atlante del Tell, costituito da una serie di catene sovrastate da massicci di rocce calcaree, tra cui si incuneano intrusioni granitiche. Caratterizzato da una morfologia assai tormentata, ha le massime cime nell'Ouarsenis (1.983 m) e nelle catene del Babor (2.004 m) e della Djurdjura (2.308 m), che dominano rispettivamente la Piccola e la Grande Cabilia. Affacciato alla costa, il Tell determina la morfologia del litorale, accidentato da promontori rocciosi tra cui si interpongono brevi falcature sabbiose; si hanno pianure relativamente più ampie in corrispondenza di depressioni tettoniche, come la piana alle spalle di Algeri e quelle di Annaba e di Orano, e di valli fluviali colmate da materiale alluvionale, tra cui principalmente quella dello Cheliff. L'Atlante Sahariano, di origine più antica, eocenica, subì più a lungo l'azione erosiva e ha pertanto cime meno elevate; comprende brevi catene (Ksour, Amour, Ouled Nañil), resti di pieghe arenacee e calcaree che toccano al massimo i 2.000 m di altezza; ma a est di esso si innalza l'imponente massiccio coevo dell'Aurès (2.328 m), dalle forme assai aspre. Presentano linee monotone gli altopiani interni, formati da una successione di pianure mosse da lunghe creste collinari, di altezza variabile tra i 600 e i 1.200 m; hanno la loro massima estensione nel settore occidentale, mentre a est si fondono con le catene del Tell proseguendo in territorio tunisino. Più semplice è, nei suoi lineamenti geomorfologici, l'Algeria sahariana; qui lo zoccolo archeozoico, costituito da rocce cristalline con predominanza di micascisti e gneiss, è stato interessato da movimenti orogenetici nell'era paleozoica, ma i suoi rilievi sono ormai quasi del tutto demoliti. Una serie di abbassamenti di tutta la piattaforma provocò a più riprese l'ingressione del mare e la copertura delle rocce più antiche con strati sedimentari di calcari, arenarie, argille; solo in corrispondenza del massiccio dell'Ahaggar, che raggiunge i 3.000 m, lo zoccolo riemerge, in parte ricoperto da lave basaltiche. La regione ha subito profondamente la degradazione meteorica e le rocce superficiali si sono frammentate, dando luogo ad alcuni tra i più interessanti esempi di morfologia desertica, con superfici rocciose lisciate dal vento (Hamada di Tademaït), aree sabbiose (Grande Erg Occidentale e Orientale ) e ciottolose (reg o serir).

Clima. Il Maghreb appartiene all'area climatica mediterranea, ma solo nelle limitate zone costiere i caratteri sono decisamente tali; più all'interno la continentalità fa sentire i suoi effetti: così ad Algeri la media annua si aggira sui 18 °C con un'escursione termica di solo 12 °C (media invernale 12 °C, estiva 24 °C), mentre nel bacino dell'alto Chéliff si possono verificare d'inverno condizioni di gelo mentre d'estate si registrano anche 47 °C. Il regime delle precipitazioni è legato all'alterna azione delle masse d'aria umida d'origine atlantica e di quelle continentali sahariane. Sui rilievi meglio esposti del versante esterno del Tell cadono annualmente sino a 1.000 mm di pioggia, negli altopiani interni 300-400, oltre tali valori nuovamente sui pendii settentrionali dell'Atlante Sahariano. Nell'Algeria sahariana il clima presenta estrema aridità: le escursioni termiche sono fortissime, anche quelle giornaliere, e il gelo notturno non infrequente. Le precipitazioni sono irregolari e in genere inferiori ai 100 mm annui (solo sull'Ahaggar superano i 200 mm); in talune zone si hanno unicamente sporadiche piogge che gonfiano repentinamente gli uidian.

Flora. La vegetazione è quella tipica mediterranea nel Tell, benché la macchia presenti estese aree degradate dove crescono ulivi selvatici e lentischi. Vi sono anche lecci, querce, specie quelle da sughero nella Cabilia, e, nelle zone più elevate, cedri e pini d'Aleppo; lembi di foreste mediterranee si trovano ancora sui versanti meglio irrorati dell'Atlante Sahariano, mentre negli altopiani intermedi si hanno formazioni steppiche in cui predominano l'alfa, l'artemisia, l'aristida. La vegetazione propria dell'Algeria sahariana è limitata ai palmeti delle oasi, nelle quali però le colture hanno introdotto alberi da frutta e ortaggi.

Idrografia. La rete idrografica è assai povera, limitata praticamente al Maghreb, dove però, a causa della particolare configurazione morfologica, ha un andamento piuttosto complesso. I fiumi che si riversano nel Mediterraneo sono gli unici con corso perenne, ma di lunghezza assai modesta; i principali sono lo Chéliff , il Soummam, l'Oued el-Kébir. Gran parte degli altopiani sono bacini chiusi endoreici (sebkha) nei quali si formano laghi salati (chott). Essi sono alimentati anche dai fiumi dell'Atlante Sahariano, che sul versante meridionale danno vita, oltre che ad analoghi laghi salati, a numerose oasi pedemontane