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Spazio fisico
Morfologia. L'unità morfologica dominante del paesaggio dello Zimbabwe è l'altopiano. La regione fa infatti parte di un esteso nucleo cratonico formato prevalentemente da rocce cristalline precambriane, alcune delle quali sono tra le più antiche del globo, che occupa anche gran parte della vicina Zambia, allungandosi tra le depressioni costiere del Mozambico e la subsidenza continentale del Kalahari . Le formazioni precambriane affiorano soprattutto nella sezione centrale del Paese, in una larga fascia orientata da nord-est a sud-ovest lungo cui corre lo spartiacque tra i bacini fluviali tributari dell'Oceano Indiano e quelli del Kalahari (palude Makgadikgadi nel Botswana) o diretti allo Zambesi; numerosi sono i rilievi residuali granitici, indicati localmente come kopje, che sorgono isolati nella savana. Ai lati di questa sezione mediana l'antico basamento cristallino è coperto da estese formazioni sedimentarie depositatesi nell'arco di tempo compreso tra il Precambriano superiore e il Mesozoico inferiore, tra cui caratteristici sono i depositi conglomeratici e arenaceo-argillosi di ambiente continentale facenti parte dell'estesissima formazione del Karroo, di età da cambriana a giurassica; verso la depressione interna predominano invece i terreni cenozoici. Tanto il basamento cristallino quanto i depositi continentali sono riccamente e variamente mineralizzati: soprattutto notevoli concentrazioni di minerali utili, in specie di cromo, si incontrano lungo il Great Dyke, un affioramento di rocce effusive basiche in cui prevalgono le doleriti, che attraversa da nord a sud, quasi a metà, lo Zimbabwe per circa 480 km, con una larghezza variabile tra i 5 e i 10 km. In rapporto all'altitudine il territorio viene solitamente diviso in tre zone (o veld , termine di origine olandese che significa campo, pianura): l'alto Veld, oltre i 1.400 m, che occupa gran parte dell'area centrale, sull'asse Harare-Bulawayo; il medio Veld, incluso tra i 700 e i 1.400 m, esteso soprattutto a nord-ovest e a sud-est; e il basso Veld, che comprende le regioni vallive dello Zambesi a nord e del Limpopo a sud. Verso est, lungo l'orlo marginale dei tavolati continentali, si eleva la catena dei Monti Inyanga, che culmina oltre i 2.500 m (2.595 m) e precipita con scoscese scarpate verso la regione collinare mozambicana, che digrada verso la baia di Sofala; l'origine di questa catena, che rappresenta il tratto più elevato del territorio dello Zimbabwe, così come più a nord quella dei Monti Mavuradonha (1.733 m) dominanti lo Zambesi, è legata tanto ai contraccolpi dell'intensa attività tettonica che interessò tra il Giurassico e il Cretaceo l'Africa australe, quanto all'influenza delle imponenti dislocazioni che successivamente colpirono l'Africa orientale. Varie cime superano i 1.500 m nella fascia montuosa dell'alto Veld, come il Mtoro (1.583 m), a sud-est di Harare, e il Mquilembegwe (1.545 m), a sud-est di Bulawayo.
Clima. Il clima dello Zimbabwe è tropicale, con due stagioni ben differenziate, quella piovosa (estate australe) da novembre a marzo e quella secca (inverno australe). La stagione secca è nettamente influenzata dal predominio di masse d'aria anticicloniche che si instaurano sulla depressione del Kalahari, mentre quella piovosa è condizionata dall'ingresso di masse d'aria umida provenienti dall'Oceano Indiano. Ben irrorate risultano la sezione orientale dell'alto Veld, con precipitazioni annue superiori agli 800 mm, e soprattutto la stretta fascia di rilievi lungo il confine col Mozambico direttamente esposta all'Oceano Indiano, in cui si superano anche i 1.600 mm annui. Gli altopiani occidentali, riparati appunto dai rilievi, ricevono scarse precipitazioni, inferiori ai 600 mm, che scendono a 500 o anche meno nella valle del Nata; in media non cadono mai sul Paese più di 1.000 mm annui. Le temperature sono generalmente mitigate dall'altitudine: nell'alto Veld oscillano infatti tra i 22 °C del mese più caldo (gennaio) e i 15 °C di quello più freddo (luglio); fanno eccezione le valli dello Zambesi e del Limpopo, notevolmente calde e umide, e le zone aperte verso la depressione del Kalahari, dove la continentalità si accentua. Molto più sensibili sono invece le escursioni termiche giornaliere.
Flora. La maggior parte del territorio è coperta da una foresta rada, il cosiddetto tree-veld, o da una savana arborata, con predominio di acacie e di baobab nelle aree meno piovose e di specie arboree a foglie caduche; le specie xerofile sono in particolare diffuse nella sezione occidentale, mentre ai lati dei principali corsi d'acqua si sviluppa la foresta a galleria. Le praterie compaiono nelle zone più umide. Il paesaggio naturale è stato profondamente modificato sul versante sud-orientale dall'intervento dei bianchi con la creazione di piantagioni; l'arrivo degli Europei ha avuto gravi ripercussioni anche per la fauna, che ha subito una sensibile riduzione a opera della caccia indiscriminata. Solo in tempi abbastanza recenti è stata introdotta una legislazione adeguata per proteggere la fauna (pressoché scomparso è per esempio il leone) e si sono destinate vaste zone per parchi naturali; il più grande è il Parco Nazionale di Hwange (già Wankie; 1.465.000 ha circa), al confine con il Botswana.
Idrografia. Quasi 2/3 della superficie del Paese rientrano nel bacino idrografico dello Zambesi , il grande fiume che ne delimita il confine settentrionale; esso riceve numerosi affluenti dalla sezione centrale, orientati prevalentemente da sud-est a nord-ovest: i due più importanti sono il Gwai e l'Umniati, che contribuiscono all'alimentazione idrica del grande lago artificiale di Kariba (circa 5.300 km 2 ), sullo Zambesi, al confine tra Zimbabwe e Zambia. Sempre sulla linea confinaria al margine occidentale del Paese, lo Zambesi forma le celebri Cascate Vittoria (Victoria Falls), con un salto di 122 m e uno spettacolare fronte di circa 1.600 m. A ovest una limitata porzione del territorio è drenata dal fiume Nata, che si dirige verso la depressione interna del Kalahari, dove disperde le sue acque nella citata palude di Makgadikgadi. Lo Zimbabwe sud-orientale è invece direttamente tributario dell'Oceano Indiano tramite i fiumi Sabi (che prende il nome di Save in Mozambico, dove sfocia poco a sud della Baia di Sofala) e Limpopo , che segna per un buon tratto il confine con la Repubblica Sudafricana. Come si vede i grandi fiumi dell'Africa australe interessano pressoché marginalmente il Paese; essi inoltre non esplicano in genere una significativa funzione geografica, in quanto scorrono prevalentemente incassati nei tavolati e sono solo parzialmente navigabili durante la stagione piovosa.